martedì 20 dicembre 2011

Costruiamo ...

una casa di vetro

“Per amministrare bene una città bisogna conoscerne, [tutti i luoghi], tutti i problemi, tutte le emergenze. Per migliorarla bisogna conoscerne tutte le potenzialità, tutte le professionalità. Per promuoverla bisogna conoscerne tutte le attività, tutte le eccellenze. Per rendere una città straordinaria, quindi normale, bisogna amministrarla con tutti i cittadini, insieme a loro. Solo così si potranno conoscere le soluzioni migliori, tutte le idee innovative, solo così si potranno spendere [utilmente] le risorse economiche [nell’interesse collettivo]. Un’amministrazione presente ovunque ci sia un cittadino. Per fare questo però non basta amministrare come si è fatto fino ad oggi, bisogna introdurre degli strumenti affinché i cittadini possano prendere parte alle decisioni“. E, introdurre strumenti che accrescano informazione e  trasparenza  rendendo così  l’amministrazione una  casa di vetro.

Se tutto è visibile, se tutto è reso disponibile e consultabile, se tutto è trasparente, se si affidano gli incarichi dirigenziali e di governo per merito e competenza, e non per l’appartenenza politica o per nepotismo, se c’è un significativo controllo sull’azione pubblica, allora anche Santa Teresa potrà essere una cittadina normale e bene amministrata. Se migliora la qualità delle politiche pubbliche migliorano le relazioni tra amministrazione e cittadini.

Informazione e trasparenza fanno aumentare la fiducia nell’amministrazione e la partecipazione fornisce ai cittadini un’opportunità per acquisire familiarità con i progetti dell’amministrazione, per esprimere la propria opinione e offrire un contributo all’elaborazione delle decisioni. Tale coinvolgimento favorisce l’accettazione delle scelte politiche che ne derivano. L’amministrazione dimostra di essere aperta e di conseguenza diventa più affidabile agli occhi del cittadino. Questo incoraggia la cittadinanza attiva, sviluppa il senso civico e  favorisce lo spirito di appartenenza alla comunità.

giovedì 1 dicembre 2011

Lettera aperta ...

ai giovani di Santa Teresa di Riva

Ragazzi, tocca a voi!
Prendete nelle vostre mani il futuro di Santa Teresa. Non fatevi soggiogare dai soliti noti che hanno già amministrato la nostra cittadina. Per la sua inconcludenza, perfino B. ha dovuto mollare. Invece, i “nostri” non mollano, si ripresentano sempre, non si perdono una competizione elettorale, sono instancabili, il loro spirito di “servizio” è inesauribile … chissà perché?
Si potrebbe capire questo ardore, questo loro ritenersi indispensabili se Santa Teresa si potesse annoverare tra i comuni meglio tenuti e amministrati, tra quelli virtuosi. Purtroppo non è così.
Esercitano il potere senza ideali e idee, senza cognizione di causa, senza pudore, senza orizzonte, senza guardare al futuro, senza rispetto per il cittadino.
Rispondono ai loro padrini politici, mai ai cittadini. Si alleano e si dividono secondo le circostanze, le convenienze o le ripicche del momento. La loro azione non è volta al bene comune che resta secondario, è quasi sempre interesse di parte. A causa di ciò, essi spesso agiscono e operano con iniquità,  discriminando, abusando del loro potere, omettendo o rifiutando di informare.

Vi prego ragazzi, usate le armi della democrazia, la buona politica e la legalità. Andate tra le persone nelle strade e nelle piazze. Fate capire che un'altra politica è possibile. Chiedete a tutti di partecipare, di avere un ruolo attivo. Discutete con i vostri coetanei e amici che mostrano indifferenza, disinteresse o rassegnazione. Spiegate loro che per contare, per essere determinanti, per raggiungere degli obiettivi si deve essere parte del processo democratico.  Solo partecipando alla politica, facendola,  si può incidere e operare per un cambiamento positivo. Spiegate che la priorità per un giovane è l’istruzione, la qualificazione professionale, l’accesso al lavoro, il rispetto della legalità, il riconoscimento delle competenze e del merito. Queste sono le cose per cui bisogna battersi.

Prendere parte è guardare al futuro con consapevole fiducia poiché (cito Don Luigi Ciotti) “la Speranza sta nell’esserci. Nell’assumere le nostre responsabilità. Nella serena tenacia di unire le nostre strade per fare di più e meglio. Speranza che non è attesa passiva di un futuro migliore, ma presente che chiede di essere orientato e accompagnato con scelte coraggiose, gesti concreti, parole credibili.”

Ricordate a tutti che non ci sono bacchette magiche né capi carismatici cui affidarsi; ogni cittadino, ogni residente e abitante, deve dare una mano, deve dare il meglio di se per portare Santa Teresa nel futuro. Solo agendo con senso civico il nostro paese potrà progredire. Tra i cittadini, in tutti i campi, ci sono talenti e energie non valorizzate che attendono di essere liberate e di trovare il contesto adatto per potersi esprimere, nell’interesse di tutta la comunità.

Voi giovani siete il futuro, la speranza. È ora di guardare avanti. Tocca a voi.

giovedì 24 novembre 2011

Democrazia è partecipazione


Non c’è democrazia senza partecipazione. Non c’è partecipazione senza società civile, senza  il coinvolgimento dei cittadini. Questo coinvolgimento non può limitarsi alla stagione delle elezioni, al solo voto.
Se la democrazia è il governo del popolo, allora il popolo, ovvero la società civile (i cittadini) devono essere incorporati nei procedimenti decisionali in quanto soggetti portatori di interessi generali, di conoscenze ed esperienze al servizio degli interessi collettivi.
La democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa non devono essere viste come due cose distinte, ma come due facce della stessa medaglia, devono integrarsi a vicenda. Forme di democrazia partecipativa sono la soluzione per democratizzare la democrazia. Lo scopo è quello di riavvicinare  le istituzioni rappresentative ai cittadini e viceversa.

Per far si che la partecipazione dei cittadini sia effettivamente utile è necessario che essi siano messi in condizione di contribuire sin dall’inizio del procedimento di scelta quando tutte le opzioni sono aperte.  Ciò che deve essere dibattuto è il se, il come e il quando e non la decisione già adottata.
Un importante requisito sulle questioni oggetto del dibattito e delle scelte da compiere è l’informazione. Una puntuale conoscenza della specifica realtà non solo consente ai cittadini di sviluppare con gli organismi rappresentativi un dialogo basato su informazioni concrete e precise, ma consente loro anche di avanzare proposte alternative ragionevoli e credibili.

sabato 5 novembre 2011

Nuovi stili di vita

<<La Terra non ha bisogno di noi ma noi abbiamo bisogno della Terra. Ci regala la vita con la sua vita. Ogni battito di cuore, raggio di luce, goccia di pioggia e fremito d’ali sono atti d’amore, affascinante mistero. Uomo e natura scambiano incessantemente atomi di materia, facciamo parte dello stesso sistema, ma consumiamo i tesori del pianeta come parassiti, dominiamo gli elementi come despoti, li usiamo a piacimento, li vendiamo e li sprechiamo. Eppure ciascun elemento è anche dentro di noi, nelle nostre ossa, nel sangue, negli organi. Sono l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la terra che ci nutre e il sole che ci rigenera. La nostra vita non può prescindere dalla sua e la nostra salute nemmeno, ma a forza di rincorrere beni secondari ci siamo dimenticati di quelli primari.
Abbiamo domesticato il pianeta, lo abbiamo colonizzato impoverendo la sua straordinaria ricchezza: migliaia di varietà di specie animali, vegetali e minerali sono gravemente minacciate e ogni giorno insieme a loro muore un pezzo di noi. La biodiversità si impoverisce e lo stesso vale per le nostre culture, i dialetti, le tradizioni e i sapori. Stiamo snaturando la vita e intacchiamo equilibri complessi che sono la sua stessa essenza. Abbiamo perso la visione d’insieme, invasati dal potere del progresso, ci siamo dimenticati della gratitudine per le piccole cose: la foglia che produce energia, la bellezza del più semplice fiore, il manto di stelle. […] Lo specchio più autentico di chi siamo è il nostro stile di vita. È l’applicazione pratica dei nostri valori, ed è il punto di partenza per affrontare la crisi ambientale e stabilire nuovi equilibri.
Come dicono gli indiani americani, non abbiamo ereditato la Terra dai nostri avi, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli. È il caso di chiederci cosa lasceremo loro. Pensando di semplificarci la vita, abbiamo perso il senso della misura e il senso critico, il lusso è diventato eccesso. Vogliamo vivere così? Non possiamo fare di meglio?
Abbiamo bisogno di regole ma non basta serve la volontà di applicarle.  […]  La felicità non sta nell’abbondanza delle cose ma nella loro naturale qualità.>>

Dall’introduzione del libro di Cristina Gabetti  TENTATIVI DI ECO CONDOTTA”  Rizzoli

Territorio, ambiente, democrazia partecipativa, beni comuni dovrebbero far parte di un cambiamento positivo. Questo cambiamento positivo lo dobbiamo stimolare noi cittadini. Però l’impegno dei singoli non basta …. dobbiamo unirci e fare massa critica. Dobbiamo ottenere un mutamento qualitativo nel modo di fare politica, di intendere la democrazia, di salvaguardare l’ambiente e il territorio, di riconoscere e tutelare i beni comuni.

Chi si vuole impegnare in questo ambito può aderire al COMITATO JONICO BENI COMUNI (l’adesione al comitato è libera e volontaria, aperta a tutti).

mercoledì 26 ottobre 2011

Articolo su LA SICILIA

Cliccando sull’immagine sotto potete leggere l’articolo pubblicato oggi da Gianluca Santisi su “La Sicilia”. L’articolo racconta con un ottima sintesi il tentativo di dare vita ad una lista civica.


Occorre creare interesse e partecipazione mettendo, come è giusto che sia, il cittadino al centro dell’attenzione, dandogli l’opportunità non solo di dire la sua ma anche di poter contare. E, in quest’ottica è importante arrivare a quante più persone possibile chiedendo a tutti, indistintamente, di partecipare e diventare protagonisti; azionisti di un progetto costruito insieme, dove il valore dell’azione è uguale per tutti: vale uno.

domenica 23 ottobre 2011

Democrazia

<< La democrazia è complicata e complessa perché spartendo e diffondendo il potere esige dialogo, confronto e mediazione continue. Necessita di informazione e cultura. Ha bisogno di attenzione assidua, non consente distrazioni, va costruita e mantenuta ogni giorno. La democrazia non può prescindere dalla partecipazione. La democrazia è faticosa, impegnativa, difficile.>>
<< Occorre poi (e questo è l’aspetto da sottolineare, perché spesso si tende a scordarlo) che le persone contribuiscano effettivamente al governo. Il che vuol dire da un lato rispettare le regole formali e sostanziali della democrazia (per esempio non sollecitare e non permettere favoritismi), anche nei rapporti privati (per esempio evitando di ledere la libertà altrui). Rispettare anche le regole che hanno relazione indiretta con la democrazia (si potrebbe paradossalmente sostenere che la realizzazione della democrazia inizia dal rispetto delle strisce pedonali).>>
<<Occorre imparare (e aiutare il prossimo ad imparare) a discernere; mantenere elevata la propria informazione; mantenere un vigile controllo sull’esercizio della rappresentanza e – per quel che si riesce – agire, contribuire con i propri comportamenti al “governo” della società. Ripeto: se la democrazia è il governo del popolo, perché ci sia democrazia occorre che il popolo governi.>>
<<E, come sempre è successo, via via che le persone prenderanno consapevolezza di quanto essenziale sia il rispetto della dignità e dell’uguaglianza (che vuol dire il rispetto degli altri), sarà per loro meno difficile impegnarsi e partecipare per attuare e conservare quotidianamente la democrazia.>>

Citazioni da:  “DEMOCRAZIA”  di Gherardo Colombo - prima edizione settembre 2011 – Bollati Boringhieri editore.

Esercitare la democrazia implica che ciascuno di noi assuma un ruolo consapevole e attivo e non si accontenti di delegare chi lo rappresenta.
La molla che ha fatto scattare in me l’azione (se così si può dire), perché in passato mi sono sforzato sempre di essere un buon cittadino, ma non ho mai fatto politica in modo attivo, è la responsabilità.  Constatata  la mediocrità (mia opinione) dei nostri rappresentanti, ho realizzato che non ci si può sottrarre dalla corresponsabilità se non si interviene denunciando ciò che non va e impegnandosi per cambiare le cose. Troppo facile lamentarsi e basta, e aspettare che qualcun’altro faccia il lavoro per te.

domenica 16 ottobre 2011

Un grazie a Michele Serra


Michele Serra ha avuto la cortesia di pubblicizzare il mio blog nella sua rubrica PER POSTA su IL VENERDI DI REPUBBLICA. Per me, e spero per tanti altri cittadini, è uno stimolo per un impegno maggiore. Michele ha ragione: il solo modo per “cambiare la politica” è farla.
In una realtà piccola come Santa Teresa la rete non potrà essere determinante come lo è stata a Milano o per i referendum.  Occorrerà muoversi anche sul territorio; parlare con le persone, soprattutto con i giovani; sentire tutti e invitare tutti a “fare la politica”, a essere protagonisti e presenti. Agire ora per cambiare domani. Intanto, scrivete sul blog!

venerdì 14 ottobre 2011

QUESTIONARIO

Le soluzioni dei problemi di una comunità, le scelte delle priorità, e quant’altro riguardi la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo del territorio sono da valutare e ricercare  con tutti i cittadini.
  
È necessario aprire un canale di comunicazione diretta con tutti i cittadini per dialogare sui problemi e sulle soluzioni da adottare per migliorare la qualità della vita nel nostro territorio e per mettere in atto, per quanto possibile, quelle politiche a sostegno delle famiglie, dei giovani, degli anziani, di tutte le persone svantaggiate, e, per disegnare uno sviluppo del territorio ed economico più appropriato alle esigenze della nostra comunità. Occorre conoscere bene la realtà in cui si vive. Occorre conoscere le esigenze di tutti e di ciascuno. Occorre conoscere per decidere.

Per questo il primo atto è quello di un’indagine che, attraverso prossime assemblee di incontro e dibattito, condurrà a valorizzare sempre più il principio della partecipazione e il diritto dei cittadini di dire la loro sulle priorità  e scelte da compiere.

Il “questionario” rappresenta uno strumento propositivo molto importante per la nostra realtà locale. E, può rappresentare il volano di una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita della nostra comunità.

La compilazione del questionario richiede pochi minuti del tuo tempo e consentirà di esplorare, in prima battuta, una maggiore consapevolezza dei temi importanti che coinvolgono maggiormente i cittadini e se esistono argomenti di interesse diffuso e urgenze concrete dalle quali partire.

Grazie fin da ora per l’interesse e la collaborazione accordati.

martedì 27 settembre 2011

Manifesto ...

che sarà affisso prossimamente per informare tutti I cittadini di Santa Teresa di Riva della possibilità di poter aderire e partecipare alla proposta di dare vita a una Lista Civica di Liberi Cittadini.


cliccare sull'immagine per leggere il manifesto


sabato 24 settembre 2011

Cause giuste e battaglie perse …

Ieri ho parlato con un bravo giovane, uno di quelli che tutti i genitori vorrebbero come figlio. Abbiamo riscontrato una piena sintonia su cosa fare per un sano sviluppo e una buona amministrazione della nostra cittadina.

Mi ha anche spiegato, come del resto aveva fatto anche un altro mio amico e compagno di scuola molto addentro nella cosa politica locale, che la mia è una causa giusta ma una battaglia persa … l’eventuale lista civica che io prospetto è di difficile realizzazione e, anche se nascesse, non potrebbe che classificarsi ultima. Dunque, nessun eletto nessuna possibilità di incidere.

E lui, il mio giovane amico, insieme ad altri suoi amici vogliono incidere … vogliono provare a cambiare le cose “dall’interno”facendo eleggere un loro consigliere. Per raggiungere questo obiettivo sono  disposti  ad allearsi col meno peggio.

Mi auguro sinceramente che riescano ad arrivare nella “stanza dei bottoni” e che possano realmente cambiare qualcosa e costruire un percorso virtuoso che possa dare i suoi frutti da subito o in un prossimo futuro.

I miei due amici, il giovane e il coetaneo, seguono la filosofia descritta dal generale  Sun Tzu nel V secolo a.C., nel libro L’arte della guerra: “Se non puoi vincere una battaglia non combatterla”.

Io, pur essendo stato un “capitano” non ho truppe da schierare per condurle alla vittoria e neanche per patteggiare la resa.

Invero, come Indro Montanelli, che lo ha scritto in una risposta ad un lettore nella sua rubrica “La Stanza di Montanelli”, nel 1997, io seguo la “filosofia” opposta, quella di Guglielmo d’Orange: “Non è necessario credere nella vittoria per combattere con onore, se la causa è giusta”.

Se la causa è giusta o sbagliata è un giudizio soggettivo ma, come Montanelli, anch’io credo nella mia causa e ciò per me è più che sufficiente a renderla giusta.

Se così non fosse avrei solo sprecato il mio tempo a scrivere il blog. Non penso questo. Vado avanti… e chissà… magari un ripensamento…

domenica 18 settembre 2011

Lamentarsi di tutto e di tutti serve a poco ...

impegniamoci e provochiamo il cambiamnento.

Sono tante le persone che si sono impegnate in politica per cercare di migliorare le cose. La loro competenza e esperienza è un bene prezioso che non va sciupato.
                    
Mettere tutti sullo stesso piano vuol dire solo alimentare la sfiducia negli altri e in noi stessi. Non siamo tutti corrotti, compromessi col potere o clientela di politicanti. Questi sono una minoranza che potrebbe essere spazzata via in un baleno, col libero voto.

Ritenere che nulla possa cambiare è un grave errore. Allora, il cambiamento non potrà mai avvenire.

Il cambiamento a Santa Teresa e in tutto il Paese deve essere radicale. Serve a poco trovare una persona onesta e proporla come Sindaco. Non è questo il cambiamento. Il cambiamento non è coalizzarsi per sostituire l’attuale onest’uomo con un altro: non è scegliere tra due persone o due programmi che promettono la luna o le stelle.

Il cambiamento deve incidere sull’essenza stessa della democrazia. Sul modo di essere Cittadini. Il primo passo è “democratizzare la democrazia”. Il secondo  è la trasparenza assoluta. Il terzo è dare l’organizzazione e l’esecuzione dell’azione istituzionale e amministrativa ai giovani (donne e uomini) di questo Paese: etica, merito, competenze, devono essere i canoni della selezione.

giovedì 15 settembre 2011

Bisogna sconfiggere la rassegnazione ...

l'idea che le cose non possono cambiare.
Bisogna uscire dal torpore e dall’indifferenza che attanaglia molti di noi.  Le cose possono (devono) cambiare. Però non basta solo desiderare il cambiamento o sperare in un risveglio improvviso delle coscienze se, noi per primi, non ci destiamo.
Basta essere pedine impotenti … diventiamo soggetti attivi, Cittadini. Facciamo sentire la nostra indignazione e la nostra voglia di cambiamento.
Diciamo basta! Ma, non solo a parole.
Allo stesso tempo diciamo cosa fare, il perché  e come farlo.
Proviamoci, almeno.

sabato 10 settembre 2011

Difendiamoci dai soprusi ...

TELEGRAMMA URGENTE 

Al Presidente della Repubblica Italiana 
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Salute
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro dell’Interno
Al Procuratore della Repubblica di Messina
Al Prefetto di Messina
Al Questore di Messina 
Al Sindaco del Comune di Santa Teresa di Riva
Al Comando Stazione Carabinieri di Santa Teresa di riva
Al Comando Polizia Municipale di Santa Teresa di Riva

Santa Teresa di Riva,  9 settembre  2011                          

URGENTE

Oggetto: Violazione del diritto alla salute causato da inquinamento acustico e conseguente disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone provocato da un esercizio pubblico che utilizza impianti elettroacustici di amplificazione sonora all’aperto in orario notturno presso il Comune di Santa Teresa di Riva.

È paradossale che un esercizio pubblico per il secondo anno consecutivo stia provocando, indisturbato, grave danno alla salute dello scrivente e dei suoi anziani genitori.

Eppure, il Tribunale di Messina ha emesso condanna a carico dell’esercente dell’esercizio pubblico con Decreto Penale di Condanna N. 650/11 del 28/07/2011;

eppure, in data 1 settembre 2011 il Dott. Marco Gheza, tecnico competente in acustica, ha effettuato rilievi fonometrici presso l’abitazione dello scrivente che hanno certificato il superamento dei limiti previsti dalle vigenti leggi;

eppure, in data 2 settembre 2011 il Dott. Antonio Sansone e il Dott. Giuseppe Pistone dell’Agenzia Regionale Pubblica Amministrazione (ARPA) hanno, presso l’abitazione dello scrivente, eseguito rilievi fonometrici il cui esito ha confermato il superamento dei limiti di legge;

eppure, nell’immediatezza dei controlli nessun provvedimento di sospensione è stato adottato;

eppure, ancora nei giorni 3, 4 e 8 settembre sono continuate le immissioni sonore oltre la normale accettabilità e tollerabilità, con le stesse modalità e alla stessa pressione sonora riscontrata dai Tecnici durante i rilievi fonometrici suindicati;

eppure, in data 3 settembre 2011 è stata notificata al Comune l’esistenza del decreto di condanna penale, e l’esito dei rilievi fonometrici effettuati dal Tecnico di parte e dai Tecnici ARPA;

eppure, l’autorizzazione amministrativa rilasciata dal Sindaco del Comune è verosimilmente illegittima in quanto non ottempera all’art. 8, comma 2, lettera d) della Legge Quadro n. 447 del 26 ottobre 1995;

eppure, il Direttore Generale Dott. Mariano Grillo del Ministero dell’Ambiente con nota U.prot DVA-2011-0016925 del 13/07/2011 ha esposto al Comune gli adempimenti in carco ai comuni in materia di verifica di impatto acustico ai fini del rilascio dell’autorizzazione negli esercizi pubblici dove vengono utilizzati impianti elettroacustici di amplificazione sonora.

Si sottolinea che la salvaguardia della salute propria e dei propri anziani genitori è per lo scrivente una priorità imprescindibile e improrogabile; mentre, la salvaguardia della salute di qualsiasi cittadino, bene tutelato dall’articolo 32 della Costituzione, dovrebbe essere priorità e dovere di qualsiasi Autorità.

Nessuno può impunemente arrecare danno alla salute dei cittadini.

I cittadini oltre a denunciare non hanno alcuna possibilità di difesa visto che farsi giustizia da soli non è ammesso.

Per quanto sopra si chiede l’intervento delle S.S.V.V. per far ripristinare immediatamente la legalità e per impedire, da oggi, che si continui a mettere a repentaglio la salute di  cittadini per bene e inermi di questo Paese.


giovedì 8 settembre 2011

Un pò di dignità

di Massimo Gramellini

Il mio premier è Simone Pianigiani, c.t. della nazionale di pallacanestro che, sotto di 21 punti contro Israele, infligge alla sua squadra di talentuosi molluschi una strigliata universale. «Bisogna giocare con un po’ di dignità! Con un po’ di anima! Facciamo a cazzotti, almeno. Ma che czz avete dentro?». Le parolacce di solito mi danno fastidio, ma stavolta mi hanno messo i brividi. E non solo a me: lo sfogo di Pianigiani è uno dei video più cliccati della Rete. Che czz abbiamo dentro? Il problema è tutto lì. Siamo un Paese meraviglioso ed è inutile che vi elenchi i nostri pregi, che sono sempre stati uno in più dei nostri difetti. Siamo sopravvissuti a lanzichenecchi e venditori di tappeti perché a un passo dal baratro abbiamo sempre trovato la mossa del cavallo, lo scatto di dignità. Noi siamo il Gassman debosciato della «Grande Guerra». Quello che davanti all’ufficiale tedesco che ironizza sulla vigliaccheria degli italiani, alza la testa e gli fa: «Allora, visto che parli così, mi te disi propi un bel nient». E pur di non dargliela vinta si fa uccidere, che czz.

Ora, non dico tanto. Però un po’ di anima, di dignità. La classe dirigente ne è priva. Ma noi? Siamo disposti a smetterla di considerarci pedine impotenti di un gioco incomprensibile per riappropriarci del nostro destino? A svegliarci dal torpore lamentoso degli schiavi e a lottare con orgoglio per quello in cui crediamo? Nulla è inarrestabile, neanche il declino. Ci sarà un tempo per ricordarsi di aver avuto paura. Ma non è questo il tempo. Ora bisogna dare tutti qualcosa in più, amare questa comunità e portarla in salvo. Facciamo a cazzotti con la rassegnazione, almeno.

LASTAMPA.it Opinioni

sabato 3 settembre 2011

Ho denunciato il Sindaco di Santa Teresa di Riva per ...

OMISSIONI DI ATTI DI UFFICIO 

Invero la denuncia-querela ho cercato di evitargliela in tutti i modi visto che il Sindaco è stato mio compagno di scuola alle medie  e provo per Lui l’affetto che si prova per i compagni di scuola e di giochi. Potrei affermare che non sono stato io a denunciarlo, ma egli stesso col suo comportamento.

Il Sindaco ha omesso di adempiere alle disposizioni in materia di impatto acustico (art. 8 Legge 447/95) ai fini del rilascio di autorizzazione a un esercizio pubblico che utilizza impianti elettroacustici di amplificazione sonora.

Sono curioso di sentire come si difenderà dalle accuse visto che sinora egli ha evitato di dare spiegazioni per iscritto. A voce, mi ha detto che si fida dei suoi Collaboratori e se questi gli dicono che l’autorizzazione andava data era suo dovere darla. Questa giustificazione mi è sembrata un modo per scaricare le Sue responsabilità sugli altri.

Avrei potuto già denunciarlo l’anno scorso, ma ho evitato (e me ne dolgo). Speravo che si ravvedesse, che si informasse meglio sulle problematiche da inquinamento acustico e sulla Legge Quadro che regola la materia. Gli ho parlato, gli ho scritto, l’ho informato. Ho persino informato tutti i consiglieri Comunali e quasi tutti i componenti la Giunta. Tutto è stato vano.

Eppure è un medico e dovrebbe conoscere bene, se non le leggi, almeno gli effetti sulla salute delle persone provocati dalle immissione sonore oltre i limiti della normale tollerabilità.

In questa denuncia non c’è niente di personale. È solo un mezzo per salvaguardare la salute dei cittadini e ripristinare la legalità, visto che tutti gli altri passi fatti non sono serviti a niente.

La Magistratura potrebbe ritenere non sufficienti le argomentazioni esposte nella denuncia per sostenere l’accusa in giudizio. Questo non cambia i termini della questione. Non occorre una sentenza di condanna per dare un giudizio etico o per criticare e censurare i comportamenti dei nostri Amministratori.

Ognuno può avere la sua opinione sul Sindaco di Santa Teresa di Riva e sull’intera Amministrazione comunale. Sicuramente ci sarà chi li apprezza e chi li disprezza, a ragione o a torto. Ognuno è libero di farsi l’opinione che crede. E, di trarne le conseguenze.

Io proverò a raccontare dei fatti per come li ho vissuti, dal mio punto di vista,  da cittadino  …







mercoledì 27 luglio 2011

Un esempio a cui ispirarsi ...

Paolo Sylos Labini

L’incompetenza e la scarsa attenzione alla legalità sono intrecciate: Berlusconi per mantenersi al potere ha bisogno di camerieri, i quali possiedono la peculiarità di obbedire, ma quasi mai quella di essere colti. La loro abilità è servire. Chi possiede un qualche valore e una qualche competenza, non può essere servo fino in fondo, quindi con Berlusconi non dura. A un mio amico che è andato con Berlusconi dissi: guarda, non è sufficiente che tu ti inchini. Adesso ha capito che avevo ragione, però gli ho tolto il saluto. I miei rapporti con il prossimo vengono meno quando lo vedo fare il servo. Allora parte il disprezzo.

[Paolo Sylos Labini (30 ottobre 1920 – 7 dicembre 2005), Ahi serva Italia. Un appello ai miei concittadini, a cura di Roberto Petrini, Laterza, Roma-Bari 2006]

Incompetenza e scarsa attenzione alla legalità, mediocrità, senso del dovere inesistente, mancanza di controlli e nessuna assunzione di responsabilità di chi dirige e amministra (i potenti) sono le cause del degrado del nostro Paese. Tuttavia, ci sono ancora tante persone per bene e tanti giovani su cui poter fare affidamento.

Noi non  vogliamo essere servi dei potenti, figuriamoci servi dei servi. Quando si agisce da cittadini nessun potente e nessun servo di potenti ci potrà mai prevaricare o intimidire. Noi possiamo camminare a testa alta, mentre loro abbassano la testa al nostro passaggio.

martedì 19 luglio 2011

In ricordo di Paolo Borsellino

e degli agenti di scorta: AGOSTINO CATALANO, EMANUELA LOI, VINCENZO LI MULI, WALTER EDDIE COSINA, CLAUDIO TRAINA

È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
                                                                  PAOLO BORSELLINO

sabato 16 luglio 2011

Non è più tempo di ...

CHIU' PILU PE' TUTTI (VIDEO)

Si parla tanto di programmi specialmente durante le elezioni. C’è la tendenza da parte dei partiti e dei leader politici a promettere di tutto e di più.
Più le promesse non stanno né in cielo né in terra, più producono consenso: fanno vincere le elezioni. Allora, si scatena una gara a chi la spara più grossa.
È tempo di cambiare, di provocare il cambiamento, di pretenderlo. Questo richiede da parte nostra una presa di coscienza. Si tratta di operare uno stacco nei caratteri politici tradizionali che distinguono negativamente il nostro Paese, specialmente al Sud: clientelismo, illegalismo, mancanza di principi, opportunismo, pura propaganda, spirito gregario, irresponsabilità.
Occorre ripristinare i valori civili, favorire il ricambio della classe dirigente, la riforma della struttura economica, l’autogoverno locale e la democrazia diretta.
La chiave per aprire al cambiamento è la partecipazione: sulla porta d’ingresso del cambiamento ci deve essere scritto DEMOCRAZIA PARTECIPATA; nella stanza dei bottoni devono poter accedere i GIOVANI che lo meritano. Sei d’accordo?

martedì 12 luglio 2011

I mie maestri
Nella mia prima giovinezza ho sognato il POPOLO AL POTERE. Mi sono girato intorno tanto tempo per cercare un “rivoluzionario puro” e mettermi al suo servizio per costruire il mondo ideale. Ne ho perso, tanto, di tempo (che tuttavia non rinnego!) in questa ricerca del locus amoenus. Poi finalmente sono sceso in terra: non ho mai trovato la VERITA’ che cercavo in una sola persona, ma ho trovato tanti individui che, come me, erano in cammino, credevano, speravano. Io li elenco qui, di seguito, quelli con cui cammino oppure ho fatto un pezzo di strada “condivisa”. Non pretendo che siano quelli di tutti, anzi, per favore, desidero che mi indichiate anche i vostri…
Sandro Pertini; Enrico Berlinguer, Valentino Parlato, Rossana Rossanda, Pietro Valpreda, Giuseppe Pinelli, Adriano Sofri; Antonino Caponnetto, don Luigi Ciotti, Giancarlo Caselli, Libero Grassi, Mauro Rostagno, Pippo Fava, Rita Atria, Graziella Campagna, Danilo Dolci, Giuseppe Impastato, Gianni Minà, Mauro De Mauro; don Gino Rigoldi, Madre Teresa di Calcutta, Dom Hélder Câmara, Mahatma Gandhi, Papa Wojtyla, Gesù Giuseppe Maria di Nazareth; Carlo Marx, Herbert Marcuse, Antonio Gramsci, Simone Weil, Dietrich Bonhoeffer, Michel Foucault; Carlo Pisacane; Stefano D’Arrigo, Alda Merini, Cecco Angiolieri, San Francesco D’Assisi, Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Paolo Volponi, Socrate, Fernanda Pivano, Garcia Lorca, Pablo Neruda, Roland Barthes, J. Paul Sartre, Elsa Morante, Lalla Romano; Lapo Gianni e Guido Cavalcanti, Albert Camus, Simone De Beauvoir; Sergio Leone, Quentin Tarantino, Dustin Hoffman, Robert De Niro, Gian Maria Volontè, Roberto Benigni, Olmi, i Fratelli Taviani; Claudio Lolli, Joan Baez, Francesco Guccini, Patti Smith, Jimi Hendrix, Bob Dylan, Augusto Daolio, Marisa Sannia, Angelo Branduardi, Dalida, Luigi Tenco, Teresa De Sio, Antonella Ruggiero, Daniele Silvestri, Mia Martini, Zucchero Fornaciari; Fernando Botero; Margherita Hack; Galileo, Copernico; Lucrezio, Petronio; Xavier Zanetti, Gianni Rivera, Beppe Bergomi, Giacinto Facchetti, Roberto Baggio; i miei figli Paolo e Cristian; Franco Giordano di La Spezia; Walter Molinaro di Milano; Santo Trimarchi ed Elita Casablanca di Santa Teresa Riva; Tino Parisi di S. Alessio Siculo; Giovanni Cannata di Furci Siculo; Ermanno Arrigoni di Almenno S. Salvatore; Mimma Stornanti di Messina.
Mi hanno anche molto aiutato a crescere: Molly Bloom, Madame Claudia Chauchat, Emma Bovary, Cassandra, Don Chisciotte della Mancia; a cui posso tranquillamente aggiungere Pecos Bill, Bocca di Rosa, Rosamunda. Oggi, dopo anni di silenzio, emerge dagli anni anche il nome e il viso di Aldo Lenzo.

nino lo conti

sabato 9 luglio 2011

Indignarsi non basta.

Il futuro della politica ha bisogno di regole e percorsi che siano trasparenti e partecipate, la nuova amministrazione comunale di Santa Teresa deve essere guidata e governata da questi principi. I cittadini devono contare nelle scelte che le riguardano,non è più possibile delegare i propri bisogni e la vita di un territorio ai soli eletti nella più assoluta mancanza di controllo.Il processo partecipativo punta su azioni semplici e chiare quale l'informazione accessibile, le assemblee e le riunioni di decentrate nel territorio, partecipazione dal basso con regole dettate dal Consiglio Comunale,l'istituzione di referendum propositivo e abbrogativo, attivazione di una quota di bilancio partecipato. Dobbiamo privilegiare l'interesse pubblico e non gli interessi privati e dobbiamo ridurre i costi della politica a partire dalle spese di rappresentanza e dalle consulenze.
Se condividi queste idee, aderisci.

mercoledì 6 luglio 2011

Il singolo conta

La consapevolezza di se passa attraverso quattro parole: chiarezza, coerenza, impegno e partecipazione.
La chiarezza riguarda le convinzioni profonde. Per non essere disorientati è necessario sapere quel che si vuole davvero. Se il riferimento personale è il bene comune allora si deve essere disposti a mettere da parte i propri privilegi per non mettere a rischio i diritti fondamentali altrui. Fatta chiarezza, occorre coerenza.  La coerenza riguarda la relazione tra quel che si dice e quel che si fa. La coerenza richiede attenzione e impegno, richiede cura quotidiana del proprio essere in famiglia, con gli amici, con gli estranei, con le istituzioni, con i soggetti più forti e con i soggetti più deboli. Comporta di fare quel che si dice. Il rispetto dell’altro equivale anche al rispetto di sé,  e ogni volta che si degrada, o si consente che sia degradata un’altra persona, noi stessi ne siamo degradati in quanto parte di un medesimo insieme.
Chiarezza e coerenza non bastano. Quando si vive con gli altri è indispensabile prendere parte alla vita sociale. Per essere disposti a partecipare è necessario liberarsi della sfiducia di sé e delle proprie azioni, acquisire la consapevolezza che il singolo conta.

[Gherardo Colombo “Sulle Regole” Feltrinelli]

C’è poco da aggiungere alle parole di Gherardo Colombo per spiegare quanto sia importante acquisire la consapevolezza che ogni singola persona conta. Ciascuno deve fare chiarezza dentro se stesso. Deve acquisire la consapevolezza di se, di essere importante, un cittadino. Ciascuno è fondamentale per l’affermazione dei diritti e dei doveri altrui, del bene comune, della legalità, della giustizia, della pace. Senza un minimo di impegno, di partecipazione e di vigilanza civica si va sempre più perdendo lo status di “cittadino”.

giovedì 30 giugno 2011

Ritorno alla responsabilità dei cittadini

Chiediamoci: quali Comuni sono meglio amministrati?
Se riflettiamo su questo, la risposta non può che risultare evidente. I Comuni meglio amministrati sono quelli meglio organizzati e dove i cittadini sono più consapevoli dei loro doveri e dei loro diritti.

Dove le informazioni, la verifica dei fatti, dei comportamenti e della coerenza di chi amministra sono costantemente sotto osservazione tutto funziona meglio.

Fin’ora noi abbiamo sempre preferito delegare scegliendo magari il fustigatore di turno dei cattivi amministratori che hanno gestito il potere fino ad ieri. Questo è materialmente più comodo per noi perché, affidando le scelte ad altri, la responsabilità individuale scompare. La responsabilità non è più nostra. Ciò, quasi sempre, finisce per essere un danno enorme. Quando si affida ad altri il proprio destino, questi non agiscono secondo le finalità e gli interessi dei cittadini che glielo hanno affidato, ma secondo fini o interessi propri o della propria parte politica.

Il disinteresse e l’indifferenza dei Cittadini accresce il potere di chi è stato delegato, e questo comporta la distribuzione diseguale di diritti e doveri; comporta strade aperte per i loro amici e strade chiuse per tutti gli altri. Tutto diventa “ad personam”.

Chiamarsi fuori, escludere qualsiasi responsabilità individuale, delegare ad altri la soluzione dei problemi conduce a deleghe in bianco. Invece, ciascun cittadino deve tornare alla responsabilità e contribuire alla costruzione del bene comune. Ciò avviene partecipando, non ritraendosi, facendo e non lasciando fare, assumendosi le proprie responsabilità e rispondendo a ciò cui si è chiamati nell’organizzazione sociale. In altre parole, facendo bene il proprio lavoro.

domenica 26 giugno 2011

Conoscere per decidere

L’ipnosi in cui da alcuni anni erano caduti [gli italiani] è terminata, si sono risvegliati dall’indifferenza e non danno più retta alle promesse: vogliono i fatti e li vogliono subito.
Questo positivo risveglio non è tuttavia privo di rischi e pericoli. La soluzione dei problemi complessi e antichi non si improvvisa, l’epoca dei miracoli è finita, non esistono bacchette magiche. I risvegliati debbono partecipare con tenace intelligenza alla costruzione della nuova società è giusto che chiedano fatti e non parole, ma i fatti non cadono dal cielo, sono le tappe d’un percorso e d’un impegno.
I risvegliati debbono contribuire alla costruzione di quel percorso e garantire il loro impegno, altrimenti il vento nuovo si affievolirà, tornerà la bonaccia e l’indifferenza, l’attesa di improbabili miracoli e d’una nuova figura carismatica che si proponga come l’ennesimo uomo della provvidenza.
Non esistono uomini della provvidenza se non nella fantasia di sudditi che si rifiutano di diventare cittadini.
Le esperienze antiche e recenti dovrebbero averci insegnato che il popolo sovrano esiste soltanto se la sovranità viene esercitata ogni giorno. Da tutti e da ciascuno, operando al meglio nel proprio privato e partecipando alla costruzione del bene pubblico. Se il vento nuovo servirà ad infonderci questi sentimenti e questi comportamenti, il risultato ci sarà.

[Tratto dall’articolo di Eugenio Scalfari, “Una zattera in tempesta senza timoniere”, La Repubblica del 26 giugno 2011]

Quanto scritto da Scalfari è ciò che avrei voluto scrivere, se ne fossi stato capace, per spiegare che la soluzione dei problemi d’una comunità non s'improvvisa. Bisogna prima di tutto conoscere i problemi a fondo e, dunque, occorre documentarsi: esaminare, studiare e poi valutare le soluzioni alle varie problematiche. È necessario conoscere per decidere. Le soluzioni dei problemi non cadono dal cielo, come scrive Scalfari, sono appunto le tappe d’un percorso e d’un impegno.

Come persone, abbiamo il dovere di operare al meglio nel nostro privato e di partecipare tutti alla costruzione del bene pubblico.

giovedì 23 giugno 2011

Riscoprire il mestiere di cittadini

Gli italiani hanno dimostrato nei secoli di inventare sistemi politici e sociali senza precedenti. Anche la trasformazione di una repubblica in una grande corte è un esperimento mai tentato e mai riuscito prima. Rispetto alle corti dei secoli passati, quella che ha messo radici in Italia coinvolge non più poche centinaia di persone, ma milioni di persone e le conseguenze sono le medesime: servilismo, adulazione, identificazione con il signore, preoccupazione ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. Poiché il sistema di corte ha plasmato il costume diffondendo quasi ovunque la mentalità servile, il rimedio dovrà essere di necessita coerente alla natura del male, vale a dire riscoprire, o imparare, il mestiere di cittadini. Per quanto sia ardua è la sola via. Il primo passo è capire il valore e la bellezza dei doveri civili

[Maurizio Viroli, La libertà dei servi, anticorpi Laterza, dodicesima edizione 2011]

Siamo in mano a squadre di mediocri, per colpa nostra, perché ce li siamo scelti. Questi mediocri a loro volta nominano mediocri come loro o addirittura peggio di loro. Continuando così, rinunciando a liberarci dei mediocri non facciamo un buon servizio a noi stessi e alla nostra comunità. Mandare a casa mediocri e furbi è un dovere;  è una necessità impellente se vogliamo risorgere ed aspirare ad un futuro migliore. Dobbiamo riappropriarci della cittadinanza: basta elemosinare favori e vite da precari per i nostri figli. Meno lamentele e più fatti concreti, più impegno, più coraggio. Esercitiamo  in ogni manifestazione del quotidiano i doveri e i diritti civili.

“Solo esercitando sempre in ogni occasione il mestiere di cittadino, si costruisce il paese e si diviene protagonisti della democrazia”.

martedì 21 giugno 2011

L'esempio educa più delle parole

Quando il suo avvocato gli propose di chiedere clemenza al Duce, Carlo Rosselli rispose dal carcere di Como: “ma c’era proprio bisogno dell’intervento [dell’avvocato]? Non c’era modo attraverso lo zio [Salvemini] di comunicare subito il no?  Il no è pregiudiziale, indipendentemente dal merito. Mi avessero chiesto di amare mia madre e mia moglie, avrei mostrato il medesimo contegno. Non voglio adattarmi a riconoscere un’attenuazione dei miei diritti. Certo ai tempi d’oggi, non è facile seguire una linea di condotta così rigida; e a volte mi domando se per avventura non esageriamo; ma la conclusione è sempre la stessa. Comunque abbia a chiudersi l’avventura personale e collettiva voglio sortire col mio capitale morale intatto. Respingo quindi ogni forma di garanzia, pegno, ipoteca…”.  Pochi giorni dopo, scrive per respingere di nuovo le proposte dell’avvocato di promettere per il futuro buona condotta, il che voleva dire abbandonare la lotta antifascista: “Quando si accetta di iniziare una tacita transazione ci si pone su un terribile piano inclinato; non ci si ferma più; cade ogni limite e tutto è lecito. So che quasi tutti al mio posto avrebbero agito (e in pratica agirono) diversamente; anche i migliori. So che di questi tempi ogni impegno unilaterale è viziato dalla debolezza dell’obbligato. So forse qualcosa di più: che potrà venire anche il momento nel quale avrò quasi a pentirmi di tanta ostinazione. Ma ormai il dado è tratto ed è inutile rammaricare. Sento, ti ripeto, per istinto, che l’esempio potrà servire solo se sarà puro, perfetto, incontaminato, solo se servirà a dimostrare che c’è stato qualcuno che ha saputo seguire, malgrado tutto, una linea di moralità, di intransigenza assoluta.”.

[I Rosselli. Epistolario familiare 1914-1937, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano 1997, p.332.]

C’è bisogno di dare esempi, anche piccoli esempi, come quelli che possiamo dare noi cittadini. Piccoli gesti sono sufficienti. Non bisogna essere eroi: per non buttare cicche di sigarette e carta e altre schifezze in strada e sulla spiaggia; per pulire la cacca del proprio cane; per tenere pulito il pezzetto di marciapiede di fronte casa propria; per richiamare garbatamente il vicino o il passante che lascia cadere a terra una cicca di sigaretta o un pezzo di carta. Una persona intelligente e per bene vi ringrazierà per avergli ricordato il suo dovere di cittadino.

Non potremo cambiare niente se prima non cambiamo (miglioriamo) noi stessi e non aiutiamo gli altri a cambiare dando il buon esempio. Siete d’accordo?

domenica 19 giugno 2011

Appello alla adesione al progetto di Democrazia Partecipata

Cari amici e cittadini di Santa Teresa di Riva, mi auguro che questa  iniziativa, il tentativo  di dare vita ad un progetto di cambiamento reale e dal basso,  possa svilupparsi e prendere forma.

Spero che il blog faccia da scintilla e inneschi in tutti, uomini e donne, e soprattutto nei giovani di Santa Teresa di Riva, la fiamma che alimenterà il progetto di cambiare radicalmente il modo di fare Politica e il modo di intendere la cittadinanza.

La realizzazione di qualsiasi progetto richiede tempo e impegno. Questo è così ambizioso che necessiterà di uno sforzo più grande da parte di tutti. Non abbiamo un capo da seguire, non dobbiamo costituire un gruppo di “fedeli” che seguono un capo. Saremo un gruppo di cittadini, con pari dignità e tutti importanti e determinanti. Le associazioni che operano sul territorio sono benvenute.

La “raccolta” delle adesioni è già aperta. Chi si impegna deve non solo promettere ma realmente dedicarci del tempo. Non ci sono limiti alle adesioni: più siamo, più forti saremo.

L’appello è rivolto indistintamente a tutti i cittadini che si riconoscono nel progetto, nel codice etico e sentono il dovere di partecipare.  Ogni cittadino, ognuno di noi, contribuirà nell’ambito delle proprie conoscenze e possibilità. Nessun cambiamento è possibile senza il contributo anche piccolo  di tutti.

Tuttavia, senza una adeguata, anche se piccola, struttura organizzativa non si può fare molto. Quanto prima apriremo un FORUM che funzioni da luogo di incontro e di discussione per muovere i primi passi.

Per manifestare adesione o interesse scrivere direttamente sul blog o contattare:

  ALDO -->  email: aldolenzo@virgilio.it  cell: 339 7527663

sabato 18 giugno 2011

Democrazia Partecipata a Santa Teresa di Riva

“Democrazia Partecipata” ha lo scopo di far partecipare attivamente i cittadini alle discussioni e alla definizione delle decisioni della comunità superando la fase del puro ascolto di ciò che, spesso, decideranno gli amministratori eletti. In altre parole, vogliamo che il cittadino non limiti la sua azione al voto ogni 5 anni (lamentandosi in continuazione di come vanno le cose) ma che si informi, discuta, voti consapevolmente o partecipi ad eventi e decisioni in cui diventa protagonista.

Gli strumenti della democrazia partecipata e diretta possono costituire una formidabile occasione di crescita civile e un potente mezzo per migliorare più efficacemente e dal basso il nostro Paese partendo dal nostro Comune.

“La democrazia è come un orto: se non la si coltiva con amore non da frutti.”

Una comunità di cittadini partecipi e attenti è sicuramente una comunità più capace di far fronte alla grande complessità sociale, ambientale e economica dell’epoca che stiamo vivendo.

     Comitato Promotore
"Democrazia Partecipata"

Tra i doveri essenziali dell’uomo Kant pone quello dell’orgoglio, della fierezza morale. Egli dice: “Non farti servo di nessuno”! E questo vuol dire: “Non subordinare la tua coscienza ai timori e alla speranza della vita inferiore: non avvilire la tua personalità piegandola servilmente dinnanzi ad altri uomini”! Soltanto chi sente in se l’esigenza di questa dignità morale, di questa fierezza inflessibile, è un uomo nel vero senso della parola: il resto è gregge nato per servire.     
                                                            PIETRO MARTINETTI (1926)

Occorre compiere in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché in ciò che sta la dignità umana.

                                                          GIOVANNI FALCONE