sabato 24 dicembre 2016

I comitati No Discarica di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco, Zero Waste Sicilia e il Presidio del Patto Fiume Simeto, uniti contro la Delibera di Giunta n° 83 del 19/12/2016 del Comune di Motta Sant'Anastasia

Sono passati solo alcuni anni, sono cambiati i protagonisti ma, nella sostanza, non è cambiato nulla: torna sulle nostre teste la minaccia degli inceneritori. Siamo, infatti, nuovamente spettatori di una tragedia per la nostra terra che vede un'amministrazione comunale poco accorta, per nulla informata sui pericoli reali legati alla stretta convivenza con un “termovalorizzatore” e, vogliamo credere, raggirata da una grossa azienda che propone la costruzione di un “polo tecnologico” che conterrebbe, tra le altre meraviglie, un inceneritore, meglio un “cancrovalorizzatore”,  da 700 mila tonnellate annue a (finte) emissioni "zero". Sono cambiati solo i Comuni e le ditte appaltatrici. Infatti, il 19/12/2016 la Giunta comunale di Motta nella delibera n. 83, all'unanimità e con immediata eseguibilità, approva la proposta presentata dal Sindaco Carrà a seguito dello studio di fattibilità presentato, a sua volta, dall'elvetica Nexxus Energy AG per la costruzione di un "Centro Tecnologico Innovativo", nei pressi della stazione ferroviaria di Motta Sant'Anastasia e dello svincolo autostradale della PA-CT. La zona interessata alla costruzione di questo centro composto da 13 piattaforme per il trattamento dei rifiuti, un centro di ricerche scientifiche, un museo, un punto di ristoro e un parco con annesso laghetto, ricade al limite tra i territori di Motta S. Anastasia e Belpasso e a ridosso del fiume Simeto in piena area agricola.
Noi cittadini, non ci aspettiamo che l'amministrazione comunale di Motta capisca che la definizione di "impianto ad emissioni zero" è una falsità scientifica e tecnologica senza precedenti, perchè sappiamo bene che, a meno che non vengano inserite in una centrale a fissione nucleare (non ancora esistente), le 700 mila tonnellate annue non possono essere trasformate in energia pura e sparire nel nulla, quindi si possono solo trasformare in ceneri (25% circa) da smaltire in discarica come costoso rifiuto speciale e in gas letali (75% circa) disperse in atmosfera come furani, diossine, e particolato di varie dimensioni. E visto che sorgerà in mezzo ad aranceti, vanno distinte le emissioni in microinquinanti (diossine, polveri ecc.) e macroinquinanti (SOx e NOx). Le SOx, lo ricordiamo,  sono responsabili delle piogge acide (reagendo con l'umidità dell'aria) perché producono acido solforico e solforoso, bucando il fogliame degli alberi.
Non ci aspettiamo nemmeno che tale amministrazione creda al recentissimo rapporto dell'OMS, pubblicato sulle maggiori testate nazionali, che afferma che ogni anno in Europa muoiano per malattie legate alla scarsa qualità dell'ambiente, 467 mila esseri umani e che spinge ancora di più, le Nazioni europee ad accelerare sul piano dell'effettivo riciclo e riduzione dei rifiuti.
Non ci aspettiamo che i suoi componenti conoscano il cosiddetto “Pacchetto sull’economia circolare”, emanato dalla Commissione Europea il 3/12/2015, il quale propone il divieto entro dieci anni dell’incenerimento di rifiuti compostabili e riciclabili.
Non ci aspettiamo nemmeno che i consiglieri di maggioranza credano  ai rapporti annuali dell’Ispra e alle “favole” raccontate da Zero Waste Sicilia sul ciclo virtuoso dei rifiuti, su come sia possibile ridurre per la quasi totalità, la quantità di rifiuti veri e propri e riutilizzarli come “materie prime seconde”.
Non ci aspettiamo nemmeno che capiscano che l'idea di bruciare un rifiuto è opposta all'idea di “recuperare materia” proprio perchè la combustione interrompe il ciclo virtuoso delle materie prime e non restituisce all'ambiente nient'altro che sostanze altamente inquinanti volatili e non.
Infine, non ci aspettiamo che capiscano che la costruzione di museo, centro di ricerca scientifico e parco con laghetto all'interno di un ecomostro che svetterà con le sue ciminiere e le sue strutture di cemento tra gli aranceti, condannati a morte sicura dopo aver prodotto per anni frutti stracolmi di diossina e metalli pesanti, rappresentino il classico specchietto per le allodole.
Quello che ci aspettiamo è che l’amministrazione ricordi di aver sottoscritto una convenzione, il 19 maggio del  2015, sancendo presso l’Università di Catania la nascita del Presidio partecipativo del patto del fiume Simeto, che ha tra le sue “finalità non negoziabili” la tutela dell’ambiente secondo la filosofia rifiuti zero.
Quello che ci aspettiamo è che quando il consiglio comunale tratterà all’odg la variante del PRG che trasformi da agricoli ad industriali quei terreni, i consiglieri (di maggioranza e di opposizione) respingano, senza se e senza ma,  la delibera n°83 e che si rendano conto della grande responsabilità della loro scelta che si ripercuoterà, non solo su loro stessi e sulla popolazione di Motta, già profondamente martoriata dalle venefiche emissioni delle arcinote discariche, ma anche sulla salute dei Comuni che fanno parte dell’intera valle del Simeto determinando, inoltre, la compromissione di tutto il comparto agricolo.
I comitati No Discarica di Motta e Misterbianco, Zero Waste Sicilia e il Presidio del Patto Fiume Simeto si impegneranno congiuntamente con tutte le loro forze, a far capire all’intera vallata, comunità per comunità, tutto quello che gli amministratori distratti dagli specchietti e dalle promesse scritte sulla sabbia, non vogliono capire e, come già fatto negli anni passati, troveranno il modo di bloccare la costruzione di inceneritori e strutture simili che servono solo ad arricchire pochi speculatori senza scrupoli, a scapito di molti cittadini poco o per nulla informati.

venerdì 23 dicembre 2016

Giustizia e dignità


Tempo fa, per commentare un post dal titolo "Abbassiamo il volume. Silenzio rifiutato", pubblicato su Inquinamento acustico.it, scrissi alla redazione titolando: “Come indurre le Istituzioni a fare il loro dovere?”. Nella nota evidenziavo che la responsabilità maggiore per i danni causati dal rumore non dipende, per fare un esempio, dal gestore senza scrupoli di un bar che abusa degli impianti di amplificazione, ma da chi è preposto, per dovere d’ufficio, a fare i controlli ed a reprimere questi fenomeni di inciviltà, veri e propri attentati alla salute delle malcapitate persone, costrette a subire l’oltraggio del disturbo e quello dei diritti negati. Cosicché, ho dovuto denunciare i dei due sindaci pro tempore, succedutisi alla guida del Comune in cui abitavo, e le locali forze dell'Ordine. Entrambi i sindaci nella loro posizione di garanti, dotati di poteri-doveri giuridici in materia di igiene e sanità pubbliche, avrebbero dovuto porre rimedio al fenomeno di inquinamento acustico o contrastarlo senza ritardo. Nella risposta la Redazione ha messo in luce che "gli avvenimenti da Lei descritti sono una chiara testimonianza che le “regole” non assolvono adeguatamente ai termini delle risposte attese, dal momento che ogni regola necessità di “arbitri” in grado di assicurare il regolare svolgimento del gioco, ma se l’arbitro è assente o non assolve appieno ai suoi compiti, quelle stesse regole perdono di utilità. Ad ogni buon conto, sono numerosi i casi in cui l’Autorità Giudiziaria ha saputo far fronte, nonostante gli innumerevoli ostacoli, a tali stati di degrado e c’è da credere che anche il caso da Lei esposto possa trovare un degno epilogo".
Il “degno epilogo” finora non c’è stato. Le istituzioni si sono dimostrate sorde, l’autorità giudiziaria inerte. In tutti i procedimenti aperti, per la maggior parte contro ignoti, l'Ufficio del pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione poi accolta dal Giudice per le indagini preliminari. C’è un ultimo procedimento in attesa che il Gip sciolga la riserva a seguito della richiesta di archiviazione del PM e della mia opposizione. Pur essendo fiducioso dell’esito positivo di questo procedimento (prosecuzione delle indagini o rinvio a giudizio), devo mettere in conto la possibilità che il Giudice decida per l’archiviazione. In tal caso non mi darò per vinto e continuerò la mia piccola battaglia per difendere i miei diritti. Difendendo i nostri diritti difendiamo la Giustizia, le Leggi e le Regole. Se non difendiamo i nostri diritti perdiamo la dignità. La dignità non è negoziabile.
A prescindere dall'esito finale, questa è comunque una piccola storia di ordinaria sconfitta di un cittadino e una Giustizia parruccona distante dai cittadini, che relega la certezza del diritto entro confini sempre più labili. Raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle. Non subirò in silenzio. In caso di archiviazione, in assenza di motivazioni che non ubbidiscano ai criteri della logica e del diritto, adirò tutte le sedi competenti, anche intentando causa civile allo Stato, perché venga riconosciuto il danno causato dal mancato esercizio dell’azione penale ovvero il diniego di giustizia.

martedì 13 dicembre 2016

Inceneritore del Mela, Zero Waste Sicilia e un gruppo di cittadini del comprensorio hanno presentato osservazioni alle integrazioni

Scaduto il termine di presentazione delle Osservazioni  sul progetto di impianto di valorizzazione energetica di CSS (Combustibile Solido Secondario) da realizzarsi nella Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela, a breve sul sito internet del Ministero dell'Ambiente saranno pubblicati i documenti con le osservazioni pervenute dalle varie associazioni, enti locali e cittadini. Vi anticipiamo le Osservazioni di Zero Waste Sicilia e un gruppo di cittadini del comprensorio del Mela che le hanno condivise ed elaborate congiuntamente. Le nuove osservazioni trasmesse al Ministero (clicca QUI per leggerle in anteprima)  integrano quelle già depositate in momenti precedenti della procedura ed evidenziano la lacunosità e l’approssimazione dei dati e delle argomentazioni fornite da A2A Energiefuture.
In particolare nelle osservazioni è stato rilevato e ribadito che, contrariamente a quanto affermato nel progetto, non ci sarà una massa di rifiuti tale da soddisfare l’intero fabbisogno di CSS del termovalorizzatore alla data della sua entrata in esercizio, presumibilmente nel 2020; l’impianto proposto, per le sue dimensioni e per l’ubicazione scelta si pone in contrasto e non a complemento col piano regionale di gestione dei rifiuti; non vengono forniti ulteriori elementi qualitativi e quantitativi che consentano di apprezzare la valenza del progetto nell'ambito della programmazione energetica nazionale; inoltre, il proponente non fornisce elementi valutabili (progetti di massima dei nuovi impianti) per delineare il quadro complessivo in cui si inserisce l’inceneritore, ma fa riferimento  ad alcune pagine di una brochure promozionale e propagandistica,  distribuita nelle scuole e nelle famiglie in occasione dei referendum comunali tenuti in alcuni comuni della valle del Mela, nella quale si delinea in astratto l'incerto futuro dell'ipotetico "polo energetico integrato". Altresì nelle osservazioni è stata evidenziata l’incongruenza tra la tecnologia di combustione scelta (griglia raffreddata ad aria) e l’utilizzo del CSS, per il quale sarebbe da preferire il “forno a letto fluido” (utilizzato nei termovalorizzatori di Bergamo e Corteolana (PV), entrambi gestiti da A2A). La scelta del forno a griglia viene giustificata con la volontà di trattare rifiuti a basso potere calorifero inferiore (PCI) ovvero rifiuto indifferenziato tal quale. Tale scelta però è in contrasto con quanto prevede il piano regionale dei rifiuti (in merito al parametro di PCI utilizzabile) e il progetto presentato, che prevede la valorizzazione energetica del CSS e non del rifiuto indifferenziato.
Anche con riguardo alla concentrazione di inquinanti nelle emissioni, nel progetto non vengono rispettati i limiti previsti dal piano regionale dei rifiuti, il quale, ad oggi, stabilisce che tale concentrazione deve essere minore di un ordine di grandezza del valore limite indicato dalla legge (decreto legislativo 152/2006). Infine, come di certo sarà evidenziato in altre osservazioni, le integrazioni fornite da A2A relativamente all'impatto paesaggistico, non dimostrano che le opere proposte non costituiscono potenziamento degli impianti e che non vi sarebbe ampliamento delle aree interessate, al fine del superamento del parere negativo già espresso dal Ministero dei Beni Culturali. Pertanto, nelle Osservazioni viene chiesto alla Commissione VIA di rigettare il progetto.
Nelle osservazioni, oltre agli aspetti tecnici non convincenti del progetto, si indicano le priorità per l'attuazione di una corretta politica di gestione dei rifiuti. Il documento è stato trasmesso per conoscenza alle autorità nazionali, regionali e locali. La Regione Siciliana non ha ancora espresso il proprio parere sul progetto in questione. Nel documento si ribadisce che l'interesse nazionale non può essere identificato con l'incenerimento dei rifiuti ma con il loro corretto, efficace, efficiente, economico e sicuro trattamento/smaltimento. Gerarchia dei rifiuti ed economia circolare devono essere i cardini di una strategia di preminente interesse nazionale, regionale e locale volta ad evitare il ricorso all'incenerimento e limitare lo smaltimento in discarica.


domenica 11 dicembre 2016

Termovalorizzatori, la fissa del prof. Randazzo

Art.  Gazzetta del Sud
Nell’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud di oggi, che potrete leggere cliccando sull’immagine, il prof. Randazzo ci spiega “sapientemente” come i termovalorizzatori (gli inceneritori di rifiuti) siano l’unica vera soluzione della questione rifiuti che attanaglia la nostra Regione. L’assunto dal quale parte il prof. è quello che la raccolta differenziata che “per miracolo” avrebbe dovuto far sparire i rifiuti nei nostri territori da noi non può funzionare “perché tutto finisce comunque in discarica”. Come dire inutile che ci curiamo perché tanto dobbiamo morire. “A tutti piacerebbe un sistema basato sul riciclo” (curarsi dalle malattie), scrive il prof., “ma tutto o quasi tutto finisce in discarica” (ma tutti siamo destinati alla sepoltura).
Poi il prof. Randazzo constata che in Sicilia la filiera del riciclo ha una diffusione limitata ci sono poche industrie [ci sono pochi ospedali e posti letto] e se anche i rifiuti venissero differenziati al 65% come prevede la legge, le varie frazioni non potrebbero essere riciclate per mancanza di impianti di trattamento e industrie [se anche i malati venissero accolti tutti, morirebbero comunque per mancanza di posti letto medicine e bravi medici]. Dunque, data l’impossibilità di riciclare i rifiuti [curare i malati] l’unica soluzione è il loro incenerimento [non curarli, farli morire e incenerirli] in questo modo necessiteranno meno discariche [ospedali e cimiteri]. Così si affronta l’emergenza rifiuti e discariche piene [ospedali affollati] e si bonificano le discariche [i cimiteri]. Inoltre il prof. Randazzo prospetta una soluzione in 5 punti. Infine risolta l’emergenza, vuotate le discariche [ospedali e camposanti], si potrà passare ad una fase di gestione ordinaria nella quale andranno incentivate tutte quelle iniziative private volte alla valorizzazione delle materie prime seconde [restituire le cure  ai malati in cliniche private].

Non mi era ancora capitato di leggere, sulla questione rifiuti, tante spropositi messi assieme in uno stesso articolo. Neanche A2A che vuole costruire un inceneritore a San Filippo del Mela e ha fornito una corposa documentazione sull’argomento, è arrivata a dire che noi siciliani siamo antropologicamente inferiori e non riusciremo mai a differenziare i nostri rifiuti. Rendere efficace, efficiente ed economica la raccolta differenziata è una questione di volontà politica e organizzazione. Lo stesso vale per la realizzazione degli impianti per il trattamento e il recupero di materia dai nostri scarti post-consumo. L’eventuale carenza di industrie verrebbe in breve tempo superata ad opera degli stessi imprenditori del settore che attualmente operano nella nostra Regione, i quali investirebbero in relazione alla maggiore quantità di rifiuti da trattare, accrescendo il loro volume d’affari e creando nuova occupazione. Ma anche se così non fosse, le materie recuperate potranno essere vendute sul vasto mercato delle materie prime seconde. Inoltre, caro professore, stia attento a quello che dice, altrimenti si inimica quelli di A2A che sostengono di utilizzare le migliori tecnologie al mondo per il contenimento degli inquinanti. Dunque, in Italia i nostri inceneritori sono più all’avanguardia degli inceneritori del Nord Europa. La potrebbero querelare. Infatti i dati danno ragione ad A2A. Ci si ammala di cancro più nei Paesi del nord Europa rispetto all’Italia e proprio dove l’incenerimento dei rifiuti è più praticato. Al primo posto al mondo c’è la Danimarca, poi Francia (2), Belgio (4), Norvegia (5), Irlanda (7), Olanda (9), Slovenia (11), Svizzera (15), Ungheria (16), Islanda (17), Germania (18), Lussemburgo (20). L’Italia è al 21esimo posto (dati World Cancer Research Fund International).

sabato 10 dicembre 2016

I fautori nostrani dell’incenerimento dei rifiuti si mobilitano

Oggi sulla cronaca di Messina del quotidiano la Gazzetta del Sud, in concomitanza con la scadenza della presentazione delle Osservazioni del Pubblico al progetto di un impianto di incenerimento con recupero di energia da realizzare (se otterrà l’autorizzazione) nella Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela, è stato pubblicato un articolo a firma di Lucio D’Amico che magnifica l’impianto di termovalorizzazione di “Silla 2” in provincia di Milano la cui direzione è stata affidata all’ingegnere Emilio Pizzimenti originario di Messina. Vorremmo sapere se si  tratta di uno spot pubblicitario gratuito o a pagamento? Certamente non si tratta di informazione: l’informazione è un’altra cosa. Evidentemente alla Gazzetta del Sud non distinguono, ancora, tra pubblicità e informazione. Volendo fare pubblicità gratuita ad A2A Energiefuture S.p.a, cosa del tutto legittima, non si capisce perché l’addetto stampa abbia sentito la necessità di screditare quanti si battono contro la nefasta politica dell’incenerimento dei rifiuti (i famigerati ambientalisti). In questo articolo, un classico della disinformazione, vengono spacciate panzane per verità. L’estensore dell’articolo è orgoglioso di vedere un messinese così fiero nel dirigere un impianto che è il simbolo del “modello Milano”. Ma gli cresce anche la rabbia. “Siamo in grado di esportare intelligenze, saperi e competenze, ci facciamo onore dovunque. Ma qui viviamo da trogloditi. Perché?”. La risposta è facile: meglio troglodita che servo di chi si arricchisce mettendo a rischio la salute dell’ambiente e delle persone. Giusto per fare capire come veramente stanno le cose vi invito a leggere le OSSERVAZIONI che abbiamo trasmesso proprio questa mattina, come cittadini informati dei fatti, al Ministero dell’Ambiente.

venerdì 2 dicembre 2016

Inceneritore del Mela, c'è tempo fino a giorno 10 dicembre per presentare osservazioni

Pag.5 Allegato 4 alla R.P.
Il prossimo 10 dicembre scadono i termini per la presentazione delle Osservazioni alla documentazione integrativa presentata da A2A Energie Future riguardante l’impianto di valorizzazione energetica di CSS (Combustibile Solido Secondario) da realizzarsi nella Centrale Termoelettrica esistente di San Filippo del Mela.
Si ricorda che chiunque può inviare “osservazioni” sui progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale, anche semplici cittadini. Pertanto invitiamo oltre gli Enti locali e le Associazioni anche i cittadini a consultare la documentazione integrativa pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente. Chiunque  può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare proprie osservazioni anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi.
Nello spirito dela partecipazione, è possibile contribuire alla stesura delle osservazioni da noi elaborate, con riferimento alla documentazione integrativa e alle Controdeduzioni presentate da A2A. Chiunque desideri dare un proprio contributo (proporre nuove osservazioni, aiutare nella definizione di quelle finora elaborate o semplicemente sottoscriverle) ci può contattare e manderemo copia della bozza del documento. Per sottoscrivere le osservazioni e sufficiente fornire nome e cognome, codice fiscale, comune di residenza. I dati dovranno pervenire entro le ore 13:00 del 9 dicembre.
Contatti: e-mail: aldolenzo@virgilio.it  - cell: 339 7527663 (sms o WhatsApp) - Messaggio su FB: https://www.facebook.com/aldo.lenzo

mercoledì 30 novembre 2016

Rifiuti, resi noti alcuni Atti di indirizzo emanati dall’Assessore regionale Vania Contraffatto

Continua il vergognoso balletto sull'applicazione della Legge regionale n.9/2010 e dell'Ordinanze del Presidente della Regione n. 6/Rif.
L’Assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Vania Contraffatto, ha emanato una serie di Atti di indirizzo per sollecitare e richiamare le  S.R.R. - sulle quali incombono obblighi di legge che impongono di procedere con immediatezza e senza ulteriori ritardi - alle loro responsabilità, al fine di non procrastinare ulteriormente il passaggio al definitivo nuovo assetto della gestione dei rifiuti, imposto dal legislatore regionale con la legge n. 9/2010, unica legge oggi vigente, cui bisogna fare capo in via esclusiva.
In particolare, si rammenta alle SRR che non esiste alcuna ragione ostativa all’obbligo posto in capo alle Società di regolamentazione dei rifiuti di dare esecuzione alle disposizioni in materia di personale ai sensi dell’articolo 19, anche alla luce dell’articolo 1, comma 8 dell’Ordinanza Presidenziale n. 6/Rif del 30 giugno 2016. L’Assessore avverte gli interessati che in caso di ulteriore ritardo sarà data comunicazione all’Autorità giudiziaria per quanto di competenza.

martedì 22 novembre 2016

Relazione sul ciclo dei rifiuti in Sicilia


La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha approvato il 19 luglio 2016 una Relazione sul ciclo dei rifiuti in Sicilia, attraverso l’acquisizione di documenti ed informazioni assunte nel corso delle missioni effettuate in diverse occasioni.
Gli elementi acquisiti nel corso dell'inchiesta territoriale sulla Sicilia consentono di trarre delle  conclusioni in merito alle patologie del ciclo dei rifiuti nella Regione e alla presenza di un sistema  di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli ad un’autentica risoluzione delle problematiche esistenti ormai da decenni. Tali illegalità hanno trovato - e continuano a trovare - terreno fertile poiché le competenze regionali,  ossia la programmazione ed il controllo, sono state utilizzate in maniera a dir poco inefficace.
Invero poco importa se la programmazione per diversi lustri sia stata di competenza nazionale giacché la figura del commissario è coincisa con quella di vari presidenti della Regione siciliana. La situazione attuale, fatta di continue emergenze, risente pesantemente di scellerate scelte effettuate dal 2002 in poi: da una parte la previsione di costruire quattro mega inceneritori ha compromesso lo sviluppo della raccolta differenziata e dall’altra la costituzione dei 27 ATO ha esautorato i comuni delle proprie competenze altresì provocando una gravissima crisi finanziaria conseguente alla deficitaria e non trasparente gestione di queste società che, è bene riaffermarlo, sono state uno strumento in mano alla politica per il controllo del consenso.

Questa pesante eredità non è stata superata dall’attuale Presidente della Regione, tant’è che oggi molti territori siciliani sono invasi dal pattume e l’idea [la necessità] di portare i rifiuti fuori regione è la prova più lampante dell’attuale crisi di sistema. I poteri derogatori, applicati prima con le ordinanze del Governo poi con quelle di somma urgenza del Presidente della Regione, non hanno raggiunto i risultati previsti nonostante questi strumenti emergenziali siano stati utilizzati per diversi lustri. A riprova di come essi siano inefficaci e controproducenti generando con le deroghe alle leggi ordinarie e alle disposizioni comunitarie solo nuove sacche di opportunità all'errore gestionale e agli illeciti.

Prima ancora che l'ambiente, ad essere inquinato è l'intero sistema di gestione dei rifiuti nella Regione, come confermato anche da importanti indagini giudiziarie per corruzione effettuate dalla procura della Repubblica di Palermo. I fatti di corruzione che si sono consumati in un ufficio cardine nel settore dei rifiuti, ovverossia quello competente al rilascio delle autorizzazioni, sono di tal gravità che da essi si può ragionevolmente presumere una permanente deviazione delle funzioni pubbliche in favore di imprese private operanti nel settore dei rifiuti.
Il quadro di corruttela venuto alla luce è senza ombra di dubbio caratterizzato da estremi di devastante gravità, avendo fatto emergere tutte le patologie di una impropria interazione tra funzionari pubblici e imprese private.

Le indagini segnalate alla Commissione hanno consentito di mettere in luce come in questo settore, connotato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso apparato burocratico, le diverse fasi della procedura amministrativa permettono al funzionario infedele di avere gioco facile sia nel rilascio dei provvedimenti che nell'agevolare gli imprenditori anche nell'ordinaria attività di controllo e monitoraggio, da parte della pubblica amministrazione, sulle concrete modalità di gestione delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti.

Si evidenzia come una delle principali criticità rilevate nell’intero sistema sia rappresentato dall’incapacità da parte della Regione siciliana – mista a completa mancanza di volontà politica e  amministrativa – di predisporre la programmazione del ciclo integrato di gestione dei rifiuti e di  portare avanti un qualsivoglia approccio pianificatorio, procedendo invece con misure straordinarie ed emergenziali senza dare alcuna prospettiva effettiva di sblocco della situazione nel medio-lungo periodo. Basti pensare alla procedura di infrazione europea 2015/2165 (Piani regionali di gestione dei rifiuti. Violazione degli articoli 28(1) o 30(1) o 33(1) della Direttiva 2008/98/CE), che riguarda anche la Regione siciliana. La Commissione Europea contesta con la sopracitata procedura alla Regione delle violazioni del diritto europeo rispetto alla questione della predisposizione, valutazione e riesame del piano di gestione dei rifiuti.

A tale mancanza di programmazione corrisponde un approccio costantemente basato  sull’emergenza, la contingenza e l’approssimazione. L’emergenza in Sicilia, nei fatti, non è mai  terminata: si è passati dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri a quelle di somma urgenza del presidente della Regione siciliana. E’ dal 1999 che, al netto di qualche periodo di presunto regime ordinario, questo territorio in materia di rifiuti viene “governato” attraverso strumenti straordinari. Tuttavia i risultati non sono soddisfacenti se è vero come è vero che, dopo più di tre lustri dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza, la raccolta differenziata resta al palo e le infrastrutture utili a governare l’intero ciclo dei rifiuti scarseggiano.