giovedì 24 dicembre 2020

Sul NO al biodigestore della Valle del Mela

Zero Waste Sicilia, come più volte affermato, non è contraria agli impianti di biodigestione, che anzi ritiene strategici all’interno della economia circolare che l’Europa ci chiede con sempre maggiore insistenza (a partire dal New generation EU e Recovery Plan). Diversa è tuttavia la questione concernente il biodigestore proposto da A2A Energie Future, recentemente respinto dalla commissione regionale VIA-VAS. Questa bocciatura ha suscitato reazioni dure di Legambiente Sicilia, associazione industriali, partiti e parlamentari regionali.

A suo tempo Zero Waste Sicilia presentò osservazioni, perplessità ed obiezioni al progetto. A parte alcune questioni concernenti il Piano Paesaggistico, una principale obiezione era la seguente. La legge regionale 9/2010 stabilisce che siano le SRR a dover pianificare e approvare gli interventi finalizzati all’autosufficienza impiantistica d’ambito, inclusa la programmazione e la localizzazione degli impianti previsti. Zero Waste Sicilia ha sempre ritenuto che la non applicazione di questa legge fosse alla base del caos del sistema rifiuti in Sicilia. Infatti è spesso accaduto che la latitanza delle SRR ha fatto sì che privati abbiano potuto proporre impianti (digestori, gassificatori, discariche, inceneritori, ecc.) al di fuori di qualunque programmazione territoriale, senza una organica distribuzione territoriale, senza la valutazione di volumi e necessità del territorio. Accade così che, in emergenza, tali impianti vengano autorizzati (con procedure a volte sospette), e i rifiuti vadano in giro turistico per la Sicilia. 

La commissione VIA-VAS recepì questa osservazione e prescrisse al proponente di replicare. Il proponente non replicò con puntualità. Inoltre la SRR Messina Città Metropolitana, con nota prot. ARTA n. 14975 del 11.03.2020, ha affermato che “l'impianto in oggetto da localizzare all'interno del territorio del Comune di San Filippo del Mela (ME) non rientra tra quelli previsti nella pianificazione del Piano d'Ambito di questa SRR "Messina Area Metropolitana”.

Notiamo che:
1) La commissione VIA-VAS ha applicato il dettato di legge, ed il tentativo di imporre la legalità nel sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che essere visto con il più grande favore. Vien da dire “Era ora”. Cioè, Era ora che la legalità fosse il punto dirimente della programmazione degli impianti in Sicilia
2) La commissione VIA-VAS dà una lezione all’ARS, ricordando che non si può approvare un impianto purchessia, ancorché tecnicamente inappuntabile, poiché la sua utilità, funzionalità e organicità deve essere valutata all’interno di un quadro territoriale e regionale. Compito della politica.

Pertanto Zero Waste Sicilia formula il suo pieno apprezzamento per l’operato della commissione VIA-VAS e del suo presidente Prof. Aurelio Angelini.

Beniamino Ginatempo, pres. di Zero Waste Sicilia.

martedì 22 dicembre 2020

A2A Energie Future e l'impianto Forsu nella Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela: se son rose fioriranno ...

A2A sta provando a rendere più remunerativa per i suoi azionisti la Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela. Cosa legittima e lodevole per chi fa impresa, se fatta nel rispetto di tutte le vigenti leggi. Il primo nuovo impianto proposto nella Centrale è stato un inceneritore di rifiuti. La funzione principale di questo tipo di impianti era, ed è tutt'ora, quella di minimizzare il conferimento dei rifiuti in discarica. L'incenerimento è una delle modalità di trattamento del rifiuto urbano residuo (rur) prima del conferimento in discarica. Non è la sola modalità di trattamento dei rifiuti, come illustrato nello Studio "Costruire una strategia Ponte per i rifiuti residui" curato da Zero Waste Europe. L'Unione Europea ha preso coscienza che la pratica dell'incenerimento dei rifiuti è deleteria non solo per le immissioni nocive sprigionate dalla combustione, ma anche perché lascia dietro di sé ceneri e scorie che in gran parte richiedono lo smaltimento in discarica. Inoltre, gli inceneritori creano un effetto di blocco nella gestione dei rifiuti che spesso impedisce un ottimale riciclo e recupero di materiali a causa del fabbisogno di alimentare gli inceneritori con una determinata quantità di rifiuti, dovendo assicurare il recupero degli investimenti ed eventuali profitti.
Finalmente, con l'economia circolare si mette al centro del sistema la conservazione di materiali e risorse, minimizzando al massimo lo smaltimento in discarica e il recupero di energia dai rifiuti. Infatti, il recupero di energia dai rifiuti distrugge grandi quantità di risorse, richiede l'estrazione di nuove materie prime, perpetua un modello di economia lineare e rilascia gas serra da materiali fossili (soprattutto plastiche e materiali tessili).
Fortunatamente l'inceneritore proposto nella Centrale di San Filippo del Mela, dopo il lungo iter di Verifica di impatto ambientale (Via) è stato bocciato, anche grazie all'impegno di tanti cittadini e associazioni e amministratori del comprensorio. Tuttavia, A2a non si è data per vinta ed ha fatto ricorso al Tar.
Il secondo impianto proposto da A2a, sempre all'interno della Centrale, è un impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (forsu) con produzione di biometano e compost. La realizzazione di questo tipo di impiantistica è inesistente nella provincia di Messina. Gli impianti di recupero della frazione organica insieme agli impianti di trattamento meccanico biologico finalizzati al recupero di materia dal rifiuto urbano residuo (rur), sono gli unici impianti indispensabili per chiudere il ciclo dei rifiuti nel nostro territorio e in tutta la Regione. 
Tuttavia, l'impianto proposto, a causa della sua localizzazione (vicino ai centri abitati e, per alcune decine di metri, interno ai 300 metri dalla linea di costa), presumibilmente non sarà autorizzato. Nel documento, visionabile sul portale Valutazioni Ambientali della regione Siciliana a questo (link), A2a  risponde alle richieste del Parere Istruttorio, avanzate dalla Commissione Tecnica Specialistica per le valutazioni ambientali della Regione. 
In relazione alla "Distanza 3 km dai centri urbani" la Commissione ha posto la seguente richiesta: "L'ubicazione di un impianto di trattamento dei rifiuti obbliga al rispetto di determinate distanze dai centri urbani (realizzazione di tutte le tipologie di impianto: distanza minima 3 km dai centri abitati), pertanto vanno verificate tali condizioni".
A2a ha così risposto: "Tra i vincoli escludenti individuati dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani in Sicilia non è presente quello di dover rispettare la distanza di 3 km dai centri abitati". Quanto sostenuto da A2A non sembra corrisponde al vero. Nel nuovo Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani 2018 (recentemente approvato dalla Commissione Ambiente dell'ARS), come si evince dal paragrafo 6.6.6 del Rapporto Ambientale, Tabella 77 - Criteri localizzazione degli impianti, a pag. 276 viene disposto: "è fissata una distanza minima di 5 km dai centri abitati. Le distanze si intendono misurate dalla recinzione dell'impianto al perimetro del centro abitato. Il centro abitato è qui considerato come definito dall'Art. 3 Comma 1 punto 8 del nuovo codice della strada D.Lgs n. 185/1992 e smi". | Criterio Escludente".
Inoltre A2a ha sostenuto che: "La distanza che è richiesto sia garantita dai centri abitati è pari a 200 m: il nuovo impianto è stato progettato in modo da garantire tale distanza dal centro abitato più vicino". Anche questa dichiarazione di A2a non corrisponde al vero, come visto, la distanza minima è previsto debba essere 5 km. La già citata Tabella 77 stabilisce altresì: "Distanza da funzioni sensibili: strutture scolastiche, asili, ospedali, case di riposo. Per tutti gli impianti per i quali è applicabile questo criterio, la distanza da considerare è 1000 m purché l'impianto non venga localizzato in aree industriali consolidate, dove potrebbero essere già presenti attività antropiche potenzialmente impattanti".
Al successivo punto della Tabella è stabilito: "Nel caso di abitazioni sparse poste a distanze inferiori a quelle individuate per i centri abitati, dovrà essere effettuata una specifica verifica degli impatti aggiuntiva, che preveda la messa in opera di compensazioni specifiche. Le distanze si intendono misurate dalla recinzione dell'impianto". Il riferimento è alle case sparse e non ai centri abitati, come presunto da A2a.
Infine, sempre in relazione al criterio dei 3 km, A2a precisa che: "Il criterio menzionato, come peraltro specificato da ARPA Sicilia nel proprio parere richiamato nel Verbale della Conferenza dei servizi del 07/04/2020 è riportato invece nel Piano per la gestione dei rifiuti speciali adottato con ODC n. 1260 del 30/09/2014, al capitolo IX. Tale piano non risulta tuttavia applicabile al progetto in analisi in quanto i rifiuti che saranno trattati nell'impianto in progetto non sono rifiuti speciali bensì rifiuti urbani". Come già evidenziato, il criterio da applicare è quello stabilito dal nuovo Piano rifiuti che prevede si debba rispettare una distanza minima di 5 km. Tuttavia, ai fini della determinazione dei criteri escludenti degli impianti, non ci dovrebbe essere differenza tra rifiuti urbani e rifiuti speciali. Altra cosa potrebbero essere i rifiuti pericolosi, ma questo non è il caso.
In merito alla verifica della distanza dalla linea di costa, la Commissione Tecnico Scientifica ha precisato che "... occorre verificare la correttezza della linea dei 300 metri e assicurarsi che l'area di progetto sia realmente e completamente fuori da questa fascia". A2a non ha ottemperato alla verifica richiesta ribadendo che "il progetto del nuovo impianto forsu è stato definito proprio con l'obiettivo di mantenersi esterno ai vincoli paesaggistici, facendo riferimento alla cartografia del piano Paesaggistico d'Ambito 9 ed in particolare alla Tavola 27 "Beni paesaggistici" del Piano. Invero, la verifica andava fatta misurando fisicamente la distanza. Quanto riportato dalla tavola 27 potrebbe non corrispondere più alla realtà, come evidenziato (ipotizzato) nelle osservazioni di alcune associazioni.
A2a dovrebbe sapere che "l'erosione costiera è il risultato diretto e indiretto del ciclo dei sedimenti, determinate da cause naturali ma soprattutto da cause antropiche: esse sono ormai note e quantificate. Il ridotto apporto dei sedimenti al mare e l'irrigidimento dei litorali hanno determinato negli ultimi decenni importanti e preoccupanti cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità degli arenili, a cui consegue un progressivo arretramento delle spiagge fino a minacciare la sicurezza di abitanti e infrastrutture" (fonte minambiente.it).
La prima richiesta avanzata nel Parere Istruttorio ha riguardato il Piano d'Ambito Srr Messina Area Mepropolitana. La Commissione ha chiesto di rivalutare la congruità dell'impianto con il suddetto Piano d'Ambito. In merito ai potenziali impianti previsti dalla Srr (in totale 3: Comune di Santa Teresa di Riva 10.000 t/anno; Comune di Messina 10,000 t/anno; Comune di Monforte San Giorgio 42.000 t/anno), A2a ribadisce che il suo progetto è coerente con il fabbisogno stimato dal  piano d'Ambito e si pregia di ulteriori caratteristiche (sito rientrante in area industriale, realizzato con capitale interamente privato, sarebbe gestito dalla più grande multiutility italiana leader in Italia anche nella gestione dei rifiuti). In considerazione di ciò A2a auspica che il suo progetto venga rivalutato all'interno del piano d'Ambito della SRR e, a tale proposito, ha inviato una lettera d'intenti alla Srr allo scopo di aprire un dialogo costruttivo e di collaborazione anche in funzione del redigendo Piano di gestione dei rifiuti urbani. L'iter autorizzativo dell'impianto di trattamento della forsu proposto da A2a non si è ancora concluso. Se non rose fioriranno...