venerdì 30 marzo 2012

Indicazioni per l'agire etico ...

nell'assunzione di un mandato politico

Qualità personali
Onestà politica, intellettuale e finanziaria
Competenza e rigore
Concezione della politica come l’esercizio di un servizio non di un potere
Serietà nell’impegno
Indipendenza politica e intellettuale
Sensibilità alla protezione dell’ambiente
Capacità di adottare modalità nonviolente per la soluzione dei conflitti
Sapere e volere comunicare
Laicità
Tolleranza
Rispetto delle leggi come lo fa ogni cittadino
Trasparenza e accettazione dei controlli
Capacità di mediare e dialogare
Discrezione

Comportamento e metodi
Fare prevalere l’etica nel dire e nell’agire
Coerenza tra principi, valori enunciati e gesti politici
Dialogo e dibattito con i cittadini e i colleghi
Ascoltare
Lavorare in gruppo e con un modo collettivo
Essere presente e lavorare nel luogo del mandato
Seguire corsi di formazione e istruirsi
Informare regolarmente i cittadini delle proprie attività
Comunicare con i media in modo pedagogico evitando il politichese e lo show mediatico
Mettere in atto veri strumenti di concertazione e utilizzarli onestamente
Non attaccare la vita privata degli altri candidati
Limitare le campagne di pubblicità personali
Negoziare per trovare la soluzione più soddisfacente per il numero maggiore di persone
Riflettere sulle ripercussioni a lungo termine di una data politica
Farsi convinzioni dopo aver ben riflettuto
Fare la distinzione tra soluzioni a tempi brevi e soluzioni a tempi lunghi
Spiegare le proprie scelte ed essere disposti a lasciarsi criticare
Studiare soluzioni sperimentate in altri paesi
Conservare una vera libertà dai potenti
Applicare una visione sostenibile dello sviluppo

Scopi della Politica
Mirare all’obiettivo dell’interesse collettivo o ‘bene comune’
Promuovere una politica al di là dell’interesse partigiano
Difendere i diritti dell’essere umano
Ridurre le disuguaglianze socio-economiche
Favorire le pari opportunità (donne, giovani, immigrati ecc.)
Proteggere i deboli e i bambini
Promuovere la qualità di vita

Regole per la Politica
Impedire l’uso del mandato per servire gli interessi del partito e dei parenti
Eliminare il clientelismo e il nepotismo
Spezzare il legame tra politica e mondo degli affari
Risolvere i conflitti d’interesse prima di assegnare l’incarico
Dimissione in caso di cambio di partito o disaccordo grave con esso
Dimissione in caso d’inchiesta penale
Esigere massima trasparenza su collaboratori e consulenti
Proibizione dei doppi e tripli mandati successivi
Proibizione dell’accumulo di mandati e di mandati con impieghi privati
Proibire l’accumulo di un mandato e di una carica in aziende pubbliche
Far firmare delle regole ai partiti, con sanzioni se non rispettate
Controllare se si consacra il tempo necessario al mandato politico
Esigere rendiconti dell’operato
Esigere presenze sufficienti alle assemblee
Imporre trasparenza economica
Sforzarsi di diversificare le origini sociali e il genere dei membri del partito, dei candidati, ecc

Tratto da Appendice 5  del Pdf  “Etica e politica nelle cariche pubbliche” di Piero P. Giorgi

mercoledì 28 marzo 2012

Delirium elettorale

di Prof. Santo Trimarchi
Nella notte dei tempi, quando c’erano i lupi, arrivava in piazza lungomare a Bucalo un pifferaio di montagna, che musicando, smaniando e sbraitando, dopo aver ammaliato i reduci di tante battaglie per la rovina del paese, tirava fuori dall’incantesimo un candidato sindaco protagonista. La piazza spaesata ammutoliva conformemente al monumento dei caduti davanti agli uomini incravattati ed incerati, esponenti locali e pedine fedeli di onorevoli regionali e nazionali, manchevoli e responsabili del continuo sfascio politico, economico, morale e sociale come complici di un sistema degenere e perverso. Queste facce spuntavano dalle tante ore di trattative per trovare l’accordo sui posti da spartire alla stregua dei rapaci sulla preda da straziare “il povero cittadino ormai scarnificato” ignaro di votare per il proprio cacciatore.
La tracotanza dei signori del voto ha lasciato l’elettore in uno stato confusionale tale da gioco delle tre carte, dove non si riusciva più a capire da quale parte stesse il candidato, chi fosse veramente e come volesse agire per la sua città. Da tempo ormai non è più credibile la logica di spostare, imbellettare e rimpastare con formato giovanile sui generis per catturare la buona fede dei cittadini, restii a perpetuare il sonno profondo e dimorare nella selva oscura dei masnadieri e degli illusionisti.
L’arroganza della politica d’azienda, ultimo ritrovato del modello vincente, ha messo in campo musicanti, giocolieri e saltimbanchi per l’arrembaggio alle poltrone ambite, poste in alto a soddisfazione del candidato narciso designato dal sé individualista, accentratore e protagonista senza avere un appoggio sicuro di progettualità, d’identità sociale, di storia personale ma contando sulla cecità e l’ingenuità dei votanti.
La presunzione di stare dalla parte buona, nonostante i fallimenti vistosi, gli errori continui ed i trascorsi poco chiari, con una ciurma di affaristi, pronti a sballottare la nave sugli scogli mentre ognuno cerca di tirare nella propria direzione, presto o tardi comporterà la frantumazione, la divisione e l’impossibilità della gestione.
La paralisi amministrativa, purtroppo già sperimentata nel passato, provocherà ulteriori danni a scapito del futuro dei giovani, che ripetutamente e strumentalmente cadono nelle trappole dei furbetti di turno e si lasciano spegnere lo spirito con l’oro e l’argento, con la musica popolare, le battute e l’allegria, con panini e gelati, promesse e belle serate in modo da svendere il patrimonio di valori, di programmi alternativi, di atteggiamenti costruttivi dentro il meccanismo massacrante dell’accumulo di voti per avere un posto a sedere dentro la corazzata dei protagonisti di sempre, famigerati sciuponi del bene comune.
L’amarezza di ritrovarsi in queste condizioni deliranti, nell’impotenza e nella precarietà programmatica dei partecipanti alla competizione elettorale o meglio alla partita d’azzardo con licenza di barare e di far fuori l’altro, lo stesso compagno della lista, correndo per il solito sé a discapito della coalizione e mettendo in difficoltà familiari, parenti, amici, colleghi, vicini e conoscenti, conduce alla speranza che tutti possano perdere e cominciare a pensare l’amministrazione giusta, bella e buona della comunità secondo la misura umana e le necessità di tutta la cittadinanza.

lunedì 26 marzo 2012

Questa è una politica ...


sbagliata         
Ho la fortuna (si fa per dire) di abitare accanto ad un bar diventato luogo di ritrovo alla moda. Proprio sotto casa mia, grazie alle prossime elezioni comunali, c’è il centro della politica locale. Segno che il quartiere Barracca sta acquisendo importanza, almeno la domenica. C’è un grande via vai di gente, aspiranti ad incarichi di governo o di sottogoverno (locale), ex consiglieri e aspiranti consiglieri, ex assessori e aspiranti assessori, amici e supporter di questo o di quello. Tutti sperano in future prebende. Si discute di alleanze, di pacchetti di voti, si pesano i voti e si fanno previsioni. Ci si incontra, ci si annusa, grandi strette di mano a destra e a manca, ad amici e ad avversari, e baci. Questa è democrazia!. In queste occasione un bacio non si nega a nessuno (Cuffaro docet). Ognuno giustifica o spiega le sue scelte, da la sua versione dei fatti che può cambiare a seconda dell’interlocutore. Nessuna discussione su ciò che serve al paese, sulle urgenze, nessuna discussione su trasparenza, legalità, su come sviluppare il senso civico dei cittadini e la loro partecipazione attiva allo sviluppo del paese,   su come evitare gli errori del passato. Ci sono quelli pro e quelli contro il Sindaco uscente. Ci sono quelli pro pronti ad andare con l’altro, e quelli contro pronti a diventare pro. A volte è l’unica strada rimasta per arrivare al loro scopo. Tutti hanno uno scopo, un interesse, un ideale … sistemare un figlio, un parente, un amico, un terreno, una necessità. Tutti hanno un obiettivo da raggiungere. Qualcuno ha un figlio da lanciare in politica per non disperdere il pacchetto di voti. Anche i voti si tramandano …

Ad un tratto si diventa compagni di viaggio, si formano le squadre, si stabiliscono gli incarichi, le zone d’influenza, cose che bisogna mettere per iscritto: le strette di mano valgono solo per i saluti … gli impegni vanno messi su carta e sottoscritti. Si sa, sono tutte brave persone gente di parola ma è meglio metterle nero su bianco certe cose.
Poi, inevitabilmente, da compagni di viaggio diventano compagni di merende. E qui iniziano i guai. Nessuno è contento del pezzo di merenda che gli tocca. Tutti vogliono un pezzo più grosso, anche i pesciolini piccoli. A volte anche un solo voto può decretare la fiducia o la sfiducia ad un Sindaco, il benestare o la bocciature di un progetto.
E il programma? Quello è affare di poco conto, sono tutte promesse che non potranno essere mantenute, il programma è la normale amministrazione, tutto il resto sono sogni. Non ci sono soldi è una scusa valida sempre. L’importante è dare l’impressione che tutto cambierà … per non cambiare niente. Alla fine burattinai e burattini si daranno addosso, si divideranno, si rimescoleranno, si ricomporranno per un prossimo viaggio … verso nuove elezioni … nuove merende.

giovedì 22 marzo 2012

È possibile un’altra politica …

a Santa Teresa di Riva?
Allo stato attuale sembrerebbe proprio di no. A me sarebbe piaciuto che a Santa Teresa fosse nata una lista civica senza condizionamenti di politici detentori di voti (clientele) e condizionamenti di altro genere; una lista di cittadini comuni di tutti i colori e di tutte le idee per un progetto comune di cambiamento che avesse avuto al centro la partecipazione ovvero la voglia e il desiderio dei cittadini di essere gli artefici del proprio futuro. Un tentativo, anche attraverso questo blog è stato fatto, ma non ha avuto un seguito. Chi doveva e poteva fare suo questo progetto non ne ha colto lo spirito e le potenzialità. L’intento era ambizioso: costruire un’alternativa alla politica tradizionale sempre più lontana dalla quotidianità e dai suoi problemi. Non era una iniziativa contro i partiti, ma una opportunità perché essi si aprissero alla società civile. Se i partiti non si rinnovano o ricostruiscono sarà difficile potersi riconoscere in essi.

Santa Teresa ha bisogno di un salto di qualità, di un’altra politica e di altre persone. Anche a livello regionale e nazionale si avverte la stessa esigenza. Se non si capisce questo, sarà difficile costruire un domani migliore. Gli amministratori di domani dovranno distinguersi per onestà, trasparenza e capacità di ascoltare le esigenze dei cittadini. Per questo occorre porre le basi per un rapporto tra amministratori e cittadini basato su un continuo scambio di informazioni che permetta a ciascuno di contribuire consapevolmente e fattivamente alle scelte più importanti.
Occorre guardare al futuro e questo significa battersi per lo sviluppo sostenibile nel nostro territorio, in termini di agricoltura, turismo, istruzione, cultura, gestione corretta dei rifiuti, lotta all’inquinamento e tutela della salute e dei beni comuni; significa porre le basi per promuovere lavoro per i giovani e per chi non è più tanto giovane e il lavoro (quello vero) non l’ha mai trovato, attraverso un nuovo rapporto col territorio e le sue risorse.

domenica 18 marzo 2012

Invito alla cittadinanza


Alla vigilia delle elezioni amministrative nel comune di Santa Teresa di Riva si sta scatenando una sorta di sindrome del mercante che attanaglia la politica e ne mercifica tutto ciò che tocca.
 Purtroppo sembra delinearsi nel paese una compravendita di voti ed un’asta di candidati al miglior offerente!!Si pensa di ottenere vantaggi e successi non tanto per la qualità della proposta politica e la capacità di realizzare un programma per la cittadinanza quanto per la furbizia e l’arte di carpire il consenso sfruttando la parentela, il vicinato, l’amicizia, l’ignoranza, l’ingenuità, il bisogno degli elettori.
 Questo può avvenire in quanto i cosiddetti politicanti, in linea con la tendenza ideologica e culturale di oggi, hanno scelto di svolgere il mestiere dell’amministratore senza alcuna vocazione sociale, senza un minimo di valori culturali, senza il buon senso, senza le competenze necessarie ma con la velleità di esserci dentro la cosa pubblica, di sentirsi qualcuno, di coltivare il proprio interesse.
 E’ veramente triste assistere alla pochezza dei contenuti in campo, alle strumentalizzazioni, alle operazioni sporche per andare dentro il palazzo e gestire a favore del proprio io, della propria famiglia, dei propri amici,dei propri sostenitori.
 Tutti parlano con tutti, tutti andrebbero con tutti pur di stare dalla parte del vincente in modo da raggiungere l’obbiettivo. Non c’è distinzione ed ogni mezzo è lecito, ogni uomo conta se ha il famigerato pacchetto di voti, il gruppo numeroso dei familiari e degli amici fidati. Di programmi e di contenuti, di progetti e di metodi di amministrazione non se ne parla perché basta sapere come partecipare alla spartizione e quanto spetta ad ognuno.
 Alla luce del sole ci sono solo parole, apparizioni e presunzioni, prove di forza, sospetti e giochetti, promesse, dichiarazioni e belle intenzioni ma di sostanza si vede ben poco, di lavoro nel sociale a difesa dei più deboli, di tutela dell’ambiente, di piani per il futuro del paese, di mobilitazione per i beni comuni non si ha idea A parte qualche iniziativa giovanile di stimabile valenza spirituale e socio-culturale, l’attività spontanea di gruppi di cittadini impegnati a sollecitare le istituzioni pubbliche su tematiche d’interesse collettivo, l’ambito sportivo di alcuni settori non ci sono forme di aggregazione costruttiva per armonizzare il tessuto sociale, piuttosto si privilegiano forme ricreative di stordimento generale (la carnevalata, la meridianata, la salsicciata…) che mantengono la frantumazione civile e la ricerca di un consumismo dissennato a discapito di una decente qualità della vita.
 A questo punto da cittadino a cittadini sorge spontaneo un invito a stare attenti e scegliere in libertà nel rispetto della propria dignità senza farsi blandire, senza compromessi e senza illusioni, ma con discernimento, ponderatezza e senso di responsabilità nei confronti di sé stessi e delle generazioni future.
 Occorre valutare la politica a partire dai programmi e dagli uomini che possono portarli avanti con i fatti, con moralità e cultura per decontaminare l’ambiente amministrativo locale e mandare un segnale forte a livello nazionale, dove vige un sistema perverso di malcostume e di corruzione garantito, purtroppo anche inconsapevolmente, dai rappresentanti e referenti regionali, provinciali e comunali che danno sostegno a determinati partiti e leader politici. 
Prof.Santo Trimarchi

giovedì 15 marzo 2012

La prevenzione del rifiuto ...

e le Amministrazioni comunali

Le Amministrazioni comunali devono far rispettare le norme comunitarie, nazionali e regionali sui rifiuti.
Impegnarsi per il traguardo RIFIUTIZERO insieme ad una gestione comprensoriale e partecipata del ciclo dei rifiuti. Le ragioni di una gestione comprensoriale e aperta alla partecipazione dei cittadini dovrebbero essere evidente a tutti.
Le ragioni di una  riduzione dei rifiuti e della loro prevenzione dovrebbe essere ancora più evidente. L’Amministrazione comunale si dovrebbe porre l’obiettivo d’informare e sensibilizzare tutti i soggetti trasmettendo nuovi valori e modelli di stili di vita, che possano fare la differenza, senza trascurare le informazioni su come fare una buona raccolta differenziata.
Quando si tratta però di far cambiare alle persone abitudini e stili di vita non sono sufficienti le sole campagne informative se, allo stesso tempo, non si predispongono e mettono a disposizioni della popolazione percorsi e soluzioni meno impattanti per l’ambiente e che siano anche facilmente adottabili.
Senza la collaborazione di tutti i soggetti che giocano un ruolo chiave e tra questi i produttori di imballaggi e di beni, i circuiti distributivi retail, la grande distribuzione e il piccolo commercio, le istituzioni, gli enti locali e le aziende che si devono occupare della gestione dei rifiuti, la strada è tutta in salita.

L’entrata in vigore del dgls 205/2010 che ha recepito l’ultima normativa europea in materia di gestione rifiuti (EU 2008/98) pone la PREVENZIONE DEL RIFIUTO al primo posto nella gerarchia della gestione dei rifiuti rispetto al riutilizzo, riciclaggio e recupero.
Le Amministrazioni comunali del nostro comprensorio si dovrebbero muovere in quest’ottica, insieme a tutti i soggetti sopra citati, e mettere in atto o incentivare percorsi e soluzioni che prevengano la produzione dei rifiuti.
Anche se potrebbero sembrare, a prima vista, delle misure drastiche, si potrebbe anche solo a livello comunale (meglio se si legifera a livello Nazionale e Regionale) :
  • adoperarsi per implementare la raccolta differenziata porta a porta;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di bottiglie di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di buste di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di batterie che non siano ricaricabili su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’uso di bottiglie di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di pannolini usa e getta;
  • vietare o disincentivare gli altri prodotti usa e getta;
  • vietare imballaggi e contenitori di difficile smaltimento (polistirolo, propilene, tetrapack in accoppiata carta/plastica o carta/alluminio, ecc.):
  • vietare l’uso di piatti, bicchieri e posate di plastica nelle mense scolastiche, negli ospedali e negli esercizi pubblici, o meglio ancora;
  • vietare o disincentivare la vendita di piatti, bicchieri e posate di plastica usa e getta;
  • incentivare il consumo di prodotti con il vuoto a rendere e i prodotti sfusi;
  • incentivare il consumo di acqua da bere di rubinetto. A tale proposito si potrebbero creare dei punti di distribuzione di acqua potabile opportunamente depurata e mineralizzata sull’esempio di altri comuni , come ad esempio Aci Bonaccorsi;
  • incentivare l’utilizzo di pannolini lavabili contribuendo  alle spese di lavaggio;
  • incentivare l’utilizzo di sporte e reti per il trasporto degli acquisti alimentari e altri oggetti;
  • incentivare gli esercizi commerciali della piccola e grande distribuzione  ad avere un desk per la vendita di prodotti sfusi e “alla spina” (saponi, shampo, ecc.).
Queste sono tutte cose fattibili, naturalmente non dall’oggi al domani, dando sufficiente tempo per convertire le produzioni. In ogni caso, se i cittadini iniziassero essi stessi a non utilizzare più questi prodotti si potrebbe ottenere lo stesso risultato.

domenica 11 marzo 2012

Basta aiuti, noi siciliani ...

risolleveremo l'isola


È il titolo dato ad una lettera pubblicata ieri sul quotidiano La Repubblica nella rubricata curata da Corrado Augias. Vi riporto sotto la lettera del signor Gaetano Scifo che condivido e il commento del giornalista. In effetti, come scrive il lettore del giornale “sarebbe bello che la Sicilia … riuscisse a risollevarsi da sola …”.
Per sperare in una cosa del genere avremmo bisogno di un’altra politica e di altre persone. Io metterei da parte i “forconi” (armi improprie), e smetterei di chiedere sempre privilegi e assistenza.  Mi darei da fare per reclutare una nuova classe dirigente fatta di persone per bene e competenti, e userei l’arma del “voto”. So che è più facile a dirsi che a farsi, tuttavia ci dovremmo tutti impegnare perché questo possa accadere.

Caro Augias, ho letto dell’appello di alcuni parlamentari siciliani al presidente del Consiglio Monti ad interessarsi dei problemi della Sicilia per far uscire la regione dalla crisi (secolare). Da siciliano ho provato stupore e rabbia. Non si può chiedere che siano sempre gli altri a risolvere i nostri problemi quando da decenni i politici siciliani li perpetuano. Dietro il paravento dell’Autonomia Regionale vengono mantenuti carrozzoni di sottogoverno, stipendi vergognosamente alti, una classe parlamentare pletorica, incapace, che pensa solo a ricavare sempre maggiori privilegi e lauti benefici, e sprecare, in maniera indecorosa, ingenti risorse. Invece di fare appelli, sarebbe più opportuno e dignitoso eliminare le cause della crisi, note a tutti. sarebbe bello che la Sicilia, finalmente, con serietà e coraggiose decisioni, riuscisse a risollevarsi da sola, senza “l’assistenza” degli altri. Mi scuso per lo “sfogo” , ma credo che tanti altri siciliani abbiano provato lo stesso sentimento.
                                                                                         Gaetano Scifo

Dunque: 27 parlamentari siciliani di vari partiti hanno aderito ad un appello lanciato dal senatore del PD Enzo Bianco per un pacchetto di proposte a sostegno dell’economia isolana da presentare al governo. Trasporti, sistema bancario, agricoltura, costo dei carburanti, beni culturali: questi i temi. S’è segnalato tra gli altri il senatore del Fli Nino Starno (golfino rosso sulle spalle alla caduta di Prodi s’ingozzava di mortadella in aula) che lamenta: <Fondazioni e teatri rischiano di chiudere, perfino il Taormina Arte è in agonia>. Non una parola sulla gestione dell’isola, verosimilmente la peggiore d’Italia con altissimi stipendi e un numero spropositato di dipendenti pubblici. Inutili, visti le condizioni della Sicilia. Qualche mese prima di morire lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo aveva detto: <Per cambiare faccia a questa terra basterebbe saper sfruttare le due sole risorse: la storia e la natura … La nostra è un’isola sequestrata consegnata ad amministratori che in cinquant’anni di storia hanno creato l’impero del clientelismo, lo sviluppo senza progresso, come diceva Pasolini. Altro che autonomia, solo negligenze e malversazioni, per non parlare della collusione con la mafia.>. la buona notizia è che l’ex presidente regionale Salvatore Cuffaro detto Totò in un’intervista dal carcere di Rebibbia (7 anni per favoreggiamento aggravato alla mafia) ha dichiarato: <Sono sempre stato un uomo delle istituzioni e continuo a comportarmi come tale, soprattutto rispetto a me stesso e ai miei principi. Comunque basta con la politica. Voglio coltivare fichi d’India e preparare il vino che mia moglie, da sola, non riesce più a fare>. Ecco un esempio che parecchi politici, non solo in Sicilia, dovrebbero tener d’occhio.
                                                                                        Corrado Augias

giovedì 8 marzo 2012

Il Sindaco Morabito, ...

bontà sua, si ricandida.
Ho letto il comunicato stampa con cui il sindaco uscente di Santa Teresa ha ufficializzato la sua ricandidatura. Le solite banalità e parole prive di significato e di senso pratico solitamente usate dai politicanti: “…dopo un’attenta analisi…”. Mai che si dica ai cittadini il vero senso delle cose, mai che si snocciolino fatti e numeri (veri), difficoltà affrontate e quant’altro abbia influito, nel bene e nel male, sulle scelte e sull’operato dell’Amministrazione.
Capisco le esigenze di un comunicato stampa,  ma nulla vieta di fornire ai lettori un link (siamo nell’era di internet) al sito del comune sul quale riportare un rendiconto particolareggiato  dell’attività della sua Giunta e della sua maggioranza/minoranza. Io capisco  che il Sindaco uscente si voglia ricandidare ma, perché imputare questa scelta alle “necessità economiche nazionali e regionali” e alle sempre più scarse disponibilità economiche dei comuni? Forse, se sarà rieletto, rinuncerà al suo stipendio di Sindaco. Oppure pensa  di fare  miracoli … moltiplicando  pane e pesci?
Ma perché invece di dire i reali motivi della ricandidatura  si inventa la storia “convinto che una regola fondamentale della democrazia obblighi chiunque abbia svolto un ruolo istituzionale importante a presentarsi davanti agli elettori …”  Nessuna legge o regola obbliga il sindaco uscente a ricandidarsi, spero che qualcuno glielo spieghi che si tratta di una convinzione errata. È solo questione di egocentrismo.

È incredibile la sicumera e l’arroganza con la quale si esprimono alcuni politici… “convinto che soltanto il progetto politico di CITTA’ LIBERA contenga gli strumenti per affrontare seriamente i problemi della Nostra Città”  Di quali strumenti parla? Quale grande lavoro ha svolto l’amministrazione negli ultimi 5 anni?   In cosa si è differenziata l’attuale Amministrazione dalle precedenti?   
A miei occhi non c’è stata differenza sostanziale. È stata una nor-mala amministrazione.  Mi auguro che i cittadini, bontà loro,  lo mandino a casa perché “unfit”.

Citta Libera o Mamma fausa? Dite la vostra.

sabato 3 marzo 2012

Appello popolare ...

per la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta!

Da domenica 4 marzo  2012, in tutti i Comuni del comprensorio delle Valle Joniche dei Peloritani, parte la raccolta delle firme per sostenere l’appello popolare sulla raccolta differenziata porta a porta promosso dal Comitato Jonico Beni Comuni.
L’appello indirizzato al Presidente dell’Unione dei Comuni, ai Sindaci dei Comuni, al Commissario dell’ATOME4 e al Prefetto di Messina chiede:

  • l’applicazione e il rispetto di tutte le norme comunitarie, nazionali e regionali;
  • l’attuazione di una politica di prevenzione e di riduzione del rifiuto alla fonte nell’ottica del traguardo rifiuti zero nel prossimo decennio;
  • l’avvio della raccolta differenziata porta a porta;
  • il raggiungimento  delle quote di raccolta differenziata previste dalle attuali leggi;
  • la realizzazione delle infrastrutture (impianto di compostaggio – impianto di selezione e recupero della frazione secca) necessarie per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti;
  • l’applicazione di una tariffa puntuale in relazione alla effettiva produzione di ogni singola famiglia;
  • il massimo sforzo per impegnare e stimolare i cittadini ad una maggiore consapevolezza e collaborazione per un ambiente più pulito e protetto.
Una raccolta differenziata di qualità, un ambiente più pulito dipendono anche da noi cittadini. Si potrà firmare nei banchetti predisposti nelle piazze di tutti i Comuni, nei negozi e associazioni che aderiscono all’iniziativa. Il primo tavolo per la raccolta delle firme sarà predisposto presso il Palazzo della Cultura (Villa Ragno) di Santa Teresa di   Riva domenica 4 marzo a partire dalle 17:00

“Una specie che distrugge il proprio 
ambiente distrugge se stessa”  Bateson




venerdì 2 marzo 2012

Non vogliamo rotti ...


i timpani
L’inquinamento acustico è un problema di tutte le città, che può essere affrontato e ridotto, come l’esperienza di molte città europee e italiane dimostra. E’ importante, comunque, che ognuno dia il suo contributo, perché la lotta all’inquinamento acustico presuppone sicuramente interventi su strade e linee ferroviarie, produzione di veicoli e apparecchiature meno rumorose, una più attenta pianificazione e gestione del territorio, ma necessita anche della collaborazione di tutti i cittadini. Gran parte del rumore sarebbe eliminabile se solo ciascuno di noi non suonasse il clacson, avesse una guida silenziosa, ascoltasse la radio, la televisione e lo stereo a basso volume, se preferisse antifurti non sonori, se usasse meno l’automobile e la moto, se fosse più rispettoso del riposo e delle occupazioni altrui.
Per fortuna negli ultimi anni la sensibilità verso questo problema sta crescendo sempre più: cresce la consapevolezza dei danni provocati dal rumore, per cui le persone sono meno disposte a sopportare chiasso e rumori. Sono state varate leggi  per la tutela dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico.

Incredibilmente, ma non troppo, le Amministrazioni comunali che si sono succedute a Santa Teresa di Riva hanno disatteso di ottemperare alla legge 26 ottobre 1995, n.447, Legge Quadro sull’inquinamento acustico.
L’impegno della prossima amministrazione dovrà essere quello di coinvolgere l’ARPA Sicilia di Messina per una mappatura sonora della nostra cittadina, redigere il Piano di Zonizzazione Acustica e il Regolamento per l’attuazione della disciplina statale e regionale per la tutela dell’inquinamento acustico e adottare, se necessario, piani di risanamento.

Per saperne di più sull’inquinamento acustico e sugli effetti negativi sulla salute … clicca qui