lunedì 26 marzo 2012

Questa è una politica ...


sbagliata         
Ho la fortuna (si fa per dire) di abitare accanto ad un bar diventato luogo di ritrovo alla moda. Proprio sotto casa mia, grazie alle prossime elezioni comunali, c’è il centro della politica locale. Segno che il quartiere Barracca sta acquisendo importanza, almeno la domenica. C’è un grande via vai di gente, aspiranti ad incarichi di governo o di sottogoverno (locale), ex consiglieri e aspiranti consiglieri, ex assessori e aspiranti assessori, amici e supporter di questo o di quello. Tutti sperano in future prebende. Si discute di alleanze, di pacchetti di voti, si pesano i voti e si fanno previsioni. Ci si incontra, ci si annusa, grandi strette di mano a destra e a manca, ad amici e ad avversari, e baci. Questa è democrazia!. In queste occasione un bacio non si nega a nessuno (Cuffaro docet). Ognuno giustifica o spiega le sue scelte, da la sua versione dei fatti che può cambiare a seconda dell’interlocutore. Nessuna discussione su ciò che serve al paese, sulle urgenze, nessuna discussione su trasparenza, legalità, su come sviluppare il senso civico dei cittadini e la loro partecipazione attiva allo sviluppo del paese,   su come evitare gli errori del passato. Ci sono quelli pro e quelli contro il Sindaco uscente. Ci sono quelli pro pronti ad andare con l’altro, e quelli contro pronti a diventare pro. A volte è l’unica strada rimasta per arrivare al loro scopo. Tutti hanno uno scopo, un interesse, un ideale … sistemare un figlio, un parente, un amico, un terreno, una necessità. Tutti hanno un obiettivo da raggiungere. Qualcuno ha un figlio da lanciare in politica per non disperdere il pacchetto di voti. Anche i voti si tramandano …

Ad un tratto si diventa compagni di viaggio, si formano le squadre, si stabiliscono gli incarichi, le zone d’influenza, cose che bisogna mettere per iscritto: le strette di mano valgono solo per i saluti … gli impegni vanno messi su carta e sottoscritti. Si sa, sono tutte brave persone gente di parola ma è meglio metterle nero su bianco certe cose.
Poi, inevitabilmente, da compagni di viaggio diventano compagni di merende. E qui iniziano i guai. Nessuno è contento del pezzo di merenda che gli tocca. Tutti vogliono un pezzo più grosso, anche i pesciolini piccoli. A volte anche un solo voto può decretare la fiducia o la sfiducia ad un Sindaco, il benestare o la bocciature di un progetto.
E il programma? Quello è affare di poco conto, sono tutte promesse che non potranno essere mantenute, il programma è la normale amministrazione, tutto il resto sono sogni. Non ci sono soldi è una scusa valida sempre. L’importante è dare l’impressione che tutto cambierà … per non cambiare niente. Alla fine burattinai e burattini si daranno addosso, si divideranno, si rimescoleranno, si ricomporranno per un prossimo viaggio … verso nuove elezioni … nuove merende.

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