È il titolo dato ad una lettera
pubblicata ieri sul quotidiano La Repubblica nella rubricata curata da Corrado
Augias. Vi riporto sotto la lettera del signor Gaetano Scifo che condivido e il
commento del giornalista. In effetti, come scrive il lettore del giornale
“sarebbe bello che la Sicilia … riuscisse a risollevarsi da sola …”.
Per sperare in una cosa del
genere avremmo bisogno di un’altra politica e di altre persone. Io metterei da
parte i “forconi” (armi improprie), e smetterei di chiedere sempre privilegi e
assistenza. Mi darei da fare per reclutare
una nuova classe dirigente fatta di persone per bene e competenti, e userei
l’arma del “voto”. So che è più facile a dirsi che a farsi, tuttavia ci
dovremmo tutti impegnare perché questo possa accadere.
Caro
Augias, ho letto dell’appello di alcuni parlamentari siciliani al presidente
del Consiglio Monti ad interessarsi dei problemi della Sicilia per far uscire
la regione dalla crisi (secolare). Da siciliano ho provato stupore e rabbia.
Non si può chiedere che siano sempre gli altri a risolvere i nostri problemi quando
da decenni i politici siciliani li perpetuano. Dietro il paravento
dell’Autonomia Regionale vengono mantenuti carrozzoni di sottogoverno, stipendi
vergognosamente alti, una classe parlamentare pletorica, incapace, che pensa
solo a ricavare sempre maggiori privilegi e lauti benefici, e sprecare, in
maniera indecorosa, ingenti risorse. Invece di fare appelli, sarebbe più
opportuno e dignitoso eliminare le cause della crisi, note a tutti. sarebbe
bello che la Sicilia, finalmente, con serietà e coraggiose decisioni, riuscisse
a risollevarsi da sola, senza “l’assistenza” degli altri. Mi scuso per lo
“sfogo” , ma credo che tanti altri siciliani abbiano provato lo stesso
sentimento.
Gaetano Scifo
Dunque:
27 parlamentari siciliani di vari partiti hanno aderito ad un appello lanciato
dal senatore del PD Enzo Bianco per un pacchetto di proposte a sostegno
dell’economia isolana da presentare al governo. Trasporti, sistema bancario,
agricoltura, costo dei carburanti, beni culturali: questi i temi. S’è segnalato
tra gli altri il senatore del Fli Nino Starno (golfino rosso sulle spalle alla
caduta di Prodi s’ingozzava di mortadella in aula) che lamenta: <Fondazioni
e teatri rischiano di chiudere, perfino il Taormina Arte è in agonia>. Non
una parola sulla gestione dell’isola, verosimilmente la peggiore d’Italia con
altissimi stipendi e un numero spropositato di dipendenti pubblici. Inutili,
visti le condizioni della Sicilia. Qualche mese prima di morire lo scrittore
siciliano Vincenzo Consolo aveva detto: <Per cambiare faccia a questa terra
basterebbe saper sfruttare le due sole risorse: la storia e la natura … La
nostra è un’isola sequestrata consegnata ad amministratori che in cinquant’anni
di storia hanno creato l’impero del clientelismo, lo sviluppo senza progresso,
come diceva Pasolini. Altro che autonomia, solo negligenze e malversazioni, per
non parlare della collusione con la mafia.>. la buona notizia è che l’ex
presidente regionale Salvatore Cuffaro detto Totò in un’intervista dal carcere
di Rebibbia (7 anni per favoreggiamento aggravato alla mafia) ha dichiarato:
<Sono sempre stato un uomo delle istituzioni e continuo a comportarmi come
tale, soprattutto rispetto a me stesso e ai miei principi. Comunque basta con
la politica. Voglio coltivare fichi d’India e preparare il vino che mia moglie,
da sola, non riesce più a fare>. Ecco un esempio che parecchi politici, non
solo in Sicilia, dovrebbero tener d’occhio.
Corrado
Augias
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