giovedì 15 marzo 2012

La prevenzione del rifiuto ...

e le Amministrazioni comunali

Le Amministrazioni comunali devono far rispettare le norme comunitarie, nazionali e regionali sui rifiuti.
Impegnarsi per il traguardo RIFIUTIZERO insieme ad una gestione comprensoriale e partecipata del ciclo dei rifiuti. Le ragioni di una gestione comprensoriale e aperta alla partecipazione dei cittadini dovrebbero essere evidente a tutti.
Le ragioni di una  riduzione dei rifiuti e della loro prevenzione dovrebbe essere ancora più evidente. L’Amministrazione comunale si dovrebbe porre l’obiettivo d’informare e sensibilizzare tutti i soggetti trasmettendo nuovi valori e modelli di stili di vita, che possano fare la differenza, senza trascurare le informazioni su come fare una buona raccolta differenziata.
Quando si tratta però di far cambiare alle persone abitudini e stili di vita non sono sufficienti le sole campagne informative se, allo stesso tempo, non si predispongono e mettono a disposizioni della popolazione percorsi e soluzioni meno impattanti per l’ambiente e che siano anche facilmente adottabili.
Senza la collaborazione di tutti i soggetti che giocano un ruolo chiave e tra questi i produttori di imballaggi e di beni, i circuiti distributivi retail, la grande distribuzione e il piccolo commercio, le istituzioni, gli enti locali e le aziende che si devono occupare della gestione dei rifiuti, la strada è tutta in salita.

L’entrata in vigore del dgls 205/2010 che ha recepito l’ultima normativa europea in materia di gestione rifiuti (EU 2008/98) pone la PREVENZIONE DEL RIFIUTO al primo posto nella gerarchia della gestione dei rifiuti rispetto al riutilizzo, riciclaggio e recupero.
Le Amministrazioni comunali del nostro comprensorio si dovrebbero muovere in quest’ottica, insieme a tutti i soggetti sopra citati, e mettere in atto o incentivare percorsi e soluzioni che prevengano la produzione dei rifiuti.
Anche se potrebbero sembrare, a prima vista, delle misure drastiche, si potrebbe anche solo a livello comunale (meglio se si legifera a livello Nazionale e Regionale) :
  • adoperarsi per implementare la raccolta differenziata porta a porta;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di bottiglie di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di buste di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di batterie che non siano ricaricabili su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’uso di bottiglie di plastica su tutto il territorio;
  • vietare o disincentivare l’utilizzo di pannolini usa e getta;
  • vietare o disincentivare gli altri prodotti usa e getta;
  • vietare imballaggi e contenitori di difficile smaltimento (polistirolo, propilene, tetrapack in accoppiata carta/plastica o carta/alluminio, ecc.):
  • vietare l’uso di piatti, bicchieri e posate di plastica nelle mense scolastiche, negli ospedali e negli esercizi pubblici, o meglio ancora;
  • vietare o disincentivare la vendita di piatti, bicchieri e posate di plastica usa e getta;
  • incentivare il consumo di prodotti con il vuoto a rendere e i prodotti sfusi;
  • incentivare il consumo di acqua da bere di rubinetto. A tale proposito si potrebbero creare dei punti di distribuzione di acqua potabile opportunamente depurata e mineralizzata sull’esempio di altri comuni , come ad esempio Aci Bonaccorsi;
  • incentivare l’utilizzo di pannolini lavabili contribuendo  alle spese di lavaggio;
  • incentivare l’utilizzo di sporte e reti per il trasporto degli acquisti alimentari e altri oggetti;
  • incentivare gli esercizi commerciali della piccola e grande distribuzione  ad avere un desk per la vendita di prodotti sfusi e “alla spina” (saponi, shampo, ecc.).
Queste sono tutte cose fattibili, naturalmente non dall’oggi al domani, dando sufficiente tempo per convertire le produzioni. In ogni caso, se i cittadini iniziassero essi stessi a non utilizzare più questi prodotti si potrebbe ottenere lo stesso risultato.

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