lunedì 20 febbraio 2012

Le primarie a Santa Teresa ...


ammesso che si facciano, non cambieranno nulla!
“La scelta della leadership è un aspetto importante ma è secondario rispetto alla definizione degli strumenti da adottare per realizzare la buona politica e la buona amministrazione nel nostro Comune.
Senza il supporto dei cittadini (per supporto non intendo il codazzo di fan entusiasti e questuanti ma un concreto e collaborativo impegno dei cittadini), senza la giusta umiltà, senza la consapevolezza di svolgere un ruolo di servizio verso i cittadini, senza autorevolezza morale e senza la stima dei cittadini il migliore di noi fallirebbe. Il Sindaco deve essere l’esecutore scrupoloso della volontà dei cittadini. Volontà espressa nella elaborazione del programma della coalizione o della lista. Non ci serve un sindaco padre padrone, non ci serve uno che in virtù dell’elezione diventa unto dal Signore e miracolato da scienza infusa. Ci serve uno che faccia il suo dovere, che esegua, che si attivi, che sia leale verso tutti i cittadini. Egli deve essere il Sindaco di tutti, senza alcuna distinzione.
Fare il Sindaco vuol dire occuparsi quotidianamente dei problemi del paese, dei problemi delle persone. Vuol dire mettere in atto tutte le scelte e soluzioni per cui i cittadini hanno dato il mandato. Non vogliamo promesse che non possono essere mantenute. Non vogliamo promesse. Vogliamo fatti, azioni, concertazione, una politica del passo dopo passo sino al raggiungimento degli obiettivi.
Dunque, la prima cosa che bisogna fare è chiedere la partecipazione dei cittadini, non per scegliere l’eletto ma le cose da fare, per trovare soluzioni quanto più semplici e condivise possibile. Bisogna sentire e recepire le proposte ragionevoli e credibili dei cittadini, sentire i loro bisogni, le loro priorità. Cogliere ogni loro sollecitazione, sviluppare un dialogo basato su informazioni concrete e precise. Dare al cittadino la possibilità di poter decidere insieme con gli amministratori sulle scelte che incidono sulla loro vita.  
Non potremo cambiare il nostro paese solo cambiando gli uomini che ci rappresentano, ammesso che si riesca a cambiarli. Dobbiamo cambiare noi stessi, cambiare mentalità, abitudini, acquisire lo status di cittadini.
Se continuiamo a considerare chi ci rappresenta uno che ci può elargire un favore o un benefit piuttosto che uno che deve lealmente servirci ottemperando a tutte le funzioni e prerogative di legge, stiamo freschi. Le primarie non serviranno a niente.
Dobbiamo fare in modo che chiunque venga eletto sia costantemente tenuto sotto osservazione dai cittadini. Messo sotto una lente di ingrandimento, in modo che il suo operato e quello dei suoi collaboratori sia visibile e giudicabile da tutti, giorno dopo giorno.
Io, apprezzo le primarie, ma non voglio essere semplicemente un elettore che sceglie tra opzioni decise da altri o calate dall’alto. Io, come qualunque altro cittadino, voglio essere considerato una risorsa per il mio paese, voglio avere la possibilità di mettere le mie idee e il mio sapere, piccolo o grande che sia, al servizio di tutta la comunità. Questo è il dovere di ogni cittadino. Io voglio confrontarmi, aprire i miei orizzonti, nutrirmi della sapienza degli altri, scegliere consapevolmente.”

Sopra ho riportato il mio commento al post di Andrea Ricciardi scritto su Facebook nel gruppo “Cantiere idee per S. Teresa” quando i Giovani Democratici hanno lanciato la proposta delle primarie per scegliere il leader della loro coalizione per le prossime elezioni comunali. Coalizione, ancora da costruire, che sfiderà insieme ad eventuali altre liste, la coalizione (da ricostruire a causa delle molte defezioni subite) guidata dall’attuale sindaco Alberto Morabito .  Si perpetua il solito teatrino di politici e politicanti che vanno e vengono, ritornano  per poi andarsene nuovamente, e così via. E, lo ammettono pure … per loro sono tutti validi e preparati … uno vale l’altro … “Franza o Spagna basta che se magna!”. L’unico problema è centrare la lista che ha maggiore chance di vincere anche perché i giochi di potere più importanti  si decidono a Messina, e, qualcuno potrebbe essere colto alla sprovvista visto che tutto si decide all’ultimo momento.

Anche se giudico l’istituto delle primarie positivamente, fatte per dover scegliere tra Carmelo Lenzo, Pippo Lombardo, Carlo Lo Schiavo e Nino Bartolotta o chi per lui,  sono inutili. Chiunque di loro venisse scelto, ammesso riuscisse a vincere le elezioni, non cambierebbe nulla: sarebbe solo un ritorno di una faccia già vista. Le stesse logiche, le stesse persone, cosa può cambiare? E, se venisse riconfermato a sindaco (per castigo di Dio)  Alberto Morabito, dovremmo prepararci nel volgere di breve tempo a nuove elezioni?
Naturalmente, do per scontato che  tutte le persone che ho nominato e anche quelle non nominate siano oneste, brave e buone. E, appunto per questo, mi permetto di rivolgere loro un accorato appello.

Noi cittadini apprezziamo la vostra abnegazione, il vostro spirito di servizio. Sono tanti anni che vi prodigate per il bene della nostra cittadina (e sappiamo che non è tutta colpa vostra se non siete riusciti nell’intento di migliorare le cose…). Tuttavia, per la buona volontà che avete dimostrato vi meritate il giusto  riposo, non dico un pre-pensionamento ma almeno una aspettativa, una pausa di riflessione, una vacanza. Vi ricordo che siamo tutti utili ma nessuno è indispensabile. Dedicatevi finalmente ai vostri hobbies e, se proprio non potete fare a meno di sacrificarvi, di essere a servizio dei cittadini, iscrivetevi a qualche associazione di volontariato e aiutate i più deboli e bisognosi. Rimarrete sbalorditi dalla soddisfazione che proverete per esservi finalmente resi utili a qualcuno per puro altruismo (senza tornaconto).
Perché se non vi tirate indietro voi, i nostri cari concittadini vi continueranno a votare. Ribellatevi a questo. Fate un gesto nobile, almeno una volta. Lo so, avete 400-600 voti a testa, vi siete già prodigati per venire incontro alle esigenze di tanti vostri amici … tuttavia non sta bene chiedere sempre il voto ad ogni elezione per un favore che avete fatto in passato o per uno che potreste fare in futuro. Liberate queste povere persone dal dovere di dovervi dare il voto. Affrancateli dalla sudditanza. Pensateci, riflettete … che bel gesto sarebbe se rinunciaste ad avere incarichi o a candidature. Liberate i vostri elettori e libererete voi stessi!
Vi prometto il mio impegno per farvi avere un riconoscimento tangibile mentre siete ancora in vita e che rimarrà a futura memoria. Nella piazza del paese metteremo un vostro mezzobusto o una vostra effigie con tanto di targa: “... rinunciò a fare il sindaco per il bene del suo paese: i concittadini ringraziano”.


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