mercoledì 25 dicembre 2013

Rifiuti: l'inerzia dei comuni ritarda l'attuazione della nuova gestione

Con questi amministratori comunali sarà difficile superare i limiti e i ritardi culturali e politici che hanno caratterizzato sino ad oggi la gestione dei rifiuti in Sicilia e in particolare nel nostro comprensorio. Il percorso per colmare questi ritardi è tutto in salita. Si sono persi quasi due anni di tempo, nonostante qualche migliaio di cittadini avesse sottoscritto e presentato, a giugno 2012, un appello popolare, chiedendo a tutte le amministrazioni del comprensorio di attivarsi per una corretta modalità di gestione dei rifiuti rispettosa della normativa europea, nazionale e regionale.
Oggi, a quanto pare, essi ritengono di aver fatto tutto il necessario dando ad “esperti” di loro fiducia l’incarico di predisporre i Piani d’intervento delle costituende Aree di raccolta ottimale (Aro). Purtroppo non è sufficiente aver predisposto un piano di intervento. Questo, anche se ben delineato, per avere successo deve essere discusso e accettato dalla cittadinanza. Ad oggi tutti i piani dei vari Aro sono top secret. Abbiamo chiesto i Piani ma non ce li hanno ancora dati.  Neanche i consiglieri comunali hanno visto o discusso questi piani d'intervento. È fuori dall’orizzonte di questi sindaci la semplice e logica prassi di ascolto e di confronto con la comunità che amministrano. Il successo del nuovo progetto dipende da due elementi chiave: una corretta, completa e continua informazione alla cittadinanza  e la stretta collaborazione con le associazioni di  volontariato del territorio. Questo è l’unico modo per realizzare una politica pubblica di grande impatto. Se parli di trasparenza, informazione e percorsi democratici reali la maggior parte degli amministratori ti guarda come se tu fossi un pericoloso estremista.  E, se ti attivi per promuovere percorsi culturali per costruire consapevolezza dell’insostenibilità del vigente modello di sviluppo e di consumo, e per  un modello di gestione dei rifiuti efficiente, efficace, rispettoso dell’ambiente e che si ispiri alla straregia rifiuti zero, ti snobbano o ti blandiscono. Infatti, gli amministratori presenti al dibattito pubblico organizzato dal Comitato jonico Beni Comuni il 20 dicembre a Roccalumera, incentrato sulla strategia rifiuti zero e sul compostaggio domestico e collettivo, si potevano contare sulle dita di una mano.
Sembra che i sindaci osteggino tutto ciò che viene dalla società civile. Il guaio è che fino ad ora non si sono attivati per organizzare il ben che minimo incontro con la cittadinanza per coinvolgerla nel processo decisionale e  per fare e dare una corretta informazione e istruzione sul nuovo modello di raccolta differenziata che dovrà  essere prevalentemente domiciliare e prevedere: l’abolizione di ogni forma di conferimento stradale in forma anonima; la differenziazione dell’umido e il suo smaltimento in centri o impianti di compostaggio; una politica di prevenzione  e riduzione dei rifiuti; il potenziamento della filiera industriale nel settore della valorizzazione e del recupero e trasformazione della materia; la tariffa puntuale.
Le competenze passano ai comuni
Al 31 dicembre 2013 è previsto il passaggio delle competenze dai Commissari straordinari alle Srr o ai Comuni in forma singola o associata in conformità a quanto previsto dalla legge regionale n.9/2010 e dalle direttive emanate dall’Assessorato regionale competente. Ebbene, vorremmo sapere, quali azioni le amministratori comunali hanno già messo e/o stanno mettendo in atto per l’organizzazione ed il dimensionamento del nuovo servizio con particolare riferimento a:
-       minimizzazione del quantitativo globale di rifiuto prodotto:
-       incentivazione delle attività di compostaggio domestico e collettivo;
-       incentivazione della riduzione della produzione degli imballaggi;
-       incentivazione al riutilizzo e al riciclo;
-       incentivazione alla raccolta differenziata;
-       prossimità agli utenti dei punti di conferimento e loro accessibilità ai fini del miglioramento della qualità della raccolta differenziata e del rispetto dell’ambiente;
-       capillarità del servizio di raccolta;
-       modulazione del servizio di raccolta sulla base delle esigenze dell’utenza;
-       verifica dell’efficienza del servizio di raccolta (rispetto dei programmi stabiliti);
-       ottimizzazione dei percorsi e dei turni di raccolta al fine di ridurre i disagi agli utenti serviti e limitare la pressioni sul traffico veicolare urbano;
-       riduzione dell’obsolescenza dei mezzi e delle attrezzature utilizzate;
-       presenza di Centri comunali di raccolta attrezzati (fruibilità dei giorni di apertura, accessibilità da parte degli utenti, sistemi di pesatura) e gestiti da personale qualificato e motivato;
-       garanzia del corretto recupero del materiale raccolto in modo differenziato;
-       raccolta rifiuti ingombranti e Raee;
-       attivazione di specifici programmi di raccolta presso le utenze che conferiscono i lori rifiuti nel circuito urbano (banche, scuole, uffici pubblici, mense, alberghi, grande distribuzione, officine, laboratori, attività industriali, ecc.);
-  sensibilizzazione dell’utenza al percorso relativo alla differenziazione del rifiuto prima del suo conferimento al circuito di raccolta;
-       iniziative di comunicazione che forniscano informazioni precise sulla modalità di conferimento;
-       sistemi di monitoraggio e controllo;
-       controlli sui gestori del servizio e  monitoraggio del servizio.
Tutto ciò avrebbe già dovuto essere definito e reso pubblico. E invece niente. Nessuna iniziativa anche sul fronte della sensibilizzazione dei cittadini.
I comuni non hanno ancora ultimato le procedure per lo svolgimento dei servizi di gestione integrata dei rifiuti fissate dalla normativa regionale costringendo l’Assessorato regionale a numerose proroghe e ad attivare interventi sostitutivi.
La raccolta differenziata che non c’è
I sindaci e i loro esperti è bene rammentino che il modello di gestione dovrà essere conforme alle linee guida operative per l’ottimizzazione delle raccolte differenziate allegate al Piano regionale gestione rifiuti. Ciò vale a dire che la raccolta differenziata non è un servizio aggiuntivo e parallelo alla raccolta indifferenziata dei rifiuti, ma dimensionata e strutturata come un servizio unico di raccolta di diverse frazioni selezionate all’origine dall’utenza. In tale ottica non può esistere un rifiuto raccolto in maniera indifferenziata, ma ci dovrà essere una raccolta differenziata anche della frazione residuale e cioè di quella parte che, non potendo essere recuperata e/o riciclata, va raccolta in maniera sistematica e portata a smaltimento finale. Pertanto, non potrà essere permesso alle varie utenze di conferire in maniera indifferenziata i propri rifiuti, ma esclusivamente di raccoglierli per tipologia (carta, vetro, imballaggi in plastica, acciaio, alluminio, cartone, rifiuti ingombranti, frazione organica, ecc.). Per cui, la raccolta della frazione organica (umido) e il suo smaltimento in idonei impianti di compostaggio deve partire subito e non può essere differita a fasi successive, per nessuna ragione, altrimenti noi cittadini ci riserviamo di dare corso ad azioni di tutela nelle sedi opportune.

venerdì 6 dicembre 2013

Incontro pubblico sui rifiuti a Roccalumera

Il Comitato jonico Beni Comuni in collaborazione con Rifiuti Zero Sicila  organizza  l’incontro pubblico dal titolo “Scegli oggi il tuo domani - Da come differenzi l’umido dipende il tuo futuro”. Al centro del dibattito la raccolta differenziata dell’umido, il compostaggio collettivo e la strategia Rifiuti Zero. L’incontro è stato programmato per venerdì 20 dicembre alle ore 17:30 presso l’Antica Filanda.
Invito tutti a pubblicizzare l’evento e a divulgare tra i propri amici e conoscenti la locandina e la brochure.
Il recupero della frazione organica (umido) che proviene dalla raccolta differenziata riveste un ruolo strategico nell’ambito della gestione integrata dei rifiuti urbani. Pertanto, l’intercettazione e il successivo recupero dell’organico (scarti alimentari e verde) non deve essere procrastinato per nessuna ragione. Infatti,  esso costituisce una tappa fondamentale per raggiungere gli obiettivi fissati di raccolta differenziata previsti dalle leggi e ridurre la quota di frazione organica allocata in discarica e i conseguenti impatti da essa derivati. In attesa che la Regione e la Srr  pianifichino e realizzino nuovi e moderni impianti di digestione anaerobica con post compostaggio per la valorizzazione energetica ed agricola della frazione organica, l’umido da raccolta differenziata dovrà essere trasportato per il trattamento nei più vicini impianti di compostaggio attualmente in esercizio nell’Isola.
Allo stesso tempo deve essere incoraggiato e sviluppato il compostaggio domestico e di comunità (collettivo). Il compostaggio domestico rappresenta la pratica in assoluto più virtuosa per contribuire alla “riduzione” dei rifiuti e dei costi di raccolta, trasporto e smaltimento.