martedì 23 luglio 2013

Rifiuti: cambiare si può

Villa Ragno - S.Teresa di Riva

Sabato 20 luglio si è tenuto a S. Teresa di Riva il convegno e dibattito pubblico “Cambiare si può. Trasformiamo i rifiuti in risorsa" organizzato dal comitato jonico beni comuni.
C’è stata una buona affluenza di cittadini, ma non quella che ci si aspettava. La presenza degli Amministratori è stata esigua nel numero (addirittura inferiore a quella del precedente convegno del 2012) e ha mostrato ancora di più la scarsa propensione dei primi cittadini eletti dal popolo di rispondere al popolo delle loro scelte. Perché?  La risposta è semplice: i nostri amministratori (tranne poche eccezioni) non hanno mai voluto affrontare la questione rifiuti con la necessaria serietà e determinazione; non si sono mai preoccupati di studiare l’argomento e imparare dalle esperienze positive che sono numerose anche nel nostro Paese. Cosa ci si può aspettare da amministratori insipienti? Nulla! Infatti, anche quando un gruppo di cittadini si attiva per iniziative (totalmente autofinanziate) come quella che si è svolta a Villa Ragno per contribuire a fare informazione e sensibilizzazione e per spronare tutti al senso di responsabilità, latitano. Stesso discorso vale per gli amministratori provinciali e regionali, incluso il Presidente Crocetta e i vari assessori invitati all’evento, che neanche si sono degnati di rispondere all’invito, anche solo per dire dei loro improrogabili altri impegni pubblici o privati.
Al convegno è risultata palese la confusione che regna nelle istituzioni locali sulla gestione dei rifiuti. Amministrazioni impreparate che devono inventarsi qualcosa di cui nulla sanno.
La presenza "part time" del Sindaco di Santa Teresa di Riva non è servita a fornire dati e informazioni sull’ipotetico Piano d’intervento dell’Aro comunale e relativi costi o benefici (economici e ambientali) per i cittadini. La sola informazione ha riguardato la discarica di Ligoria il cui iter procedurale, pare, sia a buon punto. Riaprire la discarica di Ligoria come auspica il Sindaco De Luca è prova di insensibilità verso i problemi ambientali e paesaggistici e di scarso valore dato alla salute dei cittadini. Inoltre è prova di palese contraddizione con quanto scritto nel suo programma elettorale che, al punto 6, prevedeva: “bonifica delle discariche di rifiuti esistenti sul territorio comunale”.
 La “ricetta” per uscire fuori dall’attuale cattiva gestione dei rifiuti l’ha spiegata con parole semplici il prof. Aurelio Angelini: basta attenersi alle direttive europee e copiare le buone pratiche già in uso. Non occorrono super differenziatori: bastano le semplici mani dei cittadini che a monte possono senza fatica (alcune pattumiere in più) evitare di mescolare il secco, cioè i materiali pregiati riciclabili, con l’umido, cui produrre compost. Così facendo si riduce al minimo l’indifferenziato (la vera spazzatura) abbattendo drasticamente le quantità di rifiuti da destinare alla discarica, il cui quantitativo può ulteriormente essere dimezzato in impianti di trattamento e valorizzazione del rifiuto secco residuo. Non serve altro. Solo una buona organizzazione. L’applicazione della “strategia rifiuti zero” entro un certo numero di anni porterà all’eliminazione di discariche e inceneritori.

mercoledì 10 luglio 2013

Rifiuti: nascerà l'A.R.O. Valle del Nisi?

È di ieri la notizia che è stata avviata la costituzione dell’Ambito di Raccolta Ottimale della Valle del Nisi in associazione tra i comuni di Alì, Alì Terme, Fiumedinisi, e Nizza di Sicilia. La richiesta di approvazione del Piano d’intervento previsto dalla Legge regionale è stata avanzata  il 28 giugno 2013 all’Assessorato competente. La novità, spiega il comunicato stampa diramato dall’Assessore Mariarita Muzio, sarà costituito dall’avvio della raccolta porta a porta  e dall’attivazione di un centro di raccolta in ogni comune.
Peccato però che tale piano non preveda anche la differenziazione della frazione organica nella fase iniziale e transitoria. Solo l’attivazione di un impianto di compostaggio distante dall’ARO non oltre 50 km segnerà il passaggio alla fase di regime. Inoltre, il comunicato non specifica se la gestione dei servizi sarà data in affidamento a terzi o se eseguita in house.

Con queste premesse sarà difficile che il Piano d’Intervento possa essere approvato. Senza la differenziazione dell’umido è molto arduo superare un livello di raccolta superiore al 50% (la legge vigente prevede il 65% entro il 2012) come enunciato nel comunicato. Inoltre, non differenziare l’umido significa non rispettare quanto previsto dalle direttive europee, nazionali e regionali. La gestione della frazione organica è una delle ragioni che dovrebbe spingere i nostri amministratori comunali a costituire un ARO che comprenda il maggior numero possibile di comuni del comprensorio jonico, da Sant’Alessio ad Alì Terme e relativi comuni dell’entroterra.



lunedì 8 luglio 2013

Sì ad un ARO jonico del riciclo

Il nuovo Piano Regionale e le Direttive sui rifiuti saranno oggetto di discussione, insieme alla proposta di Legge “Rifiuti Zero”, con  relativa raccolta firme, il prossimo 20 luglio al Palazzo della Cultura (Villa Ragno) in Santa Teresa di Riva. L'assemblea pubblica è organizzata dal Comitato jonico Beni Comuni ed avrà inizio alle ore 18:30. L’incontro è finalizzato alla sensibilizzazione di amministratori e cittadini del comprensorio jonico sulle problematiche di una corretta gestione dei rifiuti. Il titolo della  manifestazione è “Cambiare si può. Trasformiamo i rifiuti in risorsa”
La legge regionale del 2010 con le successive modifiche e integrazioni, il nuovo Piano regionale, i Piani d’Ambito di ciascun territorio ottimale Ato (18 ambiti in tutta la Sicilia) e i Piani d’intervento delle eventuali aree di raccolta ottimale Aro (che possono essere istituite all’interno dell’area territoriale ottimale di riferimento)  regolano, organizzano, affidano e controllano la gestione integrata dei rifiuti, nel rispetto della salvaguardia e tutela dell’ambiente e della salute pubblica. L’Ato, con il “nuovo corso”, è un ben definito perimetro territoriale a livello provinciale e non deve essere assimilato con la “liquidata” Società d’Ambito. Nella nostra provincia gli Ambiti Territoriali Ottimali sono due, non considerando le Isole Eolie. Il comprensorio jonico rientra nell’ATO n. 15, denominato “Messina Area Metropolitana” ed include 47 comuni per una popolazione di 466.085 abitanti (dati del 2011). Tutti i comuni che sono all’interno del perimetro di un Ato costituiranno (o hanno già costituito) una società chiamata “Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti (SRR), per obbligo di legge. Ciascun comune partecipa con una quota parte, proporzionale al numero di abitanti. L’Assemblea della SRR è costituita dai Sindaci o da loro rappresentanti. La Srr ha funzioni di indirizzo, pianificazione impiantistica,  regolamentazione e di affidamento del servizio mediante gara ad evidenza pubblica.  La Srr non gestisce alcun servizio. I componenti l’assemblea e il consiglio di amministrazione svolgono le loro funzioni a titolo gratuito. In sostanza la SRR, coerentemente con le linee strategiche individuate dal Piano regionale di gestione dei rifiuti, stabilisce il complesso di interventi che garantiscono la sostenibilità economico-finanziara del servizio nel territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale, individuando il tipo di impianti,  il loro numero e  ubicazione, in considerazioni delle necessità e delle peculiarità del proprio territorio di riferimento. La legge prevede che ogni  singolo Ambito Territoriale Ottimale sia autosufficiente. Quindi, ciascun Ato dovrà dotarsi di quanto necessario per chiudere il ciclo dei rifiuti. È compito della Srr, in nome e per conto dei comuni consorziati, affidare il servizio di gestione dei rifiuti mediante gara d’appalto con evidenza pubblica. Poi, ogni singolo comune stipulerà direttamente con il soggetto (vincitore della gara d’appalto)  incaricato di svolgere la gestione del servizio per i comuni consorziati, sottoscrivendo con lo stesso un contratto normativo che disciplina le modalità di affidamento, di sospensione e di risoluzione ad opera dei singoli comuni della parte di servizio relativa al territorio dei comuni stessi. La stipula e la sottoscrizione del contratto d’appalto, relativo ai singoli comuni compresi nella Srr, hanno luogo fra l’appaltatore e la singola amministrazione comunale, che provvede direttamente al pagamento delle prestazioni ricevute e verifica l’esatto adempimento del contratto. Questo, in parole povere, vuol dire che la responsabilità del servizio, della sua efficienza, efficacia ed economicità è di ogni singolo comune relativamente al proprio territorio.
Nel caso della costituzione di uno o più Aro (anch’essi senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica) all’interno dell’ATO di riferimento,  ai comuni che hanno costituito la sub area, spetta la governance dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti nel perimetro dell’Aro.
Secondo la normativa comunitaria, un Aro può procedere ad affidare la gestione dei servizi: a) a terzi con espletamento di procedure ad evidenza pubblica secondo le disposizioni in materia di appalti e concessione dei servizi; b) a società mista, la cui selezione del socio privato avvenga mediante gara a doppio oggetto (in cui la quota del socio privato non sia inferiore al 40%) , in applicazione delle disposizioni inerenti il partenariato pubblico privato; c) con gestione cosiddetta in house, purché sussistano i requisiti dell’ordinamento comunitario, e vi sia l’assoggettamento ai vincoli disposti dalle vigenti normative.

È auspicabile che nel comprensorio jonico venga istituito un ARO che includa, possibilmente, tutti i comuni del comprensorio o, almeno, quelli che insieme, sulla base di elementi oggettivi, dimostrino il rispetto del principio di differenzazione, adeguatezza e assicurino efficienza, efficacia e economicità della gestione dei servizi previsti. La preferenza dovrebbe andare alla gestione in house che, almeno  in teoria,  dovrebbe consentire un maggiore risparmio e un più incisivo controllo anche tramite l’ausilio dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dei consumatori e di comitati civici.