I rifiuti
rappresentano una delle maggiori sfide cui dobbiamo far fronte nella nostra
Isola e in particolare nella provincia di Messina. Ancora oggi, la maggior
parte dei rifiuti finisce in discarica, anche la frazione organica dei rifiuti
urbani, a causa della scarsità degli impianti di trattamento: in provincia di
Messina non ci sono impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti
solidi urbani (Forsu), per il trattamento del rifiuto urbano residuo (Rur), e
neanche discariche. Per questa
ragione la notizia dell’istanza di avvio del procedimento di Valutazione di
Impatto Ambientale (Via) per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento
e recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, con
produzione di biometano e compost, nel Comune di San Filippo del Mela, non ha
destato particolare scalpore o allarme. L’istanza di avvio del procedimento è
stata presentata il 15 maggio 2019 da A2A Energiefuture, mentre la
documentazione relativa al progetto è stata pubblicata sul portale
artasicilia.eu il 5 giugno 2019.
A differenza
del progetto che ha riguardato l’impianto di incenerimento dei rifiuti con
recupero energetico, proposto anch’esso da A2a, che ha visto la netta
contrarietà dei cittadini e degli Enti locali del comprensorio del Mela, per il
“biodigestore” sembra esserci una buona accettazione.
In questi
giorni scade il termine per presentare osservazioni da parte del pubblico. Le
osservazioni e i pareri degli Enti chiamati ad esprimersi sul progetto saranno
anch’essi pubblicati a breve e si potrà capire qual è il giudizio complessivo
sul nuovo impianto.
Il biodigestore
ha un minore impatto ambientale rispetto all’inceneritore. Tuttavia, per essere
autorizzato deve anch’esso rispettare determinati vincoli che possono
costituire motivo di esclusione dalla possibilità di autorizzazione. A2a Energiefuture nella documentazione prodotta, esclude che ci siano interferenze
del progetto con i vincoli escludenti.
A
prescindere dal reale rispetto o meno dei vincoli che potrebbero promuovere o
bocciare il progetto, si riportano due pareri di diverso tenore, il primo
favorevole e il secondo contrario, di due anonimi lettori del blog:
1. Siamo sommersi dai rifiuti. Non
disponiamo di alcun tipo di impianto. Anche nei comuni dove si fa la raccolta
porta a porta, per la mancanza di impianti, l’umido raccolto finisce comunque
in discarica. Se dobbiamo aspettare che siano le Srr (i sindaci dei comuni) a programmare,
localizzare e bandire gare o manifestazioni di interesse per realizzare questi
impianti, passerà almeno un decennio. Il biodigestore proposto da A2a è una opportunità da sfruttare.
2. Il nuovo
impianto viene proposto in un’area ambientalmente devastata, dove i risultati
dell’ultimo studio “Sentieri” attestano che le malformazioni congenite sono
+80% rispetto ai casi attesi. L’abnorme eccesso di malformazioni congenite è
addebitabile in massima parte alla raffineria. Tuttavia qualsiasi nuovo
impianto venga aggiunto in quell’area (senza aver prima eliminato altri
impianti inquinanti presenti) per quanto possa essere modesto l’impatto delle
emissioni, peggiorerà la situazione. Non è saggio costruire nuovi impianti inquinanti
e pericolosi in un’area industriale ad elevato rischio ambientale. La Centrale
A2a e la limitrofa Raffineria sono a rischio di incidente rilevante.