venerdì 15 dicembre 2017

Inceneritori o Fabbriche dei Materiali?

La Gazzetta del Sud di ieri ha titolato in prima pagina, “Rifiuti, la Sicilia affonda” ed ha riportato la notizia della protesta presso la Soprintendenza di Messina dei cittadini della Valle del Mela contro l’inceneritore di A2a, un’intervista al presidente della Regione Musumeci sull’emergenza rifiuti e un "commento" del giornalista Lucio D’Amico,  il quale non ha potuto esimersi dal ribadire il suo personale punto di vista e quello del suo giornale  in merito agli inceneritori o termovalorizzatori come li chiama lui. Il giornalista nel suo pezzo bacchetta il presidente Musumeci, il quale, a suo dire, invece di caratterizzare la sua azione “in base a scelte precise nei settori cruciali, sembra sposare la demagogia di chi pensa che la spazzatura sparisca con la formula magica dei “rifiuti zero”. Invero, Musumeci su precisa domanda sulla sua posizione riguardo l’inceneritore di S.Filippo del Mela ha risposto che: “È Una pratica che ci siamo trovati sulla scrivania, con tanto di autorizzazioni [ma di quale autorizzazioni parla visto che la procedura è ancora in corso?]. Ho bisogno di approfondire il tema, animato da un sereno giudizio e non da pregiudizi integralisti, nell’uno e nell’altro senso”.
Nel “commento” il giornalista, non si sa a che titolo (forse è grande esperto di gestione dei rifiuti e  anche di inceneritori), scrive che: “Demonizzare oggi i termovalorizzatori è quanto di più stupido si possa fare, perché anche quando la differenziata cresce, c’è una grossa parte di rifiuti che deve essere smaltita in qualche luogo. E poi gli impianti di termovalorizzazione (nulla a che vedere con i vecchi inceneritori) producono ricchezza per il territorio, senza inquinare, a differenza delle grandi discariche. Basta prendere ad esempio il “modello Milano”. Ma noi siciliani, si sa, non abbiamo bisogno di andare a lezione da altri”.
Le opinioni esternate dal signor Lucio D’Amico sono veramente quanto di più stupido e forviante un giornalista possa scrivere su questo argomento. Notizie false e tendenziose sarebbe l’esatta definizione o se preferire disinformazione. Il signor D’Amico sembra essere il portavoce della multiutility A2a e non un giornalista che deve informare correttamente i lettori del suo giornale.
Suggeriamo al signor D’Amico di documentarsi. Egli potrebbe scoprire che il modello da cui prendere esempio per una corretta gestione dei rifiuti non è Milano, ma la provincia di Treviso (885.972 abitanti) con una Raccolta Differenziata all’87.9% (Rapporto Ispra 2017). Pertanto, non risponde al vero che “una grossa parte dei rifiuti deve essere smaltita in qualche luogo” se si organizza in modo appropriato la raccolta differenziata. Solo una piccola parte del residuo secco (rifiuto indifferenziato) sarebbe destinato alla discarica e ancora meno ad eventuale incenerimento. Inoltre l’illustre giornalista potrebbe scoprire che i “termovalorizzatori” non sono altro che inceneritori con recupero di energia e che in tutto il mondo essi vengono chiamati inceneritori (Incinerator); scoprirebbe anche che i termovalorizzatori producono ricchezza solo per chi li realizza e gestisce (incenerire i rifiuti è più remunerativo dello spaccio della droga) e non per i cittadini/utenti. Infatti il recupero di materia dal residuo secco fa risparmiare più energia di quanta verrebbe recuperata con l’incenerimento, il tutto con minore inquinamento, minori investimenti ed una maggiore occupazione. Infine egli potrebbe scoprire, magari leggendo lo studio di impatto ambiante presentato da A2a relativo all’inceneritore di San Filippo del Mela, quanto la stessa A2a prevede di inquinare per ogni veleno sprigionato: per esempio di sola diossina sono previste emissione nell’ordine di 78 mg anno. Così potrà calcolare lui stesso quanta diossina si accumulerà giorno dopo giorno e anno dopo anno nel suolo.

Forse è bene ricordare al signor D’Amico che l’Europa ci indirizza verso un modello di economia circolare. Si deve andare a grandi passi verso un modello di economia che non produce più rifiuti (destinati ad inceneritori e discariche) ma un nuovo modello integrato di produzione distribuzione e consumo, ovvero, un uso efficiente e sostenibile delle risorse. Con l’economia circolare bisogna accompagnare la cessazione delle attività obsolete e dismettere gli impianti potenzialmente inquinanti, promuovendo modelli di produzione e di consumo sostenibili. Al posto dei “termovalorizzatori” sponsorizzati dal signor D’Amico, impianti di compostaggio e fabbriche dei materiali. In questo modo la Sicilia, invece di affondare, potrà risorgere.

venerdì 8 dicembre 2017

Inceneritore del Mela, manifestazione di protesta Mercoledì 13 dicembre

L'inceneritore è tutt'altro che scontato: l'importanza della manifestazione davanti la Soprintendenza.
Mercoledì  13 alle 15.30  il movimento contro l’inceneritore del Mela manifesterà davanti la Soprintendenza di Messina. La scelta del luogo non è affatto casuale, in quanto la palla è al momento in mano al Soprintendente, a cui è stato chiesto di esprimere nuovamente un parere sull’inceneritore. Un parere che potrebbe essere determinante per la sorte di questo odiato impianto, una pericolosa bomba ecologica e sanitaria contro cui il territorio si è più volte schierato e la cui realizzazione rappresenterebbe una grave sconfitta per tutti.
E’ vero che, come riportato su vari organi di stampa, il parere della Soprintendenza (e quindi dei Beni Culturali) potrebbe essere “superato” da una decisione del Consiglio dei Ministri in sede di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Ma il superamento della VIA non è l’unico adempimento necessario per poter realizzare l’inceneritore. Quand’anche l’inceneritore riuscisse a ottenere una VIA positiva (contro cui peraltro bisognerà presentare ricorso), A2A dovrebbe comunque chiedere il rilascio della concessione edilizia (per la precisione oggi si parla più correttamente di “permesso di costruire”) per poter iniziare i lavori.
La concessione edilizia può essere rilasciata solo dall’Ufficio tecnico (o meglio, dal Responsabile Area Gestione del Territorio) del Comune di San Filippo del Mela, sulla base della conformità del progetto alle “previsioni degli strumenti urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente”.
Nell’area interessata dall’impianto “non è consentito realizzare impianti per il trattamento dei rifiuti”[1]: con questa semplice e limpida prescrizione il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, ormai approvato da quasi un anno, vieta categoricamente la realizzazione dell’inceneritore e di qualsiasi altro impianto di trattamento dei rifiuti nel golfo di Milazzo, entro i 300 mt dal mare (come in questo caso).
Ai sensi del Codice dei beni culturali, le previsioni del Piano Paesaggistico sono inderogabili (neanche una decisione del Consiglio dei Ministri potrebbe “bypassarle”) e prevalgono su quelle del PRG. Quindi nessuna concessione edilizia potrà essere rilasciata finché è vigente il Piano Paesaggistico, a meno di commettere un abuso.
Accade spesso che gli Uffici tecnici, nel rilascio delle concessioni edilizie, facciano riferimento alle autorizzazioni o ai pareri già rilasciati sul progetto in questione dalle Soprintendenze territorialmente competenti. Ecco perché il parere della Soprintendenza è determinante: se ad esempio la Soprintendenza di Messina dovesse affermare il falso, ovvero che l’inceneritore è compatibile con il Piano Paesaggistico, allora A2A avrebbe più possibilità di ottenere una concessione edilizia abusiva.
Viceversa se, come noi auspichiamo, la Soprintendenza applicherà correttamente il Piano Paesaggistico, dando quindi parere negativo sull’inceneritore, tale parere diverrebbe vincolante anche per l’Ufficio tecnico del Comune di San Filippo del Mela, nonostante l’eventuale rilascio della VIA da parte del Consiglio dei Ministri.
Ricordiamo però che l’odierno Soprintendente Orazio Micali a Gennaio ha tentato di ottenere l’annullamento del parere negativo della Soprintendenza sull’inceneritore: come si comporterà adesso? Il fatto che la settimana scorsa abbia risposto picche alla nostra richiesta di appuntamento inoltrata per iscritto, ci desta il sospetto che, per prendere la decisione giusta, la Soprintendenza abbia bisogno del nostro “fiato sul collo”.
Per questo è importante manifestare Mercoledi 13: non per chiedere favori, bensì per chiedere semplicemente il rispetto della legge e l’applicazione del Piano Paesaggistico vigente.
E al contempo per chiedere la difesa del Piano Paesaggistico dai 5 ricorsi al TAR Catania che rischiano di annullarlo: da questo punto di vista si chiede un intervento urgente anche delle amministrazioni comunali.

I comitati e le associazioni della Valle del Mela contro l’inceneritore




[1] Pag. 270 del Supplemento ordinario n. 2 alla GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA (p. I) n. 13 del 31 marzo 2017 (n. 12) - Approvazione del Piano paesaggistico dell’Ambito 9 ricadente nella provincia di Messina

venerdì 1 dicembre 2017

Una gestione europea dei rifiuti in Sicilia è possibile

Lettera aperta al Presidente della Regione. on. Nello Musumeci

Ill.mo Presidente,
Zero Waste Sicilia è una organizzazione di volontariato, presente nelle principali aree di sofferenza ambientale causata dai rifiuti e da scellerati progetti di gestione degli stessi, che fa della gestione virtuosa degli oggetti e materiali abbandonati dopo il consumo la sua ragione d’essere e l’ispirazione delle proprie battaglie.
Abbiamo già avuto modo di interfacciarci con la precedente Amministrazione regionale partecipando, oltre che a convegni, ai lavori della IV commissione in qualità di Associazione ambientalista, in audizioni, a qualche conferenza di servizio e presentando esposti alla corte dei conti.
Le scriviamo questa lettera aperta dopo che la stampa ha riportato alcune sue dichiarazioni, al recentissimo convegno di Legambiente, che abbiamo apprezzato.
Fra queste "Sui rifiuti mi gioco la mia credibilità" è ampiamente condivisibile, in quanto secondo noi tutti i suoi predecessori la credibilità se la sono giocata proprio lì, perdendola. Riservandoci di discutere della strategia Zero Waste in altra sede, ci permetta di discutere dunque di questioni molto più basilari e di elencare i minimi e necessari passi che vanno eseguiti con la massima urgenza, per riportare la Sicilia in Europa su questo fronte.
Passo 0: Riportare la legalità nella gestione dei rifiuti in Sicilia.
0-a) Quasi tutte le discariche siciliane sono illegali, per molti versi. Tralasciando abusi e violazioni delle AIA, all’entrata in discarica i rifiuti devono essere trattati (cfr. TULA Dlgs. 152 del 2006) per evitare o almeno fortemente ridurre la produzione di percolato. Ciò si ottiene mediante separazione meccanica della frazione secca dei rifiuti urbani residui (RUR) da quella umida, e successiva biostabilizzazione di quest’ultima negli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB). Tali impianti o non esistono o la frazione umida non è trattata abbastanza a lungo per stabilizzarla, come innumerevoli decreti emergenziali varati dalla precedente amministrazione regionale invece consentono. E comunque la capacità totale degli impianti di TMB non è sufficiente per gli oltre 2 milioni di tonnellate annue che i comuni conferiscono.
0-b) In Sicilia dal 31/12/2015 (L.R. 9/2010), bisognava raggiungere le soglie del 65% di raccolta differenziata (RD) e del 50 % di recupero di materia (RM) dai rifiuti. Come dai reports dell’Ufficio Speciale per il monitoraggio e per l'incremento della raccolta differenziata, la Sicilia non arriva che ad un terzo del primo limite di legge, malgrado gli sforzi ed i progressi di alcuni Comuni che raggiungono percentuali accettabili. Pertanto il sistema siciliano dei rifiuti è fuorilegge con ciò procurando gravi danni non solo ambientali ma economici non solo sul piano della economicità di gestione del ciclo dei rifiuti ma anche sul piano delle mancate risorse economiche extraregionali.
Passo 1: Raccolta differenziata e Recupero Materia
E’ la Raccolta Differenziata (RD) finalizzata al Recupero di Materia (RM) l’obbiettivo da perseguire per avviarci alla soluzione dei problemi legati alla raccolta dei rifiuti, in quanto le materie prime seconde così recuperate possono essere monetizzate. Per innalzare la RD oltre che il RM è indispensabile utilizzare il metodo di raccolta porta a porta (PAP), e la invitiamo ad informarsi sul consorzio Contarina (www.contarina.it), dove 50 comuni del trevigiano, 554.000 abitanti tutti serviti PAP, raggiungono
percentuali di 85% di RD e soli 50 kg/abitante/anno di RUR (in Sicilia sono oltre 400). Interessantemente il consorzio Contarina ha tariffe e costo del servizio più bassi d’Italia.
Passo 2: Compostaggio e biodigestione
2-a) La frazione organica ad oggi raccolta in Sicilia dai soli rifiuti solidi urbani è pochissima, circa 250.000 tonnellate/anno, invece delle 750.000/800.000 possibili al 65% di RD, cui si sommano le quantità provenienti dai rifiuti speciali originati dalle attività agricole ed industriali di trasformazione. Gli impianti in esercizio di compostaggio (quasi tutti utilizzano il compostaggio aerobico) hanno una capacità di sole 100.000 ton/anno. Bastano solo questi numeri ad indicare la vera emergenza e la vera priorità tra le cose da fare. Inoltre se la raccolta dell’organico è fatta male, l’ammendato ottenibile sarà sporco di vetro, metalli pesanti, plastica ecc., e quindi non utilizzabile in agricoltura. Il compostaggio viene dunque a perdere la sua funzione primaria all’interno dell’economia circolare, cioè la procedura per restituire ai terreni alcune delle sostanze organiche che preleviamo con l’agricoltura e diviene un problema, e quindi un costo, per i gestori degli impianti e indirettamente per la comunità. Non Le sfugga, on. Presidente, che l’85% dei terreni siciliani è a rischio di desertificazione. Solo che ad oggi le procedure per l’autorizzazione di impianti di compostaggio sono troppo lunghe e complicate. Un Suo primo intervento potrebbe essere quello di snellire e velocizzare le procedure autorizzative per il compostaggio, anche consentendo ai singoli Comuni di dotarsene senza passare attraverso le SRR.
2-b) Una soluzione da caldeggiare, a nostro avviso, è quella di incentivare gli impianti di biodigestione anaerobica, con produzione di bio-metano. In questi processi si ottiene un ammendante, in quantità inferiori a quello prodotto dagli impianti aerobici da far maturare sul terreno, e biogas, da depurare per ottenere bio-metano per auto trasporto o da immettere nella rete: quindi una risorsa da utilizzare tutta e subito.
Ora non è necessario costruire giganteschi biodigestori, bensì sarebbe possibile un revamping dei depuratori delle acque reflue esistenti (che funzionano per lo più proprio mediante la digestione anaerobica) immettendo insieme alle acque reflue anche la frazione organica di qualità da raccolta PAP. Se alla fine del processo i “fanghi” di depurazione contengono quantità di metalli pesanti ed altro sotto i limiti di legge si avrebbe un discreto precompost e non ci sarebbero le spese di smaltimento dei fanghi di depurazione.
Passo 3: Impianti sovracomunali e finanziamenti europei
Per valorizzare la frazione secca da RD PAP e perfino quella indifferenziata sono indispensabili gli impianti di selezione e valorizzazione. Questi vanno finanziati e ci sono ottime possibilità, dopo che la Commissione Juncker lo scorso 26 Gennaio 2017 (http://ec.europa.eu/environment/waste/waste-to-energy.pdf) ha invitato la Banca Europea di Investimenti a preferire negli investimenti gli impianti per l’economia circolare anziché nuovi inceneritori.
On. Presidente, sono tantissime altre le misure che la Regione Sicilia potrebbe prendere, compresi un nuovo Piano Regionale Rifiuti ed una legge quadro su tutte le tematiche ambientali, e Zero Waste Sicilia è pronta a discuterle con Lei e con i competenti assessori. Tuttavia, anche se è pleonastico, noi vogliamo avvertirLa che la riforma del sistema dei rifiuti in Sicilia non è solo una difficilissima operazione culturale, ma toccherà grandi interessi economici consolidati di potentissimi gruppi. Ci troverà al Suo fianco se questa battaglia vorrà portare avanti, così come riceverà puntualmente le nostre critiche se così non dovesse essere.
Cordiali saluti
Per conto di Zero Waste Sicilia
Beniamino Ginatempo, Presidente

zwsicilia@gmail.com

lunedì 27 novembre 2017

Inceneritore del Mela, l’esito della procedura di VIA sarà una scelta politica: è il momento della mobilitazione popolare

Attesa la conferma del parere negativo del Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibact) che impedisce al momento la conclusione della procedura di compatibilità ambientale, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare chiederà alla Presidenza del Consiglio dei ministri di attivare la procedura prevista dalla Legge 23 agosto 1988, n.400[1]. Ovvero, la questione verrà esaminata dal Consiglio dei ministri che si esprimerà al riguardo.
Questo perché l’avvio della procedura di VIA, nel nostro specifico caso, è stato antecedente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 2016 n.127[2]. Senza la retroattività prevista dall’articolo 7 del decreto, il parere negativo del Mibact sarebbe stato vincolante e avrebbe determinato la conclusione negativa della VIA.
Si può dunque ipotizzare che la decisione finale sulla procedura di VIA dell’inceneritore del Mela sarà determinata con Delibera del Consiglio dei Ministri. Si tratterà di una decisione  prettamente politica che dovrà essere orientata nel verso giusto, quello della bocciatura del progetto, per le motivazioni ampiamente illustrate nelle osservazione del pubblico. I cittadini del comprensorio del Mela, che hanno avuto la possibilità di farlo, hanno espresso già la loro contrarietà con i Referendum. Questo sarà sufficiente ad incidere sulla scelta che farà il Consiglio dei ministri?
È il momento della mobilitazione popolare, come mezzo di pressione politica, che dovrà essere forte e decisa per ricordare al Governo che la salute e l’ambiente hanno la priorità sugli interessi economici di aziende private e che l’incenerimento dei rifiuti è una pratica obsoleta che persino la Commissione Europea scoraggia. La transazione verso un’economia circolare richiede un cambiamento strutturale e l’innovazione è il cardine di questo cambiamento. Altrimenti, il cambio di paradigma che auspicano i Ministri Calenda e Galletti, per l’avvio di una nuova politica industriale finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione è la solita presa in giro di una classe politica inconcludente.




[1] Legge 23 agosto 1988. N. 400 (Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), che all’art. 5, comma 2, lett. c-bis prevede che il Presidente del consiglio dei ministri può deferire al Consiglio dei ministri, ai fini di una complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, la decisioni di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra amministrazioni a diverso titolo competenti in ordine alla definizione di atti e provvedimenti, in ordine alla verifica di impatto ambientale. La questione viene esaminata dal Consiglio dei Ministri che si esprime al riguardo. La delibera, infine, viene inviata al Ministro competente perché la recepisca nell’iter procedurale rientrante nelle proprie attribuzioni.
[2] Decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 127, “Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell'articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124”, all’articolo 6, (Disposizioni di coordinamento con la disciplina in materia di autorizzazione paesaggistica)  stabilisce nel caso di conferenza dei servizi indetta per interventi che richiedono l’autorizzazione paesaggistica, che l’amministrazione procedente effettui la comunicazione di cui all’articolo 14 bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificato dallo stesso decreto, sia all’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, se diversa dall’amministrazione procedente, sia al soprintendente che deve esprimere il parere (vincolante) di cui all’articolo 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

domenica 19 novembre 2017

Inceneritore del Mela, quale sarà l’esito della procedura di VIA?

La funzione principale della procedura di VIA è di conseguire elevati livelli di protezione e di qualità dell’ambiente valutando preventivamente le possibili conseguenze derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio di specifici progetti o interventi di opere civili e industriali.
Dopo l’elaborazione del progetto, la procedura di VIA statale  prevede che il  Ministro dell’Ambiente emani un provvedimento, espresso di concerto con il Ministro per i Beni e le attività culturali (MiBact), che concede o nega  l’autorizzazione dell’opera sotto il profilo ambientale.
Il parere negativo espresso, nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale dell’Impianto di valorizzazione energetica di CSS da realizzarsi nella Centrale Termoelettrica esistente di San Filippo del Mela, dalla Soprintendenza, recepito dal MiBact, di regola dovrebbe determinare la conclusione negativa della valutazione e quindi il diniego della VIA.
Il ministero dei Beni culturali ha ritenuto l’opera proposta da a2a Energiefuture non compatibile in alcun modo con le esigenze di protezione dei beni culturali sui quali essa è destinata ad incidere (“incompatibilità paesaggistica e di contrasto con gli obiettivi indicati dal P.T.P.[1] Ambito 9”). La conseguenza del parere negativo dovrebbe determinare come risultato una VIA negativa.
Il giudizio di incompatibilità del MiBact[2] essendo di natura tecnica è insindacabile[3]. Pertanto è davvero molto difficile che un eventuale ricorso di a2a al Giudice possa essere accolto. Il giudizio espresso dal Ministero è sindacabile solo per illogicità, irragionevolezza, travisamento dei fatti o, ancora, carenza di motivazione: tutte circostanze assenti nello specifico caso.



lunedì 13 novembre 2017

San Cateno di Fiumedinisi, perseguitato politico e martire dell’ingiustizia

Un santo che si rispetti fa miracoli. E Cateno De Luca i miracoli li ha fatti: ha portato la raccolta differenziata a Santa Teresa di Riva all’80% e ha guadagnato la bandiera blu perché ha reso la spiaggia linda e profumata ed il mare cristallino. Un miracolo come quello della tramutazione dell’acqua in vino, conosciuto anche come miracolo delle nozze di Cana. Quello di De Luca sarà ricordato come  "miraculo da bannera”.
A parte gli scherzi, va riconosciuto a De Luca un minimo d'impegno per migliorare lo stato delle cose durante la sua sindacatura nel Comune di Santa Teresa di Riva (minimo, perché andava al comune prevalentemente solo di Lunedì).
Forse è bene rendere noto, che l’autore di questo post è un cosiddetto “detrattore” di De Luca, uno che ha contribuito a far lievitare a 15 i “processi” dai quali De Luca dice di essere stato assolto. Invero per le mie denunzie non c’è stato alcun processo. De Luca dovrebbe saper distinguere tra processo penale e procedimento penale e conseguentemente tra rinvio a giudizio e archiviazione. L’azione penale è obbligatoria. I magistrati non hanno colpe per il numero di procedimenti che vengono aperti.
Per quel poco che l’ho conosciuto, Cateno De Luca è un bravo attore capace di recitare molti ruoli. Indossa una maschera di convivialità che lo rende simpatico e piacevole (un clown lo ha definito Sgarbi, che se ne intende). È espansivo e in genere piace a tutti. Ha la capacità di influenzare le persone fino a conquistarle. Ha avuto successo nella sua attività di imprenditore e mostra sempre una forte fiducia in se stesso e ciò attira le persone. È un furbetto: "sono un amministratore, non sono un politico" (i politici non godono buona fama al momento); "Io ho sempre avuto fiducia nella magistratura" (dopo l'assoluzione ovviamente). Cerca di non darlo a vedere, ma ha una percezione grandiosa di se e si ritiene più intelligente e astuto di chiunque altro. Si attribuisce le doti di statista. È impulsivo e non sempre considera le conseguenze delle sue affermazioni e azioni: o sei con lui o sei contro di lui e agisce conseguentemente. È bravo nel manipolare le emozioni cavalcando lo stato di vittima che ha subito ingiustizie. “Il popolo sono io”, ha detto recentemente, che tradotto vuol dire: solo Cateno De Luca può salvare Messina, la Sicilia,  l’Italia e il mondo intero. Si candiderà a sindaco di Messina come trampolino per candidarsi a presidente della Regione Siciliana nel 2023. Se ci riuscirà, è un’altra storia. 
Tornando ai suoi processi e alle vicissitudini giudiziarie, non conoscendo gli atti non posso esprimere alcun giudizio o commento. Essere indagato, rinviato a giudizio e subire un processo non vuol dire essere colpevole. Non mi sorprenderei se alla fine De Luca venisse scagionato da ogni accusa. Cosa che in effetti mi auguro. Fa piacere a tutti vedere che è stata accertata l’innocenza di una persona che si ritiene ingiustamente accusata. È da apprezzare e gli fa onore la sua intenzione di ricorrere in appello contro la prescrizione di alcuni dei capi di imputazione nel recente processo in cui è stato assolto dalla contestazione di abuso d’ufficio “perché il fatto non sussiste” (resta solo da vedere se lo farà).
Come tutti, anch'io mi auguro che De Luca venga riconosciuto innocente, se estraneo ai fatti che gli contestano. Le mie denunzie sono state archiviate. I magistrati hanno ritenuto l’omissione penalmente non rilevante. Però, se questo è vero, vorrebbe dire che lo Stato italiano attraverso le sue istituzioni e le sue leggi non protegge i cittadini dall'inquinamento acustico, perché la specifica legge quadro è, evidentemente, una legge inutile, inidonea a tutelare l’ambiente esterno e l’ambiente abitativo. Non ci sono vie di mezzo, secondo me: o viene riconosciuta e sanzionata l’omissione di atti d’ufficio di De Luca, o chi per lui (per non aver emanato una ordinanza ai sensi dell’articolo 9 della legge 447/95) o bisogna modificare la legge. La mia piccola battaglia di legalità, se così si può definire, un risultato dovrà raggiungerlo.

giovedì 2 novembre 2017

Inceneritore del Mela, la commissione tecnica ha espresso parere positivo

La Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale (CTVIA) in data 13 ottobre 2017 ha espresso parere positivo con prescrizioni sull’Impianto di valorizzazione energetiva di CSS (Combustibile Solido Secondario) da realizzarsi nella Centrate Teromelettrica esistente di San Filippo del Mela (Me), ovvero sull’inceneritore del Mela. Il parere emesso dalla Commissione Tecnica non è stato ancora reso pubblico e non si conoscono le motivazioni e le prescrizioni. La predisposizione del provvedimento finale pare sia in attesa di ulteriore parere del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact), il quale ha già espresso parere negativo per ben due volte. Questo dovrebbe voler dire, tranne colpi di scena, che il Ministero dell’ambiente di concerto con il Mibact dovrà decretare giudizio negativo di compatibilità ambientale. In caso contrario, noi cittadini ci dovremmo attrezzare per ricorrere al TAR.

martedì 31 ottobre 2017

Tabelle finanziamenti Centri Comunali di Raccolta

L’Assessorato Regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità ha pubblicato le tabelle per la realizzazione e/o ampliamento dei Centri Comunali di Raccolta (CCR) a seguito delle valutazioni delle istanze presentate dai comuni pervenute entro il 12 luglio 2017. Sono 40 i progetti ammessi a finanziamento, 34 quelli ammessi con riserva e 52 i non ammessi. Il Comune di Milazzo, ultimo nella tabella dei progetti ammessi, per l’ampliamento e potenziamento del CCR in contrada Masseria riceverà l’importo di € 414.659,11. Il progetto di realizzazione di un CCR nel Comune di Santa Teresa di Riva (importo € 448.963,40) non è stato ammesso per mancanza dei requisiti di ammissibilità (piano di comunicazione) e per mancato raggiungimento del punteggio minimo (35/100). I progetti ammessi verranno istruiti e finanziati in ordine di elenco fino ad esaurimento delle somme finanziate

domenica 1 ottobre 2017

Manifestazione a Palermo 10 ottobre 2017

Le patologie del ciclo dei rifiuti ed un sistema di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli alla risoluzione delle decennali problematiche inerenti la gestione dei rifiuti in Sicilia sono state evidenziate nella "Relazione Territoriale sulla Regione Siciliana" del 19 luglio 2016 dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta. Tali illegalità continuano a trovare terreno fertile poiché programmazione e controllo a livello regionale sono stati e sono sostanzialmente inesistenti. L’attuale situazione, fatta di continue emergenze, rivela l’incapacità politica e amministrativa della Regione siciliana di portare avanti una qualsivoglia programmazione, procedendo invece con misure straordinarie ed emergenziali senza alcuna prospettiva effettiva di sblocco della situazione nel medio-lungo periodo. Alla mancanza di programmazione corrisponde un approccio costantemente basato sull’emergenza, la contingenza e l’approssimazione. Infatti, la raccolta differenziata è rimasta al palo e le infrastrutture utili a governare l’intero ciclo dei rifiuti, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti e nel solco dell’economia circolare, scarseggiano o sono inesistenti. Negativo è stato anche il comportamento del Ministero dell’Ambiente che, giustamente, non ha permesso un nuovo commissariamento, ma il 31 maggio 2016, ha praticamente concesso la possibilità di varare  una nuova ordinanza contingibile e urgente al Presidente Crocetta, subordinandola a una serie di prescrizioni. Tra queste la scellerata realizzazione degli inceneritori. Nei fatti non è cambiato nulla: si continua ancora oggi col reitero delle ordinanze (Ordinanza n. 10 Rif e Ordinanza n. 11 Rif del 29 settembre 2017) e, dunque, a gestire la raccolta differenziata, il trattamento dei rifiuti indifferenziati, le autorizzazioni di abbancamento in discarica, l’adeguamento del piano regionale dei rifiuti, la costituzione delle Srr e perfino la controversa questione inceneritori attraverso provvedimenti derogatori che, oltretutto, escludono o comprimono la partecipazione dei Comuni, dell’Assemblea regionale siciliana, e degli stessi cittadini e portatori di interessi. Tutto questo impedisce corrette politiche di tutela ambientale e sociale dei territori e ci costringe a vivere nel disordine, nell’illegalità, nell’immondizia e nell’inquinamento. Diciamo basta inquinamento, corruzione politica, pressapochismo, connivenze. No ad una Sicilia di discariche e inceneritori. Si all’autodeterminazione dei territori e ad una economia sostenibile. Facciamo sentire la nostra voce, in modo diretto, senza infingimenti, senza paura e senza riguardi verso una classe politica e amministrativa a dir poco inconcludente. Martedì 10 ottobre manifestiamo a Palermo. Manifestiamo la volontà di essere artefici del nostro futuro, nel rispetto delle prerogative dei vari livelli istituzionali, la cui azione, è bene ricordarlo, non può prescindere dal rispetto di direttive e leggi, ovvero dal rispetto dell’ambiente e della salute delle persone.

mercoledì 20 settembre 2017

S.Teresa di Riva, titolare di un noto locale condannata ad un mese di arresto per disturbo al riposo delle persone. Nessuna condanna, invece, per il sindaco.

Ancora una condanna  per la titolare di un pubblico esercizio di Santa Teresa di Riva che, questa volta si è vista infliggere dal Giudice monocratico del Tribunale di Messina, un mese di arresto
La recidiva del comportamento dell'imputata ha indotto il Giudice a rifiutare l’oblazione chiesta dall’avvocato di quest'ultima. La sentenza di condanna di primo grado è del 19 settembre 2017, quattro anni dopo i fatti.
Nel 2013 e ancora prima nel 2012, l’allora sindaco di Santa Teresa di Riva, informato del pericolo cui erano sottoposte alcune persone e richiesto di intervenire, ai sensi dell’articolo 9 della legge quadro sull’inquinamento acustico, non ha preso alcun provvedimento per tutelare la salute delle persone esposte ai rumori molesti, ma, incredibilmente, ha concesso ai gestori del locale il prolungamento dell’orario dei trattenimenti tenuti in orario notturno, ad alto volume e oltre l'orario consentito, per evitare loro le multe dei Vigili, gratificando così, non si capisce a quale titolo e fine, i gestori del locale, senza curarsi di esporre ad ulteriore pericolo i malcapitati costretti a subire i rumori molesti.
C’è da chiedersi, oggi, come mai il comportamento dell'imputata è stato considerato penalmente rilevante e, ciò non di meno, nessun provvedimento è stato adottato nei confronti dell'Amministrazione che quel comportamento - sanzionato penalmente - ha "autorizzato". 

giovedì 14 settembre 2017

Elezioni Sicilia, le primarie di Cateno De Luca

Primarie a costo zero e senza gazebo per l’eclettico Cateno De Luca che con una trovata singolare si candida alle elezioni regionali per avere l’investitura del popolo a candidarsi come sindaco di Messina. Una specie di sondaggio sul gradimento della sua candidatura a sindaco, certificato dall’esito delle urne alle prossime elezioni regionali. La carica di Sindaco è incompatibile con quella di parlamentare all’Ars, pertanto Cateno De Luca chiederà di essere votato non come parlamentare, ma, appunto, per essere legittimato a candidarsi alla carica di Sindaco alle elezioni comunali. Egli ha anche stabilito in 20 Mila, non uno in più, la soglia di voti da raggiungere nella Città di Messina per vincere le sue personali primarie.
Alle regionali si presenterà nella lista “Udc-SiciliaVera” collegata a Musumeci.  Quelle di De Luca non saranno primarie di coalizione, ma di “collocazione”. A seconda del risultato farà l’aspirante sindaco di Messina o il deputo all’Ars.

lunedì 11 settembre 2017

Inceneritore del Mela, la Citta Metropolitana di Messina ribadisce il parere negativo

La Città Metropolitana di Messina con una nota del 6 settembre 2017 a firma del Sindaco Metropolitano Renato Accorinti conferma il proprio parere contrario nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto “Impianto di valorizzazione energetica di CSS da realizzarsi nella Centrale esistente di San Filippo del Mela (Me)”.

Il documento è visionabile sul sito del Ministero dell’Ambiante oppure cliccando (QUI)

sabato 26 agosto 2017

Elezioni regionali, attori e comparse del teatrino della politica


Un interprete minore ma significativo del teatrino della politica regionale è il portavoce di "Sicilia Vera" Cateno De Luca. Nato a Fiumedinisi (Me) nel 1972. Appena diciottenne diventa consigliere comunale della sua città nei ranghi della democrazia cristiana e poi sindaco nel 2003. Tre anni dopo approda all’Ars nelle file dell’Mpa. Ma la fedeltà non è il suo forte: nel 2011 cambia sei volte gruppo parlamentare, arrivando a sostare nel Pdl  per poche ore, solo il tempo di far saltare gli equilibri in una delicata conferenza dei capigruppo. A giugno del 2011 il leader di Sicilia Vera è finito prima ai domiciliari e poi al divieto di dimora (misure cautelari successivamente revocate dalla Corte di Cassazione che le ha ritenute illegittime in relazione ai fatti contestati) con l’accusa di abuso d’ufficio e concussione per una vicenda risalente ai tempi in cui era sindaco a Fiumedinisi ed è stato rinviato a giudizio. Il processo non si è ancora concluso anche perché De Luca ha ricusato i Giudici. Nel 2012 si è dimesso da parlamentare dell’Ars per candidarsi alla presidenza della Regione. “Mi dimetto dall’Ars pronto a candidarmi alla presidenza della Regione. “Non è più accettabile che il parlamento siciliano si sia trasformato in una miserabile arena, nella quale gli stessi compagni di merenda della bella epoque si scontrano ora per un provvedimento, il bloccanomine, volto ad impedire al presidente della regione di procedere legittimamente a conferire incarichi in sostituzione di quelli che giungono a naturale scadenza nell’ambito dell’amministrazione regionale, impedendo al presidente del governo di esprimere le uniche e sole arti di governo di cui è maestro”. A maggio del 2012 venne eletto Sindaco di Santa Teresa di Riva. Successivamente, nelle elezioni regionali del 2012 con “Rivoluzione Siciliana” ha collezionato 25.058 voti di preferenza pari al 1.20%  dei votanti e 22.422 voti di lista (Fonte: www.repubblica.it).
Da sindaco di Santa Teresa di Riva (Me) si è distinto per il risanamento del bilancio comunale e l’ottenimento della Bandiera Blu, in virtù delle buone percentuali di RD raggiunte grazie alla raccolta “porta a porta”. Alle elezioni comunali del 2017 l'uscente Sindaco De Luca, prevedendo di riscuotere un ampio consenso tra i santateresini, ha messo in campo, artatamente, due sue liste, utilizzando in modo distorto la legge siciliana per l’elezione dei sindaci nei comuni fino a 15 mila abitanti, con l’intento di ottenere il totale controllo del consiglio comunale: elezione del sindaco e dei consiglieri comunali di maggioranza con la lista principale (nella quale ha designato candidato sindaco il suo delfino) e i consiglieri di minoranza con la lista di servizio (nella quale egli stesso era candidato sindaco fittizio, avendo dato indicazioni di votare il candidato sindaco della lista principale). Sfortunatamente o, forse, fortunatamente per lui, il giochetto non è andato a buon fine perché la (vera e unica) lista avversaria è riuscita ad arrivare seconda, ottenendo i seggi di minoranza. Solo chi ha una concezione distorta della politica e della cosa pubblica può pensare di poter fare tutte le parti in causa, proprio come un’attore di teatro. Una politica di basso populismo a sfondo carismatico quella di De Luca, fatta di gesti, di scena, di proclami.
Naturalmente chi è dedito al teatrino della politica ha un copione per ogni circostanza. E improvvisamente, per le elezioni regionali del prossimo 5 novembre, il padrone di "Sicilia Vera" cambia copione:"Auspichiamo che tutta l'area di Centrodestra rinsavisca evitando un nuovo sacrificio della Sicilia. Siamo pronti a sostenere la candidatura a Presidente di Nello Musumeci, senza se e senza ma, a prescindere da quelle che saranno le alleanze e il quadro politico nel Centrodestra perché non possiamo riconsegnare la Sicilia agli autori del disastro degli ultimi cinque anni". “Musumeci è il candidato naturale della coalizione” - non lo era invece nel 2012 - “perché la sua scelta è nata in Sicilia per volere dei siciliani ed è anche la personalità con maggiore esperienza e possibilità di vittoria. Le altre candidature, non hanno sicuramente la naturale genuinità per salvaguardare i siciliani dall'atavico saccheggio dello Stato e dalle lobby politico - clientelari". “Forse è giunto il momento di smetterla con il teatrino …”. 
Improvvisamente Nello Musumeci diventa il candidato ideale e De Luca si dimentica di Roberto Di Mauro e delle primarie di coalizione. In questa occasione il dominus di "Sicilia Vera" usa le elezioni regionali e la candidatura di Musumeci per mettere a segno un'altro colpo di teatro: raggiungere il 10% dei voti espressi dai messinesi, per legittimare la sua candidatura a sindaco della Città di Messina. In ogni caso, "Sicilia Vera" avrà l'opportunità di eleggere uno o più deputati all'Ars, cosa del tutto improbabile se De Luca si candidasse a presidente della Regione con la sua lista.

martedì 11 luglio 2017

Manifestazione "No Inceneritore" a San Filippo del Mela

In occasione della convocazione del Consiglio Comunale del 13 luglio 2017, alle ore 17, a San Filippo del Mela,  in seduta straordinaria, su richiesta di 1/5 dei Consiglieri,  sarà discussa, al terzo punto dell’ordine del giorno, la “richiesta di chiarimenti” in merito alla  “Procedura congiunta VIA/AIA per la realizzazione di un impianto di valorizzazione energetica di CSS, ubicato nel Comune di san Filippo del Mela (Me) …”, i comitati, le associazioni e i cittadini di tutto il comprensorio del Mela, hanno indetto una manifestazione, chiamando tutti alla mobilitazione, per chiedere il rispetto della volontà popolare, ovvero, la netta contrarietà alla costruzione dell’inceneritore per le ragioni ampiamente argomentate nelle “osservazioni del pubblico” relative alla documentazione del progetto e alla successiva documentazione integrativa presentata dal proponente.
La manifestazione di Giovedì 13 è contro l’inceneritore, ma allo stesso tempo vuole essere di supporto e appoggio all’amministrazione comunale di San Filippo del Mela. Appare non condivisibile e fuori luogo la dichiarazione del Commissario Biancuzzo "Non c'è un'avversità a priori all'impianto" alla luce delle caratteristiche del progetto e delle alternative all'incenerimento dei rifiuti, nondimeno riteniamo positivo che il Comune, come si evince dall' allegato 3” al verbale del 16 giugno 2017, abbia ritenuto “indispensabile obbligare il gestore ad adottare tecniche di abbattimento delle emissioni convogliate ai camini (BAT), che garantiscano condizioni di operatività dell’impianto con valori di emissione ancora più restrittive pari a un decimo dei valori di legge”, come prescritto dal Piano Regionale Gestione Rifiuti.
Tuttavia il Gruppo Istruttore non ha recepito quanto evidenziato nelle Osservazioni del pubblico e richiesto dal Comune di San Filippo del Mela nella Conferenza dei Servizi del 19 giugno e, incomprensibilmente, ha accordato emissioni al camino di gran lunga superiori a quelle previste dalla normativa regionale, soprattutto alla luce di quanto disposto dal decreto legislativo 152/2006 all’articolo 29-septies: “Nel caso in cui uno strumento di programmazione o di pianificazione ambientale … riconosca la necessità di applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili … l'amministrazione ambientale competente … lo rappresenta in sede di conferenza di servizi …”. Per queste ragioni sarebbe auspicabile che il Comune di San Filippo del Mela si facesse promotore della richiesta di una revisione del PIC (Parere Istruttore Conclusivo); formulasse, in tempo utile, parere negativo nell’ambito della procedura di VIA; collaborasse e interagisse, nella massima trasparenza, con associazioni, comitati e cittadini nella lotta contro l’inceneritore. Il Movimento "no inceneritore" e le Amministrazioni dei Comuni della valle del Mela con in testa il Comune di San Filippo del Mela, nella malaugurata e remota ipotesi di parere positivo sulla compatibilità ambientale del progetto (espresso dal Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo),  non subiranno passivamente l'ecomostro. Proporranno ricorso in tutte le sedi competenti, incluso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. E continueranno a lottare per tutelare la salute dell'ambiente e delle persone, sino alla vittoria!

giovedì 6 luglio 2017

Tutti di nuovo in piazza contro l’inceneritore

Pretendiamo il rispetto della VOLONTA’ POPOLARE!          Giovedì 13 Luglio ore 16.30 - Municipio di S.Filippo del Mela
Il progetto di A2A a Brindisi è stato bocciato grazie al fatto che Comune, Provincia e Regione si sono schierati compatti dalla parte dei cittadini, dando battaglia contro A2A in tutte le sedi sia VIA che AIA. L’esatto opposto di quello che sta avvenendo per l’inceneritore A2A a San Filippo del Mela. Al Comune di San Filippo del Mela ci è sempre stato detto “non preoccupatevi, siamo contro l’inceneritore”. I recenti fatti dimostrano il contrario. In particolare il Commissario Alfredo Biancuzzo appena insediatosi al Comune ha messo subito le cose in chiaro, dichiarandosi FAVOREVOLE ALL’INCENERITORE.
Dopo una delibera di consiglio comunale votata all’unanimità contro l’incenerimento, dopo un referendum comunale, a cui hanno partecipato circa 2800 filippesi, che ha segnato la vittoria schiacciante del NO all’inceneritore con il 96% dei voti, dopo che altre migliaia e migliaia di cittadini del comprensorio si sono espressi contro l’inceneritore mediante referendum, manifestazioni e petizioni, la posizione espressa dal Commissario è un chiaro ed inaccettabile insulto alla volontà popolare, alla salute dei cittadini ed al futuro di questo martoriato territorio. Come se non bastasse, dopo neanche una settimana dal suo insediamento, la posizione del Commissario è già stata formalizzata con l’assenso al Parere della Commissione AIA (il cosiddetto PIC), che è molto favorevole ad A2A. Infatti il PIC è stato approvato nell’ultima Conferenza dei servizi del 19 Giugno, a cui erano presenti il Commissario Alfredo Biancuzzo ed il Presidente del Consiglio comunale Gavino Paulesu. Invitiamo tutti i cittadini a scendere in piazza giovedì 13 Luglio alle 16,30 davanti al Municipio di San Filippo del Mela, per pretendere il rispetto della volontà popolare. L’inceneritore non passerà! Gli enti locali devono fare gli interessi dei cittadini che rappresentano, non di A2A. Per questo chiediamo con forza che i rappresentanti del Comune di San Filippo del Mela rimedino agli errori compiuti:
- inviando una nota di disapprovazione e contestazione del Parere Istruttorio Conclusivo (PIC), chiedendone l’indispensabile revisione;

- inviando una nota di disapprovazione e contestazione del Parere Istruttorio Conclusivo (PIC), chiedendone l’indispensabile revisione;
- formulando finalmente un parere definitivamente contrario nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale dell’inceneritore;
- collaborando con comitati, cittadini e associazioni: non è accettabile che questi ultimi debbano essere lasciati soli a condurre la lotta nell’ambito della procedura VIA-AIA, mentre il comune e le altre amministrazioni coinvolte latitano o addirittura giocano a favore di A2A.

mercoledì 5 luglio 2017

Incenetitore del Mela e PIC

A proposito del  Parere Istruttorio Conclusivo (PIC),  in merito al procedimento congiunto  VIA-AIA, relativo all’Autorizzazione Integrata Ambientale, “Riesame per richiesta di modifica relativa alla reailizzazione dell’impianto di Valorizzazione Energetica di CSS”, esso appare alquanto prono alle posizioni del proponente (A2A Energiefuture).
Ci riferiamo in modo particolare alla conformità del progetto con le indicazioni fornite dal “Piano Regionale per la gestione dei rifiuti urbani” che era stata oggetto di alcune nostre Osservazioni allo studio di impatto ambientale, alle controdeduzioni e alle integrazioni presentate dal proponente.
La prima cosa che salta agli occhi dalla lettura del paragrago 6.1 del Pic è la “scoperta” del Gruppo Istruttore della  “temovalorizzazione” quale una delle tecnologie a servizio della gestione dei rifiuti previste dal Piano.  Il Piano regionale prevede per la termovalorizzazione dei rifiuti una serie di indicazioni  in ordine all’efficienza, all’efficacia ed alla sicurezza dell’impianto, aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Legislazione in tema di applicazione delle BAT (migliori tecniche disponibili). Tuttavia,   nonostante questa seconda “scoperta”, il Gruppo Istruttore invece di fare proprie le indicazioni del Piano regionale, ha sposato la tesi del proponente,  sostenendo che il presente provvedimento (AIA) riguarda un progetto di termovalorizzazione (incenerimento con recupero di energia) dei rifiuti speciali (CSS) "e non di rifiuti urbani generici cui specificatamente è dedicato il Piano di Gestione" in questione.  Dunque, anche a parere del gruppo istruttore, al “termovalorizzatore” non si applica il Piano di gestione dei rifiuti della Regione Siciliana. Una grande bestialità, a nostro parere, che non ha alcun fondamento. Il fatto che il CSS, come rifiuto speciale, non sia soggetto a vincolo di bacino  non vuol dire che non si debba applicare quanto prescrive il Piano regionale in ordine all’efficacia e alla sicurezza dell’impianto. È bene ricordare e ribadire che le Regioni, nell’esercizio delle loro competenze, non possono violare i livelli di tutela ambientale posti dalle leggi dello Stato, tuttavia possono pervenire a livelli di tutela più elevati come ribadito da sentenze della Corte Costituzionale (nn. 104 del 2008, 12,30 e 61 del 2009, 300 e 303 del 2013).
A novembre di quest’anno ci saranno le elezioni regionali. Chi vince e governerà dovrebbe puntare su tecnologie a freddo a servizio della gestione dei rifiuti tese al recupero di materia, come d’altronde raccomanda l’Europa, bandendo l'incenerimento dei rifiuti.

venerdì 30 giugno 2017

Bandi di Gara per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIN Area industriale di Milazzo

Area di proprietà comunale ex Cutroneo - Centro Comunale di Raccolta
L’agglomerato industriale di Milazzo-Giammoro, ubicato lungo la costa nord-orientale della Sicilia immediatamente ad est dell’abitato di Milazzo, rientra nel Sito di Interesse Nazionale  (SIN) “Area industriale di Milazzo” istituito ai sensi dell’art. 1, comma 561, della Legge n. 266/2005 e perimetrato con Decreto MATTM n. 2764/QdV/M/DI/B del 11.08.2006.
Il suddetto SIN si estende per circa 2.200 ha a mare e per circa 550 ha a terra, dove interessa i territori comunali di Milazzo, Monforte San Giorgio, Pace del Mela, San Filippo del Mela e San Pier Niceto, ed è stato individuato quale area industriale inquinata, ad alto rischio ambientale, ove effettuare con concorso pubblico interventi di messa in sicurezza e bonifica di aree pubbliche e private.
In particolare, per quanto concerne le aree pubbliche, si evidenzia che l'accordo di programma prevede la realizzazione di una serie di interventi di caratterizzazione ambientale e/o messa in sicurezza che interessano:
·    Falda acquifera presente nel sottosuolo dell’intero SIN (intervento A);
Sul Sito web della Regione Siciliana sono stati pubblicati i Bandi di gara relativi all’accordo di programma “Per la fefinizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale Area industriale di Milazzo del 323.02.2011.  
I Bandi sono visionabili anche cliccando (QUI)