venerdì 31 luglio 2015

Tariffa rifiuti a Milazzo, tutti i nodi vengono al pettine

Stando al Piano finanziario gestione rifiuti Tari (tassa rifiuti) anno 2015 del Comune di Milazzo, visionabile cliccando (QUI), il costo dei servizi nel 2015 ammonterà a € 7.116.699,00 per un costo procapite di 223.25 €/ab. Circa il 36% in più rispetto allo scorso anno. Chi bisogna ringraziare per questo exploit che catapulta il Comune di Milazzo  all’ultimo posto, maglia nera,  con il più alto costo procapite per la gestione dei rifiuti? Dobbiamo però, prima di attribuire colpe agli altri, riconoscere che gran parte della responsabilità è di noi cittadini. Dovremmo e potremmo fare meglio la raccolta differenziata. Ma non lo facciamo. Potremmo evitare di insozzare le nostre strade, piazze, parchi e aiuole e non lo facciamo.  Che significa fare meglio la raccolta differenziata? Semplicemente separare bene tutte le frazioni di rifiuto e conferire ciascuna frazione nel relativo cassonetto stradale. La maggior parte di noi, purtroppo tale semplice e necessario lavoro non lo fa. E questo ha un costo che ricade per intero su tutti noi, anche perché la legge prevede l’obbligo dell’intera copertura dei costi.

La strategia Rifiuti Zero è il modo più veloce ed economico attaverso cui un'amministrazione comunale può contribuire alla soluzione sostenibile della gestione dei rifiuti, ma sinora non è stata adottata per varie ragioni. C’è un Piano di intervento in attesa di essere  approvato dal competente Assessorato regionale che, purtroppo, non è stato ben articolato. È di qualche giorno fa la notizia che la Regione ha chiesto ulteriori integrazioni e chiarimenti rigurado il Piano. Quando i problemi non si affronttano e risolvono, tutti i nodi vengono al pettine.

Io al momento eviterei di dare giudizi in merito all’operato della nuova Amministrazione comunale. Mi riferisco in particolare al  giudizio riguardante la gestione dei rifiuti: la nuova Amministrazione eredita una situazione a dir poco disastrosa. A giorni, con i miei amici del Circolo territoriale Zero Waste Sicilia di Milazzo, invieremo all’Amministrazione comunale e renderemo pubbliche alcune osservazioni al Piano di intervento dell’Aro Milazzo. Il nostro intento è di avviare un confronto – che avrebbe dovuto iniziare  prima che il Piano fosse stato presentato nell’ottobre del 2014 in Regione – tra amministratori, associazioni e cittadini. L’obiettivo è unicamente quello di contribuire a realizzare, con il contributo di tutti, nel nostro territorio una gestione dei rifiuti efficace, efficiente, rispettosa dell’ambiente, economica, trasparente e partecipata.

martedì 28 luglio 2015

Inaccettabile la logica del baratto della salute col lavoro

In riferimento all’articolo “La CISL si schiera al fianco di Edipower” apparso sulla Gazzetta del Sud di sabato 25 luglio è triste constatare come la CISL abbia acriticamente sposato, impegnandosi tra l’altro a sponsorizzarlo attivamente, il progetto che punta a trasformare la centrale elettrica di S.Filippo del Mela in un mega-inceneritore di rifiuti, progetto che riuscirebbe a mettere a repentaglio sia l’incolumità e la salute dei cittadini del comprensorio che i livelli occupazionali.
Tutto questo in un territorio già dichiarato “Area ad elevato rischio di crisi ambientale”, in quanto martoriato da decenni di inquinamento industriale, e con potenzialità di sviluppo delle proprie vocazioni naturali, come quella turistica, già fortemente penalizzate dalla presenza industriale stessa.
Noi riteniamo inaccettabile la logica che vorrebbe barattare il lavoro di 150 dipendenti con la salute di 150 mila abitanti del nostro comprensorio. Logica non solo immorale e lesiva degli interessi pubblici, ma anche fallace, in quanto frutto di una gigantesca truffa, come vedremo, anche ai danni dei lavoratori stessi.
In ogni caso, una questione con delle ricadute pesanti sulla vita di decine di migliaia di persone non può essere lasciata al mero appannaggio della dialettica aziendale e sindacale.
Ma entriamo nel merito del progetto che Edipower/A2A ci vorrebbe riservare per il futuro. La centrale passerebbe dalla produzione di 1280 MWe l'ora ad OCD (olio combustibile desolforato) alla produzione di 54 MWe l'ora tramite i rifiuti, sotto forma di CSS, con una riduzione della produzione energetica di circa il 95% rispetto a quella attualmente dichiarata sul proprio sito internet [1]. ... per leggere tutto l'articolo ... clicca  (QUI)

 Comitati No Inceneritore del Mela





domenica 19 luglio 2015

L’esempio di  Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ci ricorda che bisogna impegnarsi per contrastare la cultura mafiosa e tutte le forme di illegalità.

"La lotta alla mafia deve esssere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità."

martedì 7 luglio 2015

La Democrazia in Grecia, in Italia in Sicilia

In Grecia  pochi mesi fa con il 36%, oggi con il 61%, vince la Democrazia!
Tsipras ha rimesso nelle mani del Popolo la scelta di accettare o meno il cappio finanziario che i poteri non elettivi dell’UE stringono al collo dei cittadini del sud Europa, ed il Popolo, a dispetto di tutte le pressioni internazionali, ha detto NO.

Una prova di coraggio e coerenza politica che non ha uguali nel nostro continente. Solo pochi giorni fa Renzi dichiarava che non avrebbe mai fatto ricorso al referendum, la Merkel che il tempo delle trattative era scaduto.

Pare che in Europa non ci sia paura più grande che la libera espressione democratica. Questa Europa trema se il Popolo si esprime a salvaguardia dei propri interessi anziché tutelare quelli delle banche che da oltre un decennio continuiamo a salvare e finanziare col denaro pubblico.

Lo strumento referendario poi fa tremare tutte le oligarchie, è incontrollabile. È gia successo in Italia nel 2011, quando, dopo 16 anni in cui nessun referendum raggiungeva il quorum, 27.000.0000 di italiani si sono recati alle urne per dire che i servizi pubblici locali a partire dall’Acqua Bene Comune non sono merce su cui fare profitto e non possono essere privatizzati, che la strategia nucleare è anacronistica e pericolosa per il pianeta, così come lo è il petrolio a fronte delle rinnovabili, che i cittadini sono uguali di fronte alla legge.

Chi se li ricorda?  Gia nel 2011 l’allora governo Berlusconi legiferò contro la volontà popolare, e dopo di lui Monti, Letta ed oggi Renzi tentano di aggirare l’esito referendario con provvedimenti legislativi volti ad obbligare, de facto, accentramenti e privatizzazioni, per regalare decenni di investimenti pubblici nelle mani di privati, di multinazionali quotate in borsa,  di poteri economico-finanziari che hanno come unica mission il profitto ed il controllo delle risorse e dei beni pubblici essenziali. La beffa in tutto ciò è che mentre l’Europa dei forti mette in sicurezza i servizi pubblici locali, dall’acqua all’energia, dalla gestione dei rifiuti ai trasporti, riportandoli in mano pubblica dopo anni di privatizzazioni, la classe politica italiana svende i beni che erroneamente ritiene di poter gestire in nome del Popolo sovrano.

I tanti politici italiani che oggi provano a cavalcare il successo di Tsipras e del suo Popolo  avremmo voluto vederli sulle barricate in difesa della Democrazia in Italia; avremmo voluto vederli gridare che lo “sblocca Italia” e la legge di stabilità sono incostituzionali perché favorendo le privatizzazioni  ledono la volontà popolare che è sovrana sullo stesso Parlamento, oltre che mettere sul mercato un patrimonio comune che appartiene anche alle generazioni future, che dovranno riacquistarlo a caro prezzo, quello che imporrà il mercato.

Ed a Rosario Crocetta, il Presidente della “rivoluzione” in Sicilia, vorremmo ricordare che il suo governo si è insediato promettendo ai cittadini ed ai Comuni la gestione pubblica delle Acque. Che la proposta di legge di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali promossa dai movimenti ancor prima dei referendum giace in parlamento regionale, cosi come quella di iniziativa Popolare nazionale del 2007, mentre anche il terzo Assessore all’energia e servizi di pubblica utilità da lui nominato appare più sensibile ai dictat del Governo Renzi che alla volontà popolare e dei comuni siciliani. È forse utile ricordare che l’intero Parlamento regionale è stato eletto con un numero di voti inferiore ai SI ottenuti in Sicilia per l’Acqua Pubblica nei referendum del 2011, e che un atto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche sarebbe a questo punto, ad un passo dal commissariamento di Renzi sull’acqua, un atto dovuto.

 Se la parola Democrazia ha ancora un significato nel nostro Paese, nella nostra Regione,, ripartiamo da quei 27.000.000 di SI, per rendere omaggio al Popolo greco ed a quello italiano.

Antonella Leto  
Primalepersone
www.primalepersone.eu