giovedì 26 febbraio 2015

Nuova gestione rifiuti, campa cavallo che l’erba cresce

Strategia Rifiuti Zero (Zero Waste)
Qualsiasi strategia vincente richiede alcuni obiettivi e un piano d’azione. Nel campo dei rifiuti un obiettivo fondamentale è quello di garantire il recupero delle risorse ovvero dei materiali che compongono i rifiuti per proteggere le scarse risorse naturali di cui disponiamo, impedendo il loro seppellimento nelle discariche o la loro distruzione negli inceneritori (termovalorizzatori). In questo modo si persegue l’obiettivo, anch’esso fondamentale, di garantire la salute del Pianeta e di chi ci vive. Un piano d’azione coerente con gli obiettivi deve comprendere  la riduzione dei rifiuti, il compostaggio, il riciclo e il riutilizzo, un cambiamento nelle abitudini di consumo, la riprogettazione industriale. Ma altrettanto importante, per una strategia vincente è creare un nuovo approccio nel rapporto tra rifiuti e persone. Si tratta di un nuovo modo di pensare e agire con lo scopo di salvaguardare la salute e migliorare la vita di chi, in un modo o nell’altro, ha a che fare con i rifiuti, ovvero, tutti noi. Per creare questo nuovo approccio occorre una costante opera di formazione, informazione, motivazione e coinvolgimento dei cittadini.

"L’Urega ritarda l’esame delle offerte"
Nei comuni del nostro comprensorio, ad oggi, nulla è stato fatto per recuperare le risorse contenute nei rifiuti urbani. Nulla è stato fatto per coinvolgere e informare i cittadini e per ridurre i costi di gestione che determinano la tariffa rifiuti.  Tutti i comuni si sono mossi con colpevole ritardo. È di qualche giorno fa una notizia di stampa che fa sorridere, ma anche capire, com’è facile addossare agli altri e mai a stessi le responsabilità. Secondo quanto si legge nell’articolo, il comune di Santa Teresa di Riva ha mandato una lettera di sollecito all’Urega per chiedere che venga accelerato l’iter per la nomina della commissione che dovrà esamine le offerte delle sei ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto, rappresentando i maggiori costi cui va incontro il Comune (stimati in  40.000 euro al mese) per ogni giorno di ritardo della nuova gestione.  A chi dovrebbero rivolgersi i cittadini utenti per chiedere un risarcimento del danno economico che hanno, sino ad ora, subito per il ritardo con cui i comuni (incluso il comune di Santa Teresa di Riva) hanno predisposto gli adempimenti previsti dalla legge regionale n.9/2010 ed in particolare la redazione e trasmissione dei piani di intervento e l’adozione degli atti necessari per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti? Il primo Aro costituitosi nel nostro comprensorio (Aro del Dinarini) ha presentato il piano di intervento alla Regione a giugno 2013. Il Piano è stato approvato a settembre 2013.  L’Aro S.Teresa di Riva avrebbe potuto e dovuto ottenere l’approvazione del piano di intervento anch’esso a settembre 2013, se si fosse mosso con gli stessi tempi dell’ex Aro del Dinarini. Invece, il piano di intervento è stato presentato a settembre 2013 ed ha avuto l’approvazione a marzo 2014. Circa sei mesi di ritardo, quantificabili in un maggiore costo per i cittadini utenti di 240.000 euro.

“Mi dimetto per candidarmi a Sindaco di Savoca”
Altra cosa che fa sorridere è la buffa, ai miei occhi, uscita del Sindaco De Luca che ha detto che si dimetterà(?) per candidarsi a sindaco del comune di Savoca. La motivazione sembra essere pretestuosa: vuol diventare sindaco di Savoca per riunificare i due comuni. Potrebbe essere una buona cosa se le due cittadinanze fossero d’accordo. Ma per verificare ciò non è necessario che egli diventi Sindaco di Savoca. Non mi pare che per procedere alla riunificazione dei due comuni sia necessario che qualcuno abbia fatto il sindaco in entrambi i comuni. Il sospetto è che De Luca abbia escogitato questo pretesto perché non vuole rimanere politicamente "disoccupato", non potendosi ripresentare, alla scadenza,  come Sindaco a Santa Teresa di Riva,  per via della promessa, fatta in campagna elettorale, di un solo mandato. La motivazione suona pretestuosa anche perché il Sindaco De Luca a tutto sembra interessato fuorché a riunificazioni ed unioni di comuni, soprattutto quando non è Lui a dirigere e manovrare. Quando c’è stata la possibilità di fare un Aro comprensoriale (associare tutti i comuni del comprensorio o parte di essi in modo da assicurare il conseguimento di economie di scala e obiettivi di efficienza ed efficacia della gestione dei rifiuti), nonostante le sollecitazioni in tal senso, ha preferito (senza chiedere ai cittadini se fossero d’accordo o meno) costituire un Aro in forma singola. Diciamo che predilige unire o dividere a seconda delle sue personali esigenze e/o convinzioni.

venerdì 20 febbraio 2015

Le alternative all’incenerimento dei rifiuti

“La truffa del CSS” è il titolo dell’incontro pubblico che si terra Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 ad ARCHI (S. Filippo del Mela) presso la Sala Parrocchiale. L’incontro è organizzato da Zero Waste Sicilia – Circolo Valle del Mela per fare chiarezza sul CSS (Combustibile Solido Secondario), ovvero la quota combustibile dei rifiuti, comunemente bruciata negli inceneritori, che l’Edipower ha recentemente avanzato l’ipotesi di utilizzare come combustibile nella centrale elettrica di San Filippo del Mela.
 Il problema dell’incenerimento dei rifiuti è legato essenzialmente alle emissioni di sostanze inquinanti sia nell’atmosfera che negli altri mezzi, all’insostenibilità e incompatibilità con altri sistemi di gestione dei rifiuti.
Le diossine sono gli agenti inquinanti più conosciuti prodotti dagli inceneritori. Sono  causa di una gran quantità di problemi di salute, incluso il cancro, danni al sistema immunitario, problemi riproduttivi e legati allo sviluppo. Le diossine “bio-ingrandiscono”, nel senso che, tramite la catena alimentare, passano da preda a predatore, concentrandosi nella carne e nei prodotti caseari, per raggiungere infine l’uomo. Le diossine destano particolare  preoccupazione perché sono presenti ovunque nell’ambiente (e nell’uomo) a livelli che è dimostrato causano problemi sanitari, ed oggi intere popolazioni soffrono degli effetti negativi di queste sostanze. In tutto il mondo, gli inceneritori sono la fonte primaria di diossine.
Il sistema di incenerimento è anche causa dell’inquinamento da mercurio. Il mercurio è una potente neurotossina che indebolisce le funzioni motorie, sensorie e cognitive; inoltre, la contaminazione da questo metallo sembra essere molto diffusa. Gli inceneritori sono una fonte importante anche di altri metalli pesanti inquinanti, come piombo, cadmio, arsenico e cromo.
Altre sostanze pericolose che suscitano timori includono gli idrocarburi alogenati (non-diossina), i gas acidi precursori delle piogge acide, il particolato, che ostacola le funzioni polmonari ed i gas serra. Tuttavia, la caratterizzazione delle emissioni di sostanze inquinanti da parte degli inceneritori non è ancora completa e molti composti non identificati sono presenti nelle emissioni atmosferiche e nelle ceneri.
La tecnologia dell’incenerimento è incompatibile con le altre forme di gestione dei rifiuti, in quanto compete per lo stesso finanziamento e per i medesimi materiali da smaltire, minacciando la pratica della separazione alla fonte che è alla base di una corretta gestione dei rifiuti.

Quali sono le alternative all’incenerimento?
Le discariche non sono un’alternativa percorribile in quanto non sostenibili e problematiche dal punto di vista ambientale. Le alternative devono orientarsi verso tre linee di principio:
  1. riduzione (minimizzazione) dei rifiuti
  2. separazione dei rifiuti (raccolta differenziata), così che ogni frazione può essere composta o riciclata
  3. riprogettazione dei prodotti per facilitare il riciclaggio del bene di consumo al fine del suo ciclo di vita.
La natura mista dei rifiuti urbani distrugge gran parte del suo valore: i materiali organici contaminano i rifiuti riciclabili e le sostanze tossiche distruggono l’utilità di entrambi. Inoltre, una parte sempre maggiore della corrente di rifiuti è costituita di materiali sintetici e prodotti sul mercato non ideati per un facile riciclaggio, che devono quindi essere riprogettati per essere compatibili con i sistemi di riciclaggio o altrimenti essere eliminati progressivamente dalla produzione.
Il trattamento dei rifiuti organici è la componente più importante nella gestione dei rifiuti urbani. I rifiuti organici dovrebbero essere compostati o dati da mangiare agli animali per far ritornare le sostanze nutrienti al suolo. Così facendo si assicurerebbe anche un flusso incontaminato di riciclabili, che è la chiave dell’economia di una gestione dei rifiuti alternativa. Il riciclaggio crea molti più posti di lavoro per tonnellata di rifiuto di qualsiasi altra attività e genera un flusso di materiali che può alimentare l’industria.
L’ostacolo più grande per il riciclaggio, comunque, è il fatto che la maggior parte dei prodotti non è progettata per essere riciclata al termine del ciclo di vita, e questo avviene perché i produttori hanno pochissimi incentivi economici. La Responsabilità Allargata del Produttore (Extended Producer Responsibility) è un approccio politico che richiede ai produttori di gestire i loro prodotti e gli imballaggi dopo l’immissione sul mercato. Ciò darebbe l’incentivo necessario per progettare nuovamente i loro beni di consumo, senza includere materiali pericolosi, allo scopo di indirizzarli al riciclaggio dopo il loro impiego.
L’applicazione della responsabilità allargata del produttore ed il divieto sulla commercializzazione di alcuni prodotti favorirebbero la riprogettazione industriale da una parte, mentre dall’altra la separazione del flusso dei rifiuti, il compostaggio ed il riciclaggio potrebbero favorire i sistemi alternativi, evitando lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica o negli inceneritori.



martedì 10 febbraio 2015

Interesse generale, solidarietà, sussidiarietà

di Gregorio Arena.

Immaginate un’architrave sostenuta da due colonne. Sull’architrave c’è scritto Interesse Generale, mentre su una colonna c’è scritto Solidarietà, sull’altra Sussidiarietà. L’immagine vuole esprimere il concetto secondo il quale sviluppando la solidarietà e la sussidiarietà si realizza l’interesse generale. Ma cos’è l’interesse generale? Se ne possono dare diverse definizioni, naturalmente, ma dal nostro punto di vista è nell’interesse generale tutto ciò che contribuisce alla pienezza dell’essere umano.
Lo conferma anche la Costituzione quando all’art. 3, 2° comma attribuisce alla Repubblica come fine costituzionalmente centrale il pieno sviluppo della persona. Se la Costituzione dispone che il compito dell’intero sistema dei pubblici poteri (la Repubblica) consiste nel creare le condizioni per la piena realizzazione di ciascun essere umano, delle sue capacitazioni e talenti, ciò significa che tale pieno sviluppo è nell’interesse generale. Altrimenti non si spiega perché, dopo aver affermato all’art. 1 la sovranità popolare e all’art. 2 l’inviolabilità dei diritti dell’uomo, all’art. 3 affermi con altrettanta solennità la pienezza dell’essere umano come obiettivo fondamentale cui tutto l’agire pubblico (ma anche privato! Anche noi cittadini siamo “la Repubblica”) deve essere finalizzato.

venerdì 6 febbraio 2015

Assemblea annuale Zero Waste Sicilia

Si terra Domenica 8 febbraio 2015 alle ore 10, a Misterbianco (CT) presso il Teatro Municipale, l’Assemblea annuale di Zero Waste Sicilia. Nel corso dell’assemblea saranno presentate le proposte per una gestione europea ed efficiente delle risorse chiamate rifiuti. Per leggere il Comunicato stampa dell'evento clicca (QUI)

Contributo al dibattito pubblico
Ancorché sia necessario valorizzare e spingere il più possibile al recupero, riuso e riciclo di tutte le risorse (materie) contenute nei rifiuti solidi urbani, la priorità è attuare politiche di prevenzione e riduzione,  ovvero, mettere in atto le migliori pratiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti, fare formazione e informazione ai cittadini, rivolgersi ai settori industriali e produttivi per orientare i modelli di design, progettazione e produzione che incidono sulla generazione dei rifiuti. Bisogna percorrere nuove strade. Gran parte dei rifiuti  si possono ridurre, semplicemente, legiferando -  sull’esempio di San Francisco, prima grande città al mondo ad aver vietato le bottiglie di plastica per l’acqua da bere – per bandire dalla nostra Isola,  bottiglie e sacchetti di plastica, l’utilizzo di batterie che non siano ricaricabili, l’utilizzo di pannolini usa e getta, imballaggi e contenitori di difficile smaltimento, l’uso di bicchieri e posate di plastica nelle mense scolastiche, negli ospedali e negli esercizi pubblici, giusto per fare alcuni esempi.
Bisognerebbe disincentivare o non consentire la produzione e/o l’accesso nella nostra Isola di prodotti che non possono essere riutilizzati, riparati, ricostruiti, rinnovati, rifiniti, rivenduti, riciclati o compostati. In questi casi, alcune produzioni devono essere ridotte, ridisegnate o rimosse dalla produzione. A mali estremi, rimedi estremi. Si abbia coraggio. La Sicilia potrebbe diventare un esempio per tutti. È solo questione di volontà politica.
Il problema dei rifiuti in Sicilia deriva anche dall’assenza di un’adeguata strategia e gestione unitaria del sistema, a cui corrisponde una carenza logistica e degli impianti di trattamento per le varie frazione della raccolta  differenziata, incluso il residuo secco. Mancano gli impianti per il trattamento dell’umido da raccolta differenziata e gli impianti di trattamento meccanico-biologico per il recupero di materia dal residuo secco, prima del conferimento in discarica della sola parte di materia non recuperabile. Mancano le piattaforme per il conferimento delle varie frazioni alle filiere del riciclo. Manca un piano regionale dei rifiuti degno di questo nome. Va modificata la legge regionale di riforma degli Ato (legge n.9/2010). L’istituzione degli Aro avrebbe potuto essere un aspetto positivo e imprimere un’accelerazione alla nuova gestione dei rifiuti, invece, temo, si rivelerà controproducente se viene rotto il vincolo tecnico-economico della gestione unitaria e integrata. È stato un errore  aver previsto che i comuni si potessero costituire in Aro sulla base di perimetrazioni  territoriali da loro stessi definite. I criteri di riferimento avrebbero dovuto essere ricondotti, ai principi di prossimità, autosufficienza, efficacia, efficienza, minimizzazione della movimentazione dei rifiuti. Si sarebbe dovuto prevedere, come criterio della perimetrazione degli Aro, la collocazione sul territorio degli impianti intermedi a cui conferire i rifiuti raccolti sia per ridurne la movimentazione sia per ottimizzare il grado di utilizzo degli impianti in relazione allo loro capacità potenziale. L’istituzione degli Aro con una perimetrazione ottimale avrebbe potuto/dovuto escludere l’istituzione degli ambiti territoriali ottimali (ATO). A questo propisto il  decreto legislativo n.152 del 2006 all’art. 200 comma 7 prevede che: “Le regioni possono adottare modelli alternativi o in deroga al modello degli Ambiti Territoriali Ottimali laddove predispongano un piano regionale dei rifiuti che dimostri la propria adeguatezza rispetto agli obiettivi strategici previsti dalla normativa vigente, …”
Non vanno trascurati gli aspetti riguardanti la trasparenza del sistema, oltre a rendere immediati, noti  e visionabili  al pubblico tutti i dati di raccolta e gestione, si dovrebbe istituire un osservatorio dei rifiuti in ogni comune, in modo da facilitare il controllo da parte dei cittadini. A tal riguardo, la legge regionale 9/2010 all’art. 4, comma 2, lettera n), prevede che i comuni “verificano lo stato di attuazione della raccolta differenziata e la qualità del servizio erogato dal soggetto gestore anche attraverso un comitato indipendente costituito da rappresentanti delle associazioni  ambientaliste, dei consumatori e di comitati civici”.


mercoledì 4 febbraio 2015

Manifestazione contro l'inceneritore del Mela

COMUNICATO
Sabato 7 Febbraio saremo in piazza Campetto ad Archi per fermare l'ennesimo attentato alla nostra vita. Dopo gli impianti di produzione di idrogeno liquido e tutte le alltre nocività della raffineria di Milazzo, dopo l'avvelenamento elettromagnetico dell'elettrodotto TERNA Sorgente-Rizziconi, un enorme inceneritore verrà costruito a sostituire la già mortifera centrale Edipower. A meno ché noi non li fermiamo: e siamo determinati a farlo.
Noi rifiutiamo che le nostre vite vengano stritolate dalla disumana scelta tra tumori o disoccupazione, utile solo ai profitti di pochi e alla rovina, malattia e morte di molti.
Dicono che l'inceneritore brucerà CSS per nascondere sotto un nome difficile la verità: SI INCENERIRÀ IMMONDIZIA impastata con idrocarburi per aumentarne il potere calorifero.
Spesso quel che viene presentato come via obbligata è solo una tra le tante opzioni, preferita unicamente per miope calcolo politico e profitto privato.
È FALSO che l'incenerimento di rifiuti sia una soluzione inevitabile, come testimoniano le comunità in Italia e all'estero che riciclano e recuperano la stragrande maggioranza dei rifiuti che producono.
Il CONAI (consorzio nazionale imballaggi) prevede che se arrivassimo, come prescritto dalle normative UE, al 65% differenziata per i rifiuti solidi urbani entro il 2020, questo si tradurrebbe in 90 mila posti di lavoro proprio nel settore del recupero e riciclo.
Criminale è la scelta di quegli “amministratori” che come 60 anni fa, quando iniziò la distruzione e fu impiantata la raffineria di Milazzo, consegnano il territorio e le persone che lo attraversano alle diossine, ai tumori e al sottosviluppo. Impianti come gli inceneritori uccidono moltissimi altri settori produttivi potenziali, come quello agro-alimentare di alta qualità, solo per citarne uno.
Inesorabilmente frapporremo i nostri corpi e le nostre volontà fra le armate del profitto sulla pelle degli altri e le persone in carne ed ossa che attraversano questa martoriata terra, in maniera solidale e complice con le sorelle e i fratelli che lottano contro gli elettrodotti TERNA, il MUOS di Niscemi, il trivellamento dei mari e delle terre e il disboscamento della Val Dittaino per nutrire una mostruosa centrale elettrica biomasse.
Adesso non puoi più tirarti indietro. DIFENDITI! Unisciti alla lotta: vieni a manifestare il 7 febbraio ad Archi.

I comitati NO INCENERITORE VALLE DEL MELA