domenica 29 maggio 2016

La Sicilia a 7 stelle di Crocetta esporterà i rifiuti

Crocetta e Renzi
C’è voluto tanto, ma tanto impegno da parte di Crocetta, della sua Giunta e dei funzionari del Dipartimento rifiuti per raggiungere il prevedibile epilogo di dover esportare i rifiuti in altre regioni e/o all’estero, come unica possibilità rimasta per superare l’emergenza, considerata la situazione delle discariche stracolme e la bassissima percentuale di raccolta differenziata finora raggiunta.
Invece di puntare su una gestione dei rifiuti nel segno dell’economia circolare[1], l’oggetto della disputa tra i due presidenti (Crocetta e Renzi) è stato il numero di impianti di incenerimento di rifiuti da costruire.
Il binomio Crocetta-Renzi si rivelerà deleterio per la Sicilia. Non tanto perché saremo, come era prevedibile, costretti ad esportare i rifiuti (il male minore a questo punto) ma perché l'intesa tra Crocetta e Renzi prevede l’avvio immediato di tutte le procedure per la realizzazione di due mega inceneritori.
Invece di cambiare registro e puntare con determinazione sui rifiuti quali risorse da valorizzare i due “compari” continuano a proporre l’incenerimento dei rifiuti quale panacea dell’emergenza e prospettiva di sviluppo per l’Isola.
Evidentemente, entrambi non si rendono conto che sono gli impianti compostaggio e di trattamento meccanico biologico con recupero di materia le opere di importanza strategica per la nostra regione, e le buone pratiche, come la raccolta differenziata porta a porta spinta, da rendere obbligatorie in tutti i comuni.


[1] L’economia circolare è un tipo completamente nuovo di modello di produzione e consumo: un’economia in cui le merci di oggi sono le risorse di domani, formando un circolo virtuoso che favorisce la prosperità in un mondo di risorse finite. (I fondamenti dell’economia circolare – Toni Federico, Fondazione per lo Sviluppo sostenibile – Marzo 2015)

giovedì 19 maggio 2016

Milazzo, il Gazebo del Riuso al Chi va piano Fest

In occasione della terza edizione del “Chi va piano Fest … Un altro mondo è possibile”, evento organizzato dall’Associazione Gigliopoli, La città dei bambini spensierati, in contrada Baronia al Capo Milazzo,  dal 2 al 5 giugno 2016, all’interno di un ampio programma che ha l’intento di diffondere consapevolezza su varie tematiche, dalla decrescita felice alle buone pratiche green per la salvaguardia del Pianeta e tanto altro, sarà allestito il Gazebo del Riuso curato delle Associazioni Zero Waste Sicilia, Comitato Jonico Beni Comuni e O2Italia.
Il Gazebo del Riuso rappresenta un’occasione di sensibilizzazione, per adulti e piccini, sulla necessità della prevenzione e riduzione dei rifiuti e di una loro corretta differenziazione. Un modo concreto e tangibile di promuovere il reimpiego e riutilizzo dei beni usati e dare loro una seconda vita. L'iniziativa riguarderà anche lo sperco alimentare (ogni anno nel mondo si getta via un terzo del cibo prodotto, 1.3 tonnellate secondo la FAO).
Sarà una imperdibile occasione per donare o scambiare oggetti e beni che non si usano più e dei quali si è deciso di disfarsi.
Prolungare il ciclo di vita dei beni è un modo virtuoso per ridurre la quantità di rifiuti da avviare a trattamento e smaltimento e, dunque, un efficace sistema di prevenzione dei rifiuti.
Il riuso ha il vantaggio di ridurre il consumo di materie prime per la produzione di un bene nuovo, consentendo un uso più sostenibile delle risorse del Pianeta

venerdì 13 maggio 2016

Un Governo, un Ministro e mezzo ministero a servizio della lobby degli inceneritori?

Vi sembrerà un’esagerazione, ma se leggete il Rapporto Preliminare pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, relativo all’individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento …, non potrete non porvi la stessa domanda.
Governo e Ministro vogliono evitare la procedura di verifica ambientale strategica (Vas) - al programma che individua la capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti in esercizio o autorizzati a livello nazionale (6.575.479 t/a) e anche il fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento (1.818.334 t/a) -  con lo scopo di accelerare i tempi e imporre, quale unico possibile scenario della gestione dei rifiuti, l’incenerimento con recupero energetico, avendo individuato gli impianti di incenerimento quali insediamenti e infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale nel famigerato articolo 35 della legge n.164/2014.
E' evidente che l'individuazione della capacità complessiva e del fabbisogno residuo di incenerimento riportata nel Rapporto preliminare non è coerente con la politica comunitaria e nazionale della gestione dei rifiuti. Il recupero energetico (l'utilizzazione dei rifiuti come combustibile) è una opzione di gestione da preferire rispetto al conferimento in discarica, ma si trova nella gerarchia dei rifiuti al quarto posto, dopo prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. La gerarchia dei rifiuti pone giustamente il recupero di materia prima del recupero di energia. Questo a significare che l'eventuale incenerimento con recupero energetico dei rifiuti non può avvenire indiscriminatamente o dipendere dalla percentuale di raccolta differenziata che ogni macro-area o regione raggiunge, ma deve essere pianificato per particolari tipologie di rifiuti non altrimenti trattabili o problematici.
Governo, Ministro e ministero per raggiungere il loro scopo (favorire il business dell’incenerimento) non si preoccupano di gonfiare i fabbisogni di incenerimento (ad uso e consumo della lobby degli inceneritori), di posporre il recupero di materia al recupero di energia ignorando la gerarchia dei rifiuti, di dimenticare che  il Rapporto preliminare deve comprendere una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano o programma ed è predisposto facendo riferimento ai criteri dell’Allegato I alla Parte II del Decreto legislativo 152/2006. E infine, di inventarsi che “Gli impianti così individuati […] consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica”. 
L’Europa non ci sanziona perché mancano gli inceneritori e si inceneriscono pochi rifiuti, ma per il mancato rispetto dell’obbligo di pretrattamento dei rifiuti che va in discarica. Gli inceneritori non sono gli impianti che risolvono il problema della corretta gestione dei rifiuti.
Come per qualsiasi altro programma riguardante i rifiuti, anche questo proposto dal Ministero dovrebbe evidenziare tutte le azioni pianificabili e tecnicamente percorribili, individuando ragionevoli alternative e  lo scenario strategicamente ottimale per conseguire i maggiori benefici ambientali. L'alternativa agli inceneritori esiste
È tanta la supponenza di chi crede di poter decidere a proprio esclusivo giudizio, da non rendersi conto che un ricorso al TAR costringerebbe il ministero al rispetto delle procedure e svelerebbe il trucco.