Carissimo Presidente Sergio Mattarella, Egregio Ministro Andrea Oralando,
quando un cittadino si
rivolge al Presidente della Repubblica e al Ministro della Giustizia vuol
dire che ritiene di essere vittima di un’ingiustizia.
Per quanto piccola possa apparire questa
ingiustizia da fuori, per chi la vive essa assume una tale rilevanza che è
disposto a percorrere tutte le strade possibili.
L’inquinamento acustico
provocato da un pubblico esercizio ha rappresentato un grosso problema per il
mio nucleo familiare. La nostra vita, com’è facile immaginare, è diventata un
inferno e la nostra salute è stata messa
in serio pericolo. Solo andandocene via abbiamo potuto evitare il peggio.
Esposti, richieste,
diffide, denunce e querele, a nulla sono valse.
Le istituzioni locali
sono rimaste inerti anno dopo anno.
Mentre il responsabile dei rumori molesti e dannosi è stato rinviato a giudizio e
ci sono state alcune condanne penali, i due sindaci pro tempore che si sono succeduti alla guida del Comune, invece,
fino ad ora, l’hanno fatta franca (“le
indagini effettuate non consentono di
ritenere ricorrenti profili di penale rilevanza nei fatti rappresentati”):
l’ultimo provvedimento di archiviazione è stato emanato lo scorso 2 marzo in
relazione all’ultimo esposto denuncia, del dicembre 2013 (procedimento aperto
contro ignoti).
Come ho scritto in un post
sul mio blog (il luogo dove posso dare visibilità alla vicenda), pur nel
doveroso rispetto del giudizio espresso dai magistrati nei loro provvedimenti,
reputo inaccettabili le motivazioni dei pubblici ministeri e dei giudici perché
non rispondenti ai criteri della logica e del diritto. Se questo è vero non
posso fare finta di niente. E, immagino che neanche il Presidente della
Repubblica e il Ministro della Giustizia possano far finta di nulla.
Il
consiglio di Stato con sentenza n. 1372/2013 ha sancito, qualora ce ne fosse
stato bisogno, che “… il potere del Sindaco di emanare una ordinanza ex art. 9 della Legge
n. 447/95 è un dovere connesso all’esercizio delle sue funzioni, al quale non
può sottrarsi anche se è leso un solo soggetto”.
Dunque,
in presenza di una accertata situazione di inquinamento acustico - accertamenti
che nello specifico ci sono stati negli anni 2011 (due volte), 2012 e 2013
- ai sindaci competeva, nella loro
posizione di garanti e dotati di poteri-doveri giuridici in materia di igiene e
sanità pubbliche, di porre rimedio al fenomeno di inquinamento acustico o nel
contrastarlo.
I Magistrati, a seguito
di indagini, palesemente lacunose e superficiali, non hanno ravvisato
l’evidenza di quest’obbligo dei sindaci, scrivendo nelle motivazioni che “I fatti rappresentati non integrano alcuna
violazione penalmente rilevante. In primo luogo non può ricondursi l’eventuale
omissione ad alcuna delle ragioni giustificative di cui all’art. 328 c.p. comma
1 (giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico, igiene e sanità).”
Poiché non perdo mai la
speranza, ieri (28 marzo), con apposita
istanza, ho sollecitato i (tre) Pubblici Ministeri che hanno ottenuto
l’archiviazione, a richiedere al Gip la riapertura delle indagini ex articolo
414 codice di procedura penale, motivata dalla esigenza di nuove investigazioni.
Alle SS.VV. chiedo di
considerare gli effetti negativi che il cattivo esempio del comportamento dei
due sindaci e anche quello dei magistrati ha avuto e avrà sui cittadini. È
tempo di risollevare la testa e contrastare chi lavora male dall’alto di una
impunità che sembra garantita. Essi penseranno che possano fare ciò che gli
pare. Lottare contro il malcostume è una doverosa esigenza morale e civile. Una necessità per lo Stato, che deve
tutelare i diritti dei suoi cittadini e deve veder rispettata ovunque, senza
zone franche, legalità e giustizia.
Se l’esito di queste
istanze sarà negativo, avanzerò richiesta di risarcimento danni poiché ci
troveremmo in presenza di un’abnorme violazione di legge ovvero di un uso
distorto della funzione giudiziaria.
Il dispositivo
dell’art. 28 della Costituzione sancisce che “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono
direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative,
degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità
civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”.
Nel ringraziare per
l’attenzione, resto in attesa di cortese riscontro.
Con
deferenza e stima.
Aldo Lenzo
Aldo Lenzo
“Quando si tratta della
verità e della giustizia, non c'è
distinzione tra i grandi
problemi e i piccoli
perché i principi generali
che riguardano
l'azione dell'uomo sono
indivisibili”
(Albert Einstein)