mercoledì 5 luglio 2017

Incenetitore del Mela e PIC

A proposito del  Parere Istruttorio Conclusivo (PIC),  in merito al procedimento congiunto  VIA-AIA, relativo all’Autorizzazione Integrata Ambientale, “Riesame per richiesta di modifica relativa alla reailizzazione dell’impianto di Valorizzazione Energetica di CSS”, esso appare alquanto prono alle posizioni del proponente (A2A Energiefuture).
Ci riferiamo in modo particolare alla conformità del progetto con le indicazioni fornite dal “Piano Regionale per la gestione dei rifiuti urbani” che era stata oggetto di alcune nostre Osservazioni allo studio di impatto ambientale, alle controdeduzioni e alle integrazioni presentate dal proponente.
La prima cosa che salta agli occhi dalla lettura del paragrago 6.1 del Pic è la “scoperta” del Gruppo Istruttore della  “temovalorizzazione” quale una delle tecnologie a servizio della gestione dei rifiuti previste dal Piano.  Il Piano regionale prevede per la termovalorizzazione dei rifiuti una serie di indicazioni  in ordine all’efficienza, all’efficacia ed alla sicurezza dell’impianto, aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Legislazione in tema di applicazione delle BAT (migliori tecniche disponibili). Tuttavia,   nonostante questa seconda “scoperta”, il Gruppo Istruttore invece di fare proprie le indicazioni del Piano regionale, ha sposato la tesi del proponente,  sostenendo che il presente provvedimento (AIA) riguarda un progetto di termovalorizzazione (incenerimento con recupero di energia) dei rifiuti speciali (CSS) "e non di rifiuti urbani generici cui specificatamente è dedicato il Piano di Gestione" in questione.  Dunque, anche a parere del gruppo istruttore, al “termovalorizzatore” non si applica il Piano di gestione dei rifiuti della Regione Siciliana. Una grande bestialità, a nostro parere, che non ha alcun fondamento. Il fatto che il CSS, come rifiuto speciale, non sia soggetto a vincolo di bacino  non vuol dire che non si debba applicare quanto prescrive il Piano regionale in ordine all’efficacia e alla sicurezza dell’impianto. È bene ricordare e ribadire che le Regioni, nell’esercizio delle loro competenze, non possono violare i livelli di tutela ambientale posti dalle leggi dello Stato, tuttavia possono pervenire a livelli di tutela più elevati come ribadito da sentenze della Corte Costituzionale (nn. 104 del 2008, 12,30 e 61 del 2009, 300 e 303 del 2013).
A novembre di quest’anno ci saranno le elezioni regionali. Chi vince e governerà dovrebbe puntare su tecnologie a freddo a servizio della gestione dei rifiuti tese al recupero di materia, come d’altronde raccomanda l’Europa, bandendo l'incenerimento dei rifiuti.

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