A proposito del Parere
Istruttorio Conclusivo (PIC), in merito
al procedimento congiunto VIA-AIA, relativo
all’Autorizzazione Integrata Ambientale, “Riesame per richiesta di
modifica relativa alla reailizzazione dell’impianto di Valorizzazione
Energetica di CSS”, esso appare alquanto prono alle posizioni del proponente (A2A
Energiefuture).
Ci riferiamo in modo particolare alla conformità del progetto con le
indicazioni fornite dal “Piano Regionale per la gestione dei rifiuti urbani”
che era stata oggetto di alcune nostre Osservazioni allo studio di impatto ambientale, alle controdeduzioni
e alle integrazioni presentate dal proponente.
La prima cosa che salta agli occhi dalla lettura del paragrago 6.1 del Pic
è la “scoperta” del Gruppo Istruttore della “temovalorizzazione” quale una delle
tecnologie a servizio della gestione dei rifiuti previste dal Piano. Il Piano regionale prevede per la termovalorizzazione dei rifiuti
una serie di indicazioni in ordine all’efficienza,
all’efficacia ed alla sicurezza dell’impianto, aggiuntive rispetto a quanto
previsto dalla Legislazione in tema di applicazione delle BAT (migliori
tecniche disponibili). Tuttavia, nonostante questa seconda “scoperta”, il Gruppo
Istruttore invece di fare proprie le indicazioni del Piano regionale, ha sposato
la tesi del proponente, sostenendo che
il presente provvedimento (AIA) riguarda un progetto di termovalorizzazione (incenerimento con recupero di energia) dei
rifiuti speciali (CSS) "e non di rifiuti urbani generici cui specificatamente è dedicato il Piano
di Gestione" in questione. Dunque, anche a
parere del gruppo istruttore, al “termovalorizzatore” non si applica il Piano
di gestione dei rifiuti della Regione Siciliana. Una grande bestialità, a
nostro parere, che non ha alcun fondamento. Il fatto che il CSS, come rifiuto
speciale, non sia soggetto a vincolo di bacino
non vuol dire che non si debba applicare quanto prescrive il Piano
regionale in ordine all’efficacia e alla sicurezza dell’impianto. È bene
ricordare e ribadire che le Regioni, nell’esercizio delle loro competenze, non
possono violare i livelli di tutela ambientale posti dalle leggi dello Stato,
tuttavia possono pervenire a livelli di tutela più elevati come ribadito da
sentenze della Corte Costituzionale (nn. 104 del 2008, 12,30 e 61 del 2009, 300
e 303 del 2013).
A novembre di quest’anno ci saranno le elezioni regionali. Chi vince e governerà dovrebbe puntare su tecnologie a freddo a servizio della gestione
dei rifiuti tese al recupero di materia, come d’altronde raccomanda l’Europa, bandendo l'incenerimento dei rifiuti.
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