lunedì 13 novembre 2017

San Cateno di Fiumedinisi, perseguitato politico e martire dell’ingiustizia

Un santo che si rispetti fa miracoli. E Cateno De Luca i miracoli li ha fatti: ha portato la raccolta differenziata a Santa Teresa di Riva all’80% e ha guadagnato la bandiera blu perché ha reso la spiaggia linda e profumata ed il mare cristallino. Un miracolo come quello della tramutazione dell’acqua in vino, conosciuto anche come miracolo delle nozze di Cana. Quello di De Luca sarà ricordato come  "miraculo da bannera”.
A parte gli scherzi, va riconosciuto a De Luca un minimo d'impegno per migliorare lo stato delle cose durante la sua sindacatura nel Comune di Santa Teresa di Riva (minimo, perché andava al comune prevalentemente solo di Lunedì).
Forse è bene rendere noto, che l’autore di questo post è un cosiddetto “detrattore” di De Luca, uno che ha contribuito a far lievitare a 15 i “processi” dai quali De Luca dice di essere stato assolto. Invero per le mie denunzie non c’è stato alcun processo. De Luca dovrebbe saper distinguere tra processo penale e procedimento penale e conseguentemente tra rinvio a giudizio e archiviazione. L’azione penale è obbligatoria. I magistrati non hanno colpe per il numero di procedimenti che vengono aperti.
Per quel poco che l’ho conosciuto, Cateno De Luca è un bravo attore capace di recitare molti ruoli. Indossa una maschera di convivialità che lo rende simpatico e piacevole (un clown lo ha definito Sgarbi, che se ne intende). È espansivo e in genere piace a tutti. Ha la capacità di influenzare le persone fino a conquistarle. Ha avuto successo nella sua attività di imprenditore e mostra sempre una forte fiducia in se stesso e ciò attira le persone. È un furbetto: "sono un amministratore, non sono un politico" (i politici non godono buona fama al momento); "Io ho sempre avuto fiducia nella magistratura" (dopo l'assoluzione ovviamente). Cerca di non darlo a vedere, ma ha una percezione grandiosa di se e si ritiene più intelligente e astuto di chiunque altro. Si attribuisce le doti di statista. È impulsivo e non sempre considera le conseguenze delle sue affermazioni e azioni: o sei con lui o sei contro di lui e agisce conseguentemente. È bravo nel manipolare le emozioni cavalcando lo stato di vittima che ha subito ingiustizie. “Il popolo sono io”, ha detto recentemente, che tradotto vuol dire: solo Cateno De Luca può salvare Messina, la Sicilia,  l’Italia e il mondo intero. Si candiderà a sindaco di Messina come trampolino per candidarsi a presidente della Regione Siciliana nel 2023. Se ci riuscirà, è un’altra storia. 
Tornando ai suoi processi e alle vicissitudini giudiziarie, non conoscendo gli atti non posso esprimere alcun giudizio o commento. Essere indagato, rinviato a giudizio e subire un processo non vuol dire essere colpevole. Non mi sorprenderei se alla fine De Luca venisse scagionato da ogni accusa. Cosa che in effetti mi auguro. Fa piacere a tutti vedere che è stata accertata l’innocenza di una persona che si ritiene ingiustamente accusata. È da apprezzare e gli fa onore la sua intenzione di ricorrere in appello contro la prescrizione di alcuni dei capi di imputazione nel recente processo in cui è stato assolto dalla contestazione di abuso d’ufficio “perché il fatto non sussiste” (resta solo da vedere se lo farà).
Come tutti, anch'io mi auguro che De Luca venga riconosciuto innocente, se estraneo ai fatti che gli contestano. Le mie denunzie sono state archiviate. I magistrati hanno ritenuto l’omissione penalmente non rilevante. Però, se questo è vero, vorrebbe dire che lo Stato italiano attraverso le sue istituzioni e le sue leggi non protegge i cittadini dall'inquinamento acustico, perché la specifica legge quadro è, evidentemente, una legge inutile, inidonea a tutelare l’ambiente esterno e l’ambiente abitativo. Non ci sono vie di mezzo, secondo me: o viene riconosciuta e sanzionata l’omissione di atti d’ufficio di De Luca, o chi per lui (per non aver emanato una ordinanza ai sensi dell’articolo 9 della legge 447/95) o bisogna modificare la legge. La mia piccola battaglia di legalità, se così si può definire, un risultato dovrà raggiungerlo.

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