lunedì 27 novembre 2017

Inceneritore del Mela, l’esito della procedura di VIA sarà una scelta politica: è il momento della mobilitazione popolare

Attesa la conferma del parere negativo del Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibact) che impedisce al momento la conclusione della procedura di compatibilità ambientale, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare chiederà alla Presidenza del Consiglio dei ministri di attivare la procedura prevista dalla Legge 23 agosto 1988, n.400[1]. Ovvero, la questione verrà esaminata dal Consiglio dei ministri che si esprimerà al riguardo.
Questo perché l’avvio della procedura di VIA, nel nostro specifico caso, è stato antecedente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 2016 n.127[2]. Senza la retroattività prevista dall’articolo 7 del decreto, il parere negativo del Mibact sarebbe stato vincolante e avrebbe determinato la conclusione negativa della VIA.
Si può dunque ipotizzare che la decisione finale sulla procedura di VIA dell’inceneritore del Mela sarà determinata con Delibera del Consiglio dei Ministri. Si tratterà di una decisione  prettamente politica che dovrà essere orientata nel verso giusto, quello della bocciatura del progetto, per le motivazioni ampiamente illustrate nelle osservazione del pubblico. I cittadini del comprensorio del Mela, che hanno avuto la possibilità di farlo, hanno espresso già la loro contrarietà con i Referendum. Questo sarà sufficiente ad incidere sulla scelta che farà il Consiglio dei ministri?
È il momento della mobilitazione popolare, come mezzo di pressione politica, che dovrà essere forte e decisa per ricordare al Governo che la salute e l’ambiente hanno la priorità sugli interessi economici di aziende private e che l’incenerimento dei rifiuti è una pratica obsoleta che persino la Commissione Europea scoraggia. La transazione verso un’economia circolare richiede un cambiamento strutturale e l’innovazione è il cardine di questo cambiamento. Altrimenti, il cambio di paradigma che auspicano i Ministri Calenda e Galletti, per l’avvio di una nuova politica industriale finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione è la solita presa in giro di una classe politica inconcludente.




[1] Legge 23 agosto 1988. N. 400 (Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), che all’art. 5, comma 2, lett. c-bis prevede che il Presidente del consiglio dei ministri può deferire al Consiglio dei ministri, ai fini di una complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, la decisioni di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra amministrazioni a diverso titolo competenti in ordine alla definizione di atti e provvedimenti, in ordine alla verifica di impatto ambientale. La questione viene esaminata dal Consiglio dei Ministri che si esprime al riguardo. La delibera, infine, viene inviata al Ministro competente perché la recepisca nell’iter procedurale rientrante nelle proprie attribuzioni.
[2] Decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 127, “Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell'articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124”, all’articolo 6, (Disposizioni di coordinamento con la disciplina in materia di autorizzazione paesaggistica)  stabilisce nel caso di conferenza dei servizi indetta per interventi che richiedono l’autorizzazione paesaggistica, che l’amministrazione procedente effettui la comunicazione di cui all’articolo 14 bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificato dallo stesso decreto, sia all’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, se diversa dall’amministrazione procedente, sia al soprintendente che deve esprimere il parere (vincolante) di cui all’articolo 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

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