venerdì 3 maggio 2019

Quale futuro per la gestione dei rifiuti in Sicilia?


In occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione Zero Waste Sicilia, Sabato 11 maggio 2019 dalle ore 10:00 alle ore 13:00, presso l’Istituto Gramsci ai Cantieri Culturali della Zisa in Palermo, si terrà un dibattito pubblico dal titolo: “Disegno di legge di riforma per la gestione integrata dei rifiuti e nuovo piano dei rifiuti: stato di avanzamento e scenari futuri”. Tra i relatori: Alberto Pierobon Assessore dell’energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana; Giampiero Trizzino, componente Commissione Ambiente dell’ARS; Salvo Cocina, Dirigente Generale Dipartimento Regionale Acqua e rifiuti; Aurelio Angelini, Coordinatore per la pianificazione per i rifiuti del Governo della Regione Siciliana; Giusto Catania, Assessore all’Ambiente del Comune di Palermo; Giuseppe Norata, Presidente di risorse ambiente Palermo. La partecipazione all'evento è aperta a tutti. È possibile interagire con i massimi Responsabili della gestione rifiuti della Regione.

La Giunta Regionale con Deliberazione n. 224 del 20 giugno 2018 ha approvato il disegno di legge:”Riforma degli ambiti territoriali ottimali e nuove disposizioni per la gestione integrata dei rifiuti”. Il nuovo disegno di legge detta una nuova disciplina organica del settore e abroga l’intera legge regionale 8 aprile 2010, n. 9 e successive modifiche e integrazioni. In estrema sintesi la riforma modifica l’assetto organizzativo della gestione dei rifiuti e in particolare:
1.  ridisegna la governance del settore prevedendo un ambito territoriale regionale per la programmazione, pianificazione, coordinamento e controllo del servizio e nove ambiti territoriali ottimali (in sostituzione delle 18 Srr e dei 200 e più Aro) coincidenti con le delimitazioni territoriali dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane, e l’istituzione in ciascuno di essi, dell’Autorità Governo dell’Ambito (AdA).
2.    Impone una delimitazione fisica e puntuale degli ambiti territoriali ottimali, idonea a garantire una gestione integrata dei rifiuti, adeguata dal punto di vista tecnico ed economico con un’impiantistica calibrata sulla quantità-qualità dei rifiuti dell’ambito, e che poggia su criteri di economicità ed efficacia, nonché sul principio di autosufficienza dell’ambito, quantomeno per lo smaltimento;
3.     Elimina per i Comuni la possibilità di istituire Aro;
4.     Valorizza il ruolo dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane;
5. Le possibili modalità di affidamento restano invariate. Pertanto, la scelta rimane responsabilmente affidata alla competenza dell’Assemblea d’Ambito che potrà scegliere tra: a. gestione in house; b. operatore privato, previa procedura di evidenza pubblica; c. operatore misto, previa gara c.d. a doppio oggetto.
Il disegno di legge (ddl) si compone di 32 articoli suddivisi in cinque titoli. Il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti è stato apprezzato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 526 del 20 dicembre 2018. Attualmente il Piano è sottoposto alla procedura di Verifica Ambientale Strategica ed il Ministero dell'Ambiente ha fatto pervenire alla Regione le  sue "osservazioni" che dovranno essere recepite, integrate o controdedotte dalla Giunta Regionale.

Tutti i buoni propositi elencati nel ddl e nel nuovo Piano di gestione dei rifiuti (Prgr) "Si vuole infatti che lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani siano attuati con il ricorso ad una rete integrata ed adeguata di impianti, tenuto conto delle migliori tecniche disponibili e del rapporto costi benefici complessivi, al fine di permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani in uno degli impianti idonei più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, onde ridurre la movimentazione dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti. Si vuole al contempo, assicurare l’utilizzazione delle tecnologie e dei metodi più idonei a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica cozzano contro la mancata elaborazione e programmazione di azioni specifiche, descritte in modo dettagliato, per la prevenzione, la riduzione, il riuso, e la predisposizione di una rete di impianti per il riciclo dei rifiuti e di impianti per il trattamento del rifiuto urbano residuo (rur). Pur facendo riferimento alla gestione sostenibile dei rifiuti e all’economia circolare, entrambi ddl e Prgr non prevedono l’esclusione dell’incenerimento dei rifiuti nell'Isola. La Giunta Regionale ha apprezzato un Prgr che riconosce solo due forme di trattamento dei rifiuti: A. il trattamento meccanico biologico per in conferimento in discarica (Tmbd), attualmente l'unico trattamento disponibile; B. il trattamento meccanico biologico per la produzione di combustibile dai rifiuti (cdr o css) finalizzato all'incenerimento dei rifiuti. Nessun accenno agli impianti di trattamento meccanico biologico per il recupero di materia (TMB-RM), le cosiddette Fabbriche dei Materiali, che consentirebbero il trattamento a freddo del rifiuto urbano residuo e il relativo recupero di materia, rispetto al trattamento termico che recupera energia, ma distrugge utile materia e produce emissioni inquinanti e ceneri e scorie destinate in parte a discariche per rifiuti pericolosi. La mancata previsione nel nuovo Piano regionale di impianti di trattamento meccanico biologico finalizzati al recupero di materia influirà negativamente sulla gestione dei rifiuti. E, comprometterà per molti decenni la realizzazione di una economia davvero circolare nella nostra Isola.

Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è uno strumento soprattutto di carattere ambientale, il cui obiettivo principale consiste nell’individuare il sistema più adeguato di gestione dei rifiuti sul territorio regionale. Il Piano deve perseguire direttamente obiettivi di sostenibilità ambientale legati alla corretta gestione dei rifiuti, al fine di garantire la minimizzazione dei rischi di contaminazione delle diverse matrici ambientali, compresa la tutela della popolazione.
Il Piano deve definire gli obiettivi minimi di raccolta differenziata (RD) e quelli massimi di produzione annua pro-capite di "rur" che, con riguardo alla percentuale di raccolta differenziata, devono essere molto più alti di quelli previsti a livello europeo e nazionale e comunque non inferiori all’80% di RD, mentre per quanto riguarda la produzione di "rur", questa dovrà essere contenuta, inizialmente, almeno sotto i 100 kg/anno pro-capite. Pertanto, tutta la programmazione del sistema di gestione dei rifiuti dovrà essere condotta e indirizzata al raggiungimento concreto di questi obiettivi entro i prossimi 5 anni. 
Il Piano regionale gestione rifiuti deve delineare uno scenario impiantistico e gestionale basato sul massimo recupero di materia e dunque la Regione deve prevedere e realizzare adeguata impiantistica per il riciclo delle frazioni differenziate e per il recupero di materia dal rifiuto urbano residuo (Fabbriche dei Materiali). Adottare sistemi di “tariffa puntuale”, resi obbligatori, che devono essere applicati contestualmente all’avvio del sistema prevalentemente domiciliare di raccolta al fine di individuare tutte le utenze e la quantità di residuo secco conferito da ciascuna utenza, realizzando così il principio "chi più inquina più paga". Escludere la costruzione di nuovi impianti di trattamento finalizzati alla produzione di css e di impianti di incenerimento dedicati. Avviare la riconversione degli impianti di trattamento meccanico biologico esistenti, finalizzandoli al recupero di materia.
La Regione Sicilia, nella gestione del ciclo dei rifiuti, deve perseguire prioritariamente la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, il riuso, il riciclaggio, il massimo recupero di materia dal rifiuto urbano residuo e la riduzione graduale dei rifiuti destinati allo smaltimento in discarica. 

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