In occasione dell’assemblea
annuale dell’Associazione Zero Waste Sicilia, Sabato 11 maggio 2019
dalle ore 10:00 alle ore 13:00, presso l’Istituto Gramsci ai Cantieri Culturali
della Zisa in Palermo, si terrà un dibattito pubblico dal
titolo: “Disegno di legge di riforma per la gestione integrata dei rifiuti e
nuovo piano dei rifiuti: stato di avanzamento e scenari futuri”. Tra i
relatori: Alberto Pierobon Assessore dell’energia e dei
servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana; Giampiero Trizzino,
componente Commissione Ambiente dell’ARS; Salvo Cocina, Dirigente
Generale Dipartimento Regionale Acqua e rifiuti; Aurelio Angelini,
Coordinatore per la pianificazione per i rifiuti del Governo della Regione Siciliana; Giusto
Catania, Assessore all’Ambiente del Comune di Palermo; Giuseppe
Norata, Presidente di risorse ambiente Palermo. La partecipazione
all'evento è aperta a tutti. È possibile interagire con i massimi
Responsabili della gestione rifiuti della Regione.
La Giunta Regionale con Deliberazione n. 224 del 20 giugno 2018 ha
approvato il disegno di legge:”Riforma degli ambiti territoriali ottimali e nuove
disposizioni per la gestione integrata dei rifiuti”. Il nuovo disegno di
legge detta una nuova disciplina organica del settore e abroga l’intera legge
regionale 8 aprile 2010, n. 9 e successive modifiche e integrazioni. In estrema sintesi la riforma modifica
l’assetto organizzativo della gestione dei rifiuti e in particolare:
1. ridisegna
la governance del settore prevedendo un ambito
territoriale regionale per la programmazione, pianificazione,
coordinamento e controllo del servizio e nove ambiti territoriali
ottimali (in sostituzione delle 18 Srr e dei 200 e più Aro)
coincidenti con le delimitazioni territoriali dei Liberi Consorzi comunali e
delle Città metropolitane, e l’istituzione in ciascuno di essi, dell’Autorità
Governo dell’Ambito (AdA).
2. Impone
una delimitazione fisica e puntuale degli ambiti territoriali ottimali, idonea
a garantire una gestione integrata dei rifiuti, adeguata dal punto di vista
tecnico ed economico con un’impiantistica calibrata sulla quantità-qualità dei
rifiuti dell’ambito, e che poggia su criteri di economicità ed efficacia,
nonché sul principio di autosufficienza dell’ambito, quantomeno per lo
smaltimento;
3. Elimina
per i Comuni la possibilità di istituire Aro;
4. Valorizza
il ruolo dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane;
5. Le
possibili modalità di affidamento restano invariate. Pertanto, la scelta rimane
responsabilmente affidata alla competenza dell’Assemblea d’Ambito che potrà
scegliere tra: a. gestione in house;
b. operatore privato, previa procedura di evidenza pubblica; c. operatore
misto, previa gara c.d. a doppio oggetto.
Il disegno di legge (ddl) si compone di 32 articoli
suddivisi in cinque titoli. Il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti è
stato apprezzato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 526 del 20 dicembre 2018.
Attualmente il Piano è sottoposto alla procedura di Verifica Ambientale
Strategica ed il Ministero dell'Ambiente ha fatto pervenire alla Regione
le sue "osservazioni" che dovranno essere recepite,
integrate o controdedotte dalla Giunta Regionale.
Tutti i buoni propositi elencati
nel ddl e nel nuovo Piano di gestione dei rifiuti (Prgr) – "Si
vuole infatti che lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani
siano attuati con il ricorso ad una rete integrata ed adeguata di impianti, tenuto
conto delle migliori tecniche disponibili e del rapporto costi benefici
complessivi, al fine di permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero
dei rifiuti urbani in uno degli impianti idonei più vicini ai luoghi di
produzione o raccolta, onde ridurre la movimentazione dei rifiuti stessi,
tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti
specializzati per determinati tipi di rifiuti. Si vuole al contempo, assicurare
l’utilizzazione delle tecnologie e dei metodi più idonei a garantire un alto
grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica" – cozzano
contro la mancata elaborazione e programmazione di azioni specifiche, descritte
in modo dettagliato, per la prevenzione, la riduzione, il riuso, e la
predisposizione di una rete di impianti per il riciclo dei rifiuti e di
impianti per il trattamento del rifiuto urbano residuo (rur). Pur facendo
riferimento alla gestione sostenibile dei rifiuti e all’economia
circolare, entrambi ddl e Prgr non prevedono l’esclusione
dell’incenerimento dei rifiuti nell'Isola. La Giunta Regionale ha apprezzato un
Prgr che riconosce solo due forme di trattamento dei rifiuti: A. il trattamento
meccanico biologico per in conferimento in discarica (Tmbd), attualmente
l'unico trattamento disponibile; B. il trattamento meccanico biologico per la
produzione di combustibile dai rifiuti (cdr o css) finalizzato
all'incenerimento dei rifiuti. Nessun accenno agli impianti di trattamento
meccanico biologico per il recupero di materia (TMB-RM), le cosiddette Fabbriche dei Materiali, che consentirebbero il trattamento a freddo del
rifiuto urbano residuo e il relativo recupero di materia, rispetto al trattamento termico che
recupera energia, ma distrugge utile materia e produce emissioni inquinanti e ceneri
e scorie destinate in parte a discariche per rifiuti pericolosi. La mancata previsione nel nuovo
Piano regionale di impianti di trattamento meccanico biologico finalizzati al
recupero di materia influirà negativamente sulla gestione dei rifiuti. E,
comprometterà per molti decenni la realizzazione di una economia davvero
circolare nella nostra Isola.
Il Piano Regionale di Gestione
dei Rifiuti è uno strumento soprattutto di carattere ambientale, il cui
obiettivo principale consiste nell’individuare il sistema più adeguato di
gestione dei rifiuti sul territorio regionale. Il Piano deve perseguire
direttamente obiettivi di sostenibilità ambientale legati alla corretta
gestione dei rifiuti, al fine di garantire la minimizzazione dei rischi di
contaminazione delle diverse matrici ambientali, compresa la tutela della popolazione.
Il Piano deve definire gli
obiettivi minimi di raccolta differenziata (RD) e quelli massimi di produzione annua pro-capite di
"rur" che, con riguardo alla percentuale di raccolta differenziata,
devono essere molto più alti di quelli previsti a livello europeo e nazionale e
comunque non inferiori all’80% di RD, mentre per quanto riguarda la produzione
di "rur", questa dovrà essere contenuta, inizialmente, almeno sotto i 100 kg/anno pro-capite. Pertanto, tutta la programmazione del sistema di gestione dei rifiuti dovrà essere condotta e indirizzata al raggiungimento concreto di questi obiettivi entro i prossimi 5 anni.
Il Piano regionale gestione
rifiuti deve delineare uno scenario impiantistico e gestionale basato sul
massimo recupero di materia e dunque la Regione deve prevedere e realizzare adeguata impiantistica per il
riciclo delle frazioni differenziate e per il recupero di materia dal rifiuto
urbano residuo (Fabbriche dei Materiali). Adottare sistemi di “tariffa
puntuale”, resi obbligatori, che devono essere applicati contestualmente
all’avvio del sistema prevalentemente domiciliare di raccolta al fine di individuare tutte
le utenze e la quantità di residuo secco conferito da ciascuna utenza,
realizzando così il principio "chi più inquina più paga". Escludere
la costruzione di nuovi impianti di trattamento finalizzati alla produzione di
css e di impianti di incenerimento dedicati. Avviare la riconversione degli
impianti di trattamento meccanico biologico esistenti, finalizzandoli al
recupero di materia.
La Regione Sicilia, nella
gestione del ciclo dei rifiuti, deve perseguire prioritariamente la prevenzione
e la riduzione dei rifiuti, il riuso, il riciclaggio, il massimo recupero di
materia dal rifiuto urbano residuo e la riduzione graduale dei
rifiuti destinati allo smaltimento in discarica.
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