“La truffa del CSS” è il titolo
dell’incontro pubblico che si terra Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 ad ARCHI (S.
Filippo del Mela) presso la Sala Parrocchiale. L’incontro è organizzato da Zero
Waste Sicilia – Circolo Valle del Mela per fare chiarezza sul CSS (Combustibile
Solido Secondario), ovvero la quota combustibile dei rifiuti, comunemente
bruciata negli inceneritori, che l’Edipower ha recentemente avanzato l’ipotesi
di utilizzare come combustibile nella centrale elettrica di San Filippo del
Mela.
Il problema dell’incenerimento dei rifiuti è
legato essenzialmente alle emissioni di sostanze inquinanti sia nell’atmosfera
che negli altri mezzi, all’insostenibilità e incompatibilità con altri sistemi
di gestione dei rifiuti.
Le diossine sono gli agenti
inquinanti più conosciuti prodotti dagli inceneritori. Sono causa di una gran quantità di problemi di salute,
incluso il cancro, danni al sistema immunitario, problemi riproduttivi e legati
allo sviluppo. Le diossine “bio-ingrandiscono”, nel senso che, tramite la
catena alimentare, passano da preda a predatore, concentrandosi nella carne e nei
prodotti caseari, per raggiungere infine l’uomo. Le diossine destano
particolare preoccupazione perché sono
presenti ovunque nell’ambiente (e nell’uomo) a livelli che è dimostrato causano
problemi sanitari, ed oggi intere popolazioni soffrono degli effetti negativi
di queste sostanze. In tutto il mondo, gli inceneritori sono la fonte primaria
di diossine.
Il sistema di incenerimento è
anche causa dell’inquinamento da mercurio. Il mercurio è una potente
neurotossina che indebolisce le funzioni motorie, sensorie e cognitive; inoltre,
la contaminazione da questo metallo sembra essere molto diffusa. Gli inceneritori
sono una fonte importante anche di altri metalli pesanti inquinanti, come piombo,
cadmio, arsenico e cromo.
Altre sostanze pericolose che
suscitano timori includono gli idrocarburi alogenati (non-diossina), i gas
acidi precursori delle piogge acide, il particolato, che ostacola le funzioni
polmonari ed i gas serra. Tuttavia, la caratterizzazione delle emissioni di sostanze
inquinanti da parte degli inceneritori non è ancora completa e molti composti non
identificati sono presenti nelle emissioni atmosferiche e nelle ceneri.
La tecnologia dell’incenerimento
è incompatibile con le altre forme di gestione dei rifiuti, in quanto compete
per lo stesso finanziamento e per i medesimi materiali da smaltire, minacciando
la pratica della separazione alla fonte che è alla base di una corretta
gestione dei rifiuti.
Quali sono le alternative all’incenerimento?
Le discariche non sono un’alternativa
percorribile in quanto non sostenibili e problematiche dal punto di vista
ambientale. Le alternative devono orientarsi verso tre linee di principio:
- riduzione (minimizzazione) dei rifiuti
- separazione dei rifiuti (raccolta differenziata), così che ogni frazione può essere composta o riciclata
- riprogettazione dei prodotti per facilitare il riciclaggio del bene di consumo al fine del suo ciclo di vita.
La natura mista dei rifiuti
urbani distrugge gran parte del suo valore: i materiali organici contaminano i
rifiuti riciclabili e le sostanze tossiche distruggono l’utilità di entrambi. Inoltre,
una parte sempre maggiore della corrente di rifiuti è costituita di materiali sintetici
e prodotti sul mercato non ideati per un facile riciclaggio, che devono quindi essere
riprogettati per essere compatibili con i sistemi di riciclaggio o altrimenti essere
eliminati progressivamente dalla produzione.
Il trattamento dei rifiuti organici
è la componente più importante nella gestione dei rifiuti urbani. I rifiuti organici
dovrebbero essere compostati o dati da mangiare agli animali per far ritornare le
sostanze nutrienti al suolo. Così facendo si assicurerebbe anche un flusso incontaminato
di riciclabili, che è la chiave dell’economia di una gestione dei rifiuti alternativa.
Il riciclaggio crea molti più posti di lavoro per tonnellata di rifiuto di qualsiasi altra attività e genera un flusso
di materiali che può alimentare l’industria.
L’ostacolo più grande per il
riciclaggio, comunque, è il fatto che la maggior parte dei prodotti non è
progettata per essere riciclata al termine del ciclo di vita, e questo avviene perché
i produttori hanno pochissimi incentivi economici. La Responsabilità Allargata del
Produttore (Extended Producer Responsibility) è un approccio politico che
richiede ai produttori di gestire i loro prodotti e gli imballaggi dopo
l’immissione sul mercato. Ciò darebbe l’incentivo necessario per progettare
nuovamente i loro beni di consumo, senza includere materiali pericolosi, allo scopo
di indirizzarli al riciclaggio dopo il loro impiego.
L’applicazione della responsabilità
allargata del produttore ed il divieto sulla commercializzazione di alcuni
prodotti favorirebbero la riprogettazione industriale da una parte, mentre
dall’altra la separazione del flusso dei rifiuti, il compostaggio ed il
riciclaggio potrebbero favorire i sistemi alternativi, evitando lo smaltimento
dei rifiuti urbani in discarica o negli inceneritori.
Fonte: http://www.no-burn.org/
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