martedì 21 giugno 2011

L'esempio educa più delle parole

Quando il suo avvocato gli propose di chiedere clemenza al Duce, Carlo Rosselli rispose dal carcere di Como: “ma c’era proprio bisogno dell’intervento [dell’avvocato]? Non c’era modo attraverso lo zio [Salvemini] di comunicare subito il no?  Il no è pregiudiziale, indipendentemente dal merito. Mi avessero chiesto di amare mia madre e mia moglie, avrei mostrato il medesimo contegno. Non voglio adattarmi a riconoscere un’attenuazione dei miei diritti. Certo ai tempi d’oggi, non è facile seguire una linea di condotta così rigida; e a volte mi domando se per avventura non esageriamo; ma la conclusione è sempre la stessa. Comunque abbia a chiudersi l’avventura personale e collettiva voglio sortire col mio capitale morale intatto. Respingo quindi ogni forma di garanzia, pegno, ipoteca…”.  Pochi giorni dopo, scrive per respingere di nuovo le proposte dell’avvocato di promettere per il futuro buona condotta, il che voleva dire abbandonare la lotta antifascista: “Quando si accetta di iniziare una tacita transazione ci si pone su un terribile piano inclinato; non ci si ferma più; cade ogni limite e tutto è lecito. So che quasi tutti al mio posto avrebbero agito (e in pratica agirono) diversamente; anche i migliori. So che di questi tempi ogni impegno unilaterale è viziato dalla debolezza dell’obbligato. So forse qualcosa di più: che potrà venire anche il momento nel quale avrò quasi a pentirmi di tanta ostinazione. Ma ormai il dado è tratto ed è inutile rammaricare. Sento, ti ripeto, per istinto, che l’esempio potrà servire solo se sarà puro, perfetto, incontaminato, solo se servirà a dimostrare che c’è stato qualcuno che ha saputo seguire, malgrado tutto, una linea di moralità, di intransigenza assoluta.”.

[I Rosselli. Epistolario familiare 1914-1937, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano 1997, p.332.]

C’è bisogno di dare esempi, anche piccoli esempi, come quelli che possiamo dare noi cittadini. Piccoli gesti sono sufficienti. Non bisogna essere eroi: per non buttare cicche di sigarette e carta e altre schifezze in strada e sulla spiaggia; per pulire la cacca del proprio cane; per tenere pulito il pezzetto di marciapiede di fronte casa propria; per richiamare garbatamente il vicino o il passante che lascia cadere a terra una cicca di sigaretta o un pezzo di carta. Una persona intelligente e per bene vi ringrazierà per avergli ricordato il suo dovere di cittadino.

Non potremo cambiare niente se prima non cambiamo (miglioriamo) noi stessi e non aiutiamo gli altri a cambiare dando il buon esempio. Siete d’accordo?

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