domenica 26 giugno 2011

Conoscere per decidere

L’ipnosi in cui da alcuni anni erano caduti [gli italiani] è terminata, si sono risvegliati dall’indifferenza e non danno più retta alle promesse: vogliono i fatti e li vogliono subito.
Questo positivo risveglio non è tuttavia privo di rischi e pericoli. La soluzione dei problemi complessi e antichi non si improvvisa, l’epoca dei miracoli è finita, non esistono bacchette magiche. I risvegliati debbono partecipare con tenace intelligenza alla costruzione della nuova società è giusto che chiedano fatti e non parole, ma i fatti non cadono dal cielo, sono le tappe d’un percorso e d’un impegno.
I risvegliati debbono contribuire alla costruzione di quel percorso e garantire il loro impegno, altrimenti il vento nuovo si affievolirà, tornerà la bonaccia e l’indifferenza, l’attesa di improbabili miracoli e d’una nuova figura carismatica che si proponga come l’ennesimo uomo della provvidenza.
Non esistono uomini della provvidenza se non nella fantasia di sudditi che si rifiutano di diventare cittadini.
Le esperienze antiche e recenti dovrebbero averci insegnato che il popolo sovrano esiste soltanto se la sovranità viene esercitata ogni giorno. Da tutti e da ciascuno, operando al meglio nel proprio privato e partecipando alla costruzione del bene pubblico. Se il vento nuovo servirà ad infonderci questi sentimenti e questi comportamenti, il risultato ci sarà.

[Tratto dall’articolo di Eugenio Scalfari, “Una zattera in tempesta senza timoniere”, La Repubblica del 26 giugno 2011]

Quanto scritto da Scalfari è ciò che avrei voluto scrivere, se ne fossi stato capace, per spiegare che la soluzione dei problemi d’una comunità non s'improvvisa. Bisogna prima di tutto conoscere i problemi a fondo e, dunque, occorre documentarsi: esaminare, studiare e poi valutare le soluzioni alle varie problematiche. È necessario conoscere per decidere. Le soluzioni dei problemi non cadono dal cielo, come scrive Scalfari, sono appunto le tappe d’un percorso e d’un impegno.

Come persone, abbiamo il dovere di operare al meglio nel nostro privato e di partecipare tutti alla costruzione del bene pubblico.

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