Ill.mo Presidente,
Zero Waste Sicilia è una
organizzazione di volontariato, presente nelle principali aree di sofferenza
ambientale causata dai rifiuti e da scellerati progetti di gestione degli
stessi, che fa della gestione virtuosa degli oggetti e materiali abbandonati
dopo il consumo la sua ragione d’essere e l’ispirazione delle proprie
battaglie.
Abbiamo già avuto modo di
interfacciarci con la precedente Amministrazione regionale partecipando, oltre che
a convegni, ai lavori della IV commissione in qualità di Associazione
ambientalista, in audizioni, a qualche conferenza di servizio e presentando
esposti alla corte dei conti.
Le scriviamo questa lettera aperta
dopo che la stampa ha riportato alcune sue dichiarazioni, al recentissimo
convegno di Legambiente, che abbiamo apprezzato.
Fra queste "Sui rifiuti mi
gioco la mia credibilità" è ampiamente condivisibile, in quanto
secondo noi tutti i suoi predecessori la credibilità se la sono giocata proprio
lì, perdendola. Riservandoci di discutere della strategia Zero Waste in altra
sede, ci permetta di discutere dunque di questioni molto più basilari e di
elencare i minimi e necessari passi che vanno eseguiti con la massima urgenza,
per riportare la Sicilia in Europa su questo fronte.
Passo 0: Riportare la legalità
nella gestione dei rifiuti in Sicilia.
0-a) Quasi tutte le discariche
siciliane sono illegali, per molti versi. Tralasciando abusi e violazioni delle
AIA, all’entrata in discarica i rifiuti devono essere trattati (cfr. TULA Dlgs.
152 del 2006) per evitare o almeno fortemente ridurre la produzione di
percolato. Ciò si ottiene mediante separazione meccanica della frazione secca
dei rifiuti urbani residui (RUR) da quella umida, e successiva biostabilizzazione
di quest’ultima negli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB). Tali
impianti o non esistono o la frazione umida non è trattata abbastanza a lungo
per stabilizzarla, come innumerevoli decreti emergenziali varati dalla
precedente amministrazione regionale invece consentono. E comunque la capacità
totale degli impianti di TMB non è sufficiente per gli oltre 2 milioni di
tonnellate annue che i comuni conferiscono.
0-b) In Sicilia dal 31/12/2015
(L.R. 9/2010), bisognava raggiungere le soglie del 65% di raccolta
differenziata (RD) e del 50 % di recupero di materia (RM) dai rifiuti. Come dai
reports dell’Ufficio Speciale per il monitoraggio e per l'incremento della
raccolta differenziata, la Sicilia non arriva che ad un terzo del primo limite
di legge, malgrado gli sforzi ed i progressi di alcuni Comuni che raggiungono
percentuali accettabili. Pertanto il sistema siciliano dei rifiuti è fuorilegge
con ciò procurando gravi danni non solo ambientali ma economici non solo sul
piano della economicità di gestione del ciclo dei rifiuti ma anche sul piano
delle mancate risorse economiche extraregionali.
Passo 1: Raccolta differenziata e
Recupero Materia
E’ la Raccolta Differenziata (RD)
finalizzata al Recupero di Materia (RM) l’obbiettivo da perseguire per avviarci
alla soluzione dei problemi legati alla raccolta dei rifiuti, in quanto le
materie prime seconde così recuperate possono essere monetizzate. Per innalzare
la RD oltre che il RM è indispensabile utilizzare il metodo di raccolta porta a
porta (PAP), e la invitiamo ad informarsi sul consorzio Contarina
(www.contarina.it), dove 50 comuni del trevigiano, 554.000 abitanti tutti
serviti PAP, raggiungono
percentuali
di 85% di RD e soli 50 kg/abitante/anno di RUR (in Sicilia sono oltre 400).
Interessantemente il consorzio Contarina ha tariffe e costo del servizio più
bassi d’Italia.
Passo 2: Compostaggio e
biodigestione
2-a) La frazione organica ad oggi
raccolta in Sicilia dai soli rifiuti solidi urbani è pochissima, circa 250.000
tonnellate/anno, invece delle 750.000/800.000 possibili al 65% di RD, cui si
sommano le quantità provenienti dai rifiuti speciali originati dalle attività
agricole ed industriali di trasformazione. Gli impianti in esercizio di
compostaggio (quasi tutti utilizzano il compostaggio aerobico) hanno una
capacità di sole 100.000 ton/anno. Bastano solo questi numeri ad indicare la
vera emergenza e la vera priorità tra le cose da fare. Inoltre se la raccolta
dell’organico è fatta male, l’ammendato ottenibile sarà sporco di vetro, metalli
pesanti, plastica ecc., e quindi non utilizzabile in agricoltura. Il
compostaggio viene dunque a perdere la sua funzione primaria all’interno
dell’economia circolare, cioè la procedura per restituire ai terreni alcune
delle sostanze organiche che preleviamo con l’agricoltura e diviene un
problema, e quindi un costo, per i gestori degli impianti e indirettamente per
la comunità. Non Le sfugga, on. Presidente, che l’85% dei terreni siciliani è a
rischio di desertificazione. Solo che ad oggi le procedure per l’autorizzazione
di impianti di compostaggio sono troppo lunghe e complicate. Un Suo primo
intervento potrebbe essere quello di snellire e velocizzare le procedure
autorizzative per il compostaggio, anche consentendo ai singoli Comuni di
dotarsene senza passare attraverso le SRR.
2-b) Una soluzione da caldeggiare,
a nostro avviso, è quella di incentivare gli impianti di biodigestione
anaerobica, con produzione di bio-metano. In questi processi si ottiene un
ammendante, in quantità inferiori a quello prodotto dagli impianti aerobici da
far maturare sul terreno, e biogas, da depurare per ottenere bio-metano per
auto trasporto o da immettere nella rete: quindi una risorsa da utilizzare
tutta e subito.
Ora non è necessario costruire
giganteschi biodigestori, bensì sarebbe possibile un revamping dei depuratori
delle acque reflue esistenti (che funzionano per lo più proprio mediante la
digestione anaerobica) immettendo insieme alle acque reflue anche la frazione
organica di qualità da raccolta PAP. Se alla fine del processo i “fanghi” di
depurazione contengono quantità di metalli pesanti ed altro sotto i limiti di
legge si avrebbe un discreto precompost e non ci sarebbero le spese di
smaltimento dei fanghi di depurazione.
Passo 3: Impianti sovracomunali e
finanziamenti europei
Per valorizzare la frazione secca
da RD PAP e perfino quella indifferenziata sono indispensabili gli impianti di
selezione e valorizzazione. Questi vanno finanziati e ci sono ottime
possibilità, dopo che la Commissione Juncker lo scorso 26 Gennaio 2017
(http://ec.europa.eu/environment/waste/waste-to-energy.pdf) ha invitato la
Banca Europea di Investimenti a preferire negli investimenti gli impianti per
l’economia circolare anziché nuovi inceneritori.
On. Presidente, sono tantissime
altre le misure che la Regione Sicilia potrebbe prendere, compresi un nuovo
Piano Regionale Rifiuti ed una legge quadro su tutte le tematiche ambientali, e
Zero Waste Sicilia è pronta a discuterle con Lei e con i competenti assessori.
Tuttavia, anche se è pleonastico, noi vogliamo avvertirLa che la riforma del
sistema dei rifiuti in Sicilia non è solo una difficilissima operazione
culturale, ma toccherà grandi interessi economici consolidati di potentissimi
gruppi. Ci troverà al Suo fianco se questa battaglia vorrà portare avanti, così
come riceverà puntualmente le nostre critiche se così non dovesse essere.
Cordiali saluti
Per conto di Zero Waste Sicilia
Beniamino Ginatempo, Presidente
zwsicilia@gmail.com
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