Bruciare i rifiuti è controproducente. Antieconomico.
Costoso. Anacronistico. Crea inquinamento. Eleva il rischio sanitario. Mette in
pericolo la salute delle persone. Non elimina le discariche, anzi le alimenta.
La termovalorizzazione (incenerimento con recupero energetico) dei rifiuti è uno
spreco di risorse essenzialmente perché si brucia (si getta via) materia
estremamente utile. In un Paese come il nostro, sprovvisto di materie prime, il
recupero di materia è strategico.
Gli stessi rifiuti selezionati per
produrre CSS (Combustibile Solido Secondario) - un mix di residui secchi non
differenziati che costituiscono la frazione non riciclabile dei rifiuti urbani
e speciali, composti principalmente da materiale plastico - possono essere
sottoposti agli stessi trattamenti di selezione e riduzione, ad estrusione, granulazione,
e trasformati in materia prima secondaria utilizzabile per arredi urbani,
costruzioni edile, pavimentazioni antiscivolo ed altro.
Puntare sull’incenerimento/recupero
energetico, quando, invece, si dovrebbero concentrare gli sforzi sul recupero
totale di materia, è la scelta di una “politica” ignorante, quando non corrotta
o serva. Il recupero e la valorizzazione delle materie prime seconde consente,
oltre all’approvvigionamento di materia, un risparmio di energia doppio o
triplo rispetto all’energia prodotta dal recupero energetico da CSS, il cui
potere calorifero (PCI) è basso (19-25%). Il metano ha un potere calorifero di
50 MJ/Kg, cioè circa 5 volte il potere calorifero del CSS.
La "termovalorizzazione" dei rifiuti è
inefficiente. L’energia prodotta è inferiore, e di molto, al risparmio di
energia che gli stessi rifiuti consentirebbero se fossero re-immessi nel ciclo
delle materie recuperate. Il bilancio del recupero di energia è a favore del
riuso di materia. Giusto per fare un esempio, un kg di plastica recuperata
fa risparmiare 3 litri di petrolio.
L’Italia è l’unico Stato al mondo che finanzia l’incenerimento dei rifiuti con il 7% della “bolletta elettrica”.
Nel resto d’Europa l’incenerimento è scoraggiato da tasse aggiuntive. Proprio
perché inquina e distrugge materia. È facile intuire perché Edipower S.p.A.
smania per bruciare i rifiuti (“non rifiuto”) nella centrale di San Filippo del
Mela.
Le cattive pratiche vanno combattute. Tocca a noi
cittadini farci sentire: partecipare attivamente al processo decisionale
e utilizzare tutti i mezzi (leciti) possibili per contrastare decisioni controproducenti,
calate dall’alto e contrarie al buonsenso e al pensiero della maggioranza della popolazione.
Nessun commento:
Posta un commento