La tariffazione puntuale è uno
degli elementi più importanti per una virtuosa gestione dei rifiuti. L’applicazione
della tariffa puntuale permette più facilmente di raggiungere gli obiettivi di
riciclaggio e di riduzione della produzione dei rifiuti. Consente, oltretutto,
l’applicazione del principio europeo “chi inquina paga”. Il tributo deve essere
calcolato solo sulla effettiva produzione del rifiuto indifferenziato (residuo
secco), permettendo così alle utenze più virtuose di pagare meno. Ci deve
essere una correlazione tra prezzo del servizio e quantità di rifiuto prodotto.
Bisogna anche tenere conto di opportuni meccanismi di flessibilità e
compensazione per le famiglie numerose.
I sistemi di raccolta basati
sulla tariffazione puntuale non sono molto diffusi in Italia rispetto ad
esempio al nord Europa, agli Stati Uniti e all’Australia. Ma anche in Italia si
è registrato una riduzione complessiva del 15-20% dei quantitativi conferiti
nei Comuni in cui è stata adottata la tariffa puntuale a volume.
La tariffazione puntuale ha il
merito di consentire una partecipazione delle utenze costante e duratura nel
tempo perché ogni singola utenza può beneficiare del risultato del suo impegno
nel ridurre i rifiuti residui secchi (quelli destinati alla discarica) con un
consistente risparmio sull’importo tariffario da corrispondere annualmente.
Le esperienze di quantificazione volumetrica dei rifiuti risultano facilmente applicabili dove è stato
adottato un modello di raccolta di tipo domiciliare. La registrazione del volume
e del numero di svuotamenti dei contenitori (bidoni o sacchi) dedicati ad ogni
singola abitazione permette inoltre di indurre ad esporre i propri contenitori
del secco residuo solo quando risultano quasi pieni ottenendo sia una riduzione
della tariffa della singola utenza sia un ottimizzazione del servizio di
raccolta per la riduzione del numero di contenitori svuotati a parità di quantitativi
intercettati poiché il costo per l’utenza servita, non essendo parametrato sul
peso ma sul volume svuotato, è lo stesso sia per un contenitore esposto ben
pieno sia per uno semivuoto ed in questo modo è chiaro che le utenze cercano
sempre di sfruttare appieno la volumetria riducendo il numero di svuotamenti
(una famiglia di tre componenti riesce normalmente ad esporre un bidone da 120 litri circa 9-10
volte all’anno) oppure chiedendo di ridurre il numero e/o il volume dei
contenitori posizionati in un cortile condominiale in cui l’esposizione e lo svuotamento
viene effettuato comunque ogni settimana. I Comuni che hanno introdotto la tariffazione
puntuale, come si evince dal Rapporto ISPRA 2013 hanno raggiunto le percentuali
di Raccolta Differenziata più elevate ed al contempo i costi di gestione più bassi
in assoluto, al netto dei costi di spazzamento.
Per disincentivare il fenomeno degli abbandoni dei rifiuti
si può applicare il sistema degli svuotamenti minimi, che partendo dal principio che
ciascuno di noi produce rifiuti, prevede di far pagare a tutti un numero minimo
di svuotamenti di rifiuto secco all’anno. Tale sistema argina gli abbandoni
poiché consente di far pagare il servizio minimo a tutti, anche a chi dichiara,
inverosimilmente, di non produrre alcun rifiuto (almeno che non si dimostri di
non aver vissuto in quella abitazione).
I risultati migliori dal punto di vista qualitativo e quantitativo
sono stati ottenuti là dove sono stati personalizzati i servizi di raccolta sia
del rifiuto residuo sia delle principali frazioni recuperabili. Escludere la
possibilità di conferimento dei rifiuti in forma anonima è indispensabile per
poter ottenere alti livelli di RD e una corretta responsabilizzazione dei
comportamenti individuali.
È bene che i nostri amministratori sappiano che
non si devono inventare nulla, devono solo adottare, adattandolo alle esigenze
del nostro territorio, quanto è stato attivato in altri comuni, come ad esempio a
Capannori. Pertanto si consiglia la lettura dell'articolo: L’EVOLUZIONE CONTINUA VERSO RIFIUTI ZERO A CAPANNORI
Nessun commento:
Posta un commento