Comunicare i beni comuni. O meglio, comunicare per i
beni comuni, a difesa dei beni comuni, per proteggerli, perché essendo a
disposizione di chiunque voglia usarli corrono continuamente il rischio
di essere logorati, se non addirittura distrutti, da usi egoistici,
predatori e irresponsabili.
Al cuore della questione dei beni comuni c'è la condivisione,
sia come causa del loro logoramento, sia come mezzo per difenderli
La comunicazione può essere uno strumento molto potente per
creare intorno ai beni comuni una rete di protezione composta da tutti
coloro che sono consapevoli della loro importanza e vulnerabilità. Anche
il potere è uno strumento potente, certamente. E sanzionare i
comportamenti distruttivi è non soltanto doveroso, ma anche
indispensabile per scoraggiare i predatori dei beni comuni.
Una radice in comune
Ma è la comunicazione lo strumento migliore per difenderli, per una
ragione che affonda le sue radici nell'etimologia del termine stesso
comunicare, dal latino
commune, composto di
cum e di un derivato di
munus ("incarico, compito"), per cui
commune vuol dire letteralmente "che svolge il suo compito insieme con altri".
Di qui l'italiano "comune" per indicare "ciò che è proprio di almeno
due persone o cose", nonché una serie foltissima di termini che indicano
la condivisione, il mettere insieme, il rendere partecipi più soggetti:
comunità, comunanza, comunione, comunismo, comunicativa, comunicato e,
appunto, comunicare e comunicazione.
I beni comuni, beni con-divisi
Se l'effetto del comunicare consiste nel condividere, nel rendere più
soggetti partecipi di qualcosa, questo spiega perché per proteggere i
beni comuni la comunicazione è meglio del potere. Perchè deve esserci
coerenza fra il mezzo e il fine, in quanto il mezzo è già il fine, il
percorso è già il punto di arrivo. E quindi anche lo strumento usato per
proteggere e sviluppare i beni comuni deve essere coerente con la loro
natura, sia per ragioni etiche, sia perché un mezzo coerente con il fine
è più efficace.
E quale è la natura dei beni comuni? Quella di essere appunto beni
con-divisi, mentre i beni privati sono per definizione non condivisi, semmai
sub-divisi.
Comunicare per condividere
Ma se al cuore della questione dei beni comuni c'è la condivisione,
sia come causa del loro logoramento, sia come mezzo per difenderli,
allora la comunicazione è meglio del potere per difendere i beni comuni
perché l'esercizio del potere divide, mentre la comunicazione creando
condivisione di punti di vista unisce.
Comunicare i beni comuni significa fare esattamente questo: ottenere
che il maggior numero possibile di persone condividano una certa idea
dei beni comuni, del loro ruolo, della loro centralità nella costruzione
di un modello di società fondata non soltanto sulla proprietà di beni
privati, ma anche sull'uso responsabile di beni comuni, condivisi. E,
condividendo questa idea, si attivino insieme con altri per prendersi
cura dei beni comuni materiali e immateriali della comunità in cui
vivono.
Quali sono i beni comuni?
Per arrivare a questo risultato la prima cosa da fare consiste nel
definire i beni comuni, le loro caratteristiche e ciò che li distingue
dai beni pubblici e da quelli privati.
Una riflessione teorica approfondita su queste tematiche è contenuta nei saggi pubblicati in G. Arena - C. Iaione, a cura di,
L'Italia dei beni comuni,
Carocci, 2010. Ma per dare un'idea di cosa significhi comunicare (per) i
beni comuni è sufficiente elencarne alcuni, sia pure in maniera
disorganica: il territorio, la qualità dell'ambiente, le risorse
naturali, l'acqua, l'aria, la sicurezza, la fiducia nei rapporti
sociali, la legalità, la vivibilità urbana, il linguaggio, la memoria
collettiva, i sistemi di regole; ma anche i diritti dell'uomo, la
regolazione del mercato, la salute, l'istruzione, le infrastrutture (le
strade, le scuole, gli ospedali, i musei...), i beni culturali, i
servizi pubblici, il capitale sociale e altri simili a questi, di cui
ciascuno può godere liberamente ma che proprio per tale motivo sono
continuamente minacciati da un uso egoistico.
In questo elenco vi sono "beni" molto diversi fra di loro, ma per
tutti vale l'osservazione che il loro arricchimento è nell'interesse
generale, così come lo è evitare il loro impoverimento.
Curare i beni comuni conviene
L'obiettivo principale della comunicazione per i beni comuni consiste
dunque nel convincere milioni di persone che conviene prendersi cura
dei beni comuni, perché l'arricchimento dei beni condivisi arricchisce
tutti, così come il loro impoverimento equivale ad un impoverimento di
tutta la società.
Conviene sotto un duplice profilo. Innanzitutto perché dall'elenco di
beni comuni riportato sopra, per quanto disorganico, emerge chiaramente
la loro assoluta centralità, per non dire indispensabilità, per una
qualità della vita degna di esseri umani civili.
E in secondo luogo perché anche il più acceso individualista deve
ammettere che senza beni comuni i suoi beni privati hanno meno valore o
sono addirittura inutilizzabili: per esempio, a che serve avere
un'automobile se mancano le strade, cioè un'infrastruttura di uso
condiviso?
Due tipologie di comunicazione
La comunicazione per i beni comuni può essere sia generale, rivolta
cioè ad un target indifferenziato e generico, sia settoriale, rivolta
cioè a "pubblici" specifici.
Nel primo caso si tratta, come si diceva prima, di raggiungere una
platea molto ampia di soggetti per convincerli che, poiché dalla qualità
dei beni comuni dipende la qualità delle loro vite, gli conviene
prendersi cura non soltanto (come già fanno) dei propri beni privati, ma
anche dei beni condivisi, insieme con altri cittadini e con le
amministrazioni pubbliche.
Nel secondo caso invece la comunicazione si rivolge a pubblici
interessati non genericamente ai beni comuni in quanto tali, ma ad una
specifica categoria di questi beni, materiali (ambiente, acqua,
territorio, etc.), immateriali (legalità, salute, istruzione, etc.) o
misti (vivibilità urbana, decoro, etc.). I messaggi andranno ovviamente
calibrati in funzione sia dei diversi pubblici sia delle diverse
caratteristiche dei vari beni, ma con un'avvertenza che riguarda tutti i
beni comuni.
All commons are local commons
Un politico americano di grande esperienza usava dire che
All government is local government,
cioè "Tutta l'amministrazione è amministrazione locale", per dire che i
problemi politici e amministrativi alla fine vanno affrontati e risolti
a livello locale. Ebbene, anche per i beni comuni si potrebbe dire lo
stesso:
All commons are local commons, cioè "Tutti i beni
comuni sono prima di tutto beni locali" e la loro cura e sviluppo vanno
gestiti prevalentemente a livello locale.
I centri storici delle nostre città sono espressioni concrete di quel
bene comune immateriale e generale che è la cultura. E' vero che
chiunque al mondo può godere le bellezze delle città italiane che, sotto
tale profilo, sono beni comuni universali. Ma le piazze, le strade e
gli edifici che compongono un centro storico sono innanzitutto beni di
una determinata comunità, che vive da secoli nel territorio dove si
trovano quei beni culturali e che li utilizza per soddisfare le proprie
esigenze di vita, di socializzazione, economiche, ricreative, etc.
Un centro storico, così come altri beni comuni, è dunque un bene
condiviso di cui una particolare comunità ha il godimento (vantaggio),
ma anche la custodia (responsabilità), per consentirne l'uso a tutti gli
altri esseri umani potenzialmente interessati.
Incoraggiare i cittadini attivi, responsabili e solidali
La comunicazione per i beni comuni deve tenere conto di questa
duplice natura dei destinatari del messaggio: da un lato utilizzatori
tendenzialmente egoistici dei beni comuni presenti sul loro territorio,
quindi potenziali predatori, dall'altro "custodi" di tali beni,
responsabili della loro cura nei confronti di tutta l'umanità, quindi
potenziali cittadini attivi per la cura dei beni condivisi.
La comunicazione deve rivolgersi a persone che hanno dentro di sè
entrambe queste potenzialità, scoraggiando il loro lato "predatorio" e
incoraggiando quello responsabile e solidale. E' difficile ma, come si è
detto all'inizio, la comunicazione è uno strumento straordinariamente
potente. Se usato con intelligenza, i risultati possono essere
altrettanto straordinari
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