giovedì 5 aprile 2012

Cambiamento e rinnovamento = Partecipazione


A parole sono tutti rinnovatori e fautori del cambiamento. Chiedete agli attori dei vari schieramenti che si confronteranno e contenderanno il governo della nostra cittadina  in cosa consiste per loro il rinnovamento e il cambiamento?  Ho seri dubbi che sappiano darvi una risposta adeguata. È al di fuori della loro portata. Non sanno di cosa si parla o meglio ai loro occhi è una domanda fuori luogo: essi stessi si ritengono l’incarnazione del rinnovamento e del cambiamento.

La parola chiave numero uno del cambiamento è la partecipazione, ovvero, un nuovo modo di intendere la politica che espanda tutti quegli spazi in cui  amministrazione e cittadino sono vicini l’uno all’altro. La democrazia rappresentativa ha bisogno di essere arricchita da nuove forme di democrazia partecipativa. L’attività costante di partecipazione alimenta, garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza e la qualità della politica pubblica. Si deve allargare la democrazia rendendola più inclusiva con nuove forme di partecipazione dei cittadini che interagiscano in piena autonomia col la sfera politica che si deve aprire alla cittadinanza invece di isolarsi ed essere autoreferenziale. Un appropriato istituto della partecipazione riduce la discrezionalità delle scelte politico-amministrative e obbliga le istituzioni a prendere in considerazione le istanze partecipative e ad argomentare in maniera più circostanziata le proprie decisioni.
 Per fare ciò sono necessarie una serie di regole semplici e condivise da inserire nello Statuto Comunale. Queste regole diventeranno patrimonio comune e determineranno il comportamento dei soggetti che entrano nelle istituzioni e dei soggetti fuori di esse. Regole che hanno a che fare con l’informazione ai cittadini, la trasparenza dei comportamenti e delle decisioni, e la partecipazione attiva dei cittadini  esercitata con forme di democrazia partecipativa e diretta.

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