Il 25 gennaio 2017 A2A Energiefuture ha avuto un incontro con il Gruppo
Istruttore AIA in merito al progetto impianto di valorizzazione energetica di
CSS nella Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela. A seguito di
quest’incontro, A2A ha inviato al Ministero dell’Ambiente un documento con le Integrazioni volontarie, pubblicato il 3
febbraio 2017 sul sito internet del Ministero. Associazioni e cittadini nelle Osservazioni presentate sul progetto avevano fatto emergere l'incongruità con il Piano rifiuti della Regione Siciliana. A2A nelle Controdeduzioni e nelle successive Integrazioni aveva glissato finché l'argomento non è stato posto all'ordine del giorno dell'incontro del 25 gennaio al Ministero. Con riferimento all’argomento “Condizioni di esercizio del TMV e
congruità con le indicazioni del paragrafo 4.4.2 del Piano Regionale per la
Gestione dei Rifiuti in Sicilia”, riportiamo, virgolettato e in corsivo, le
informazioni suppletive volontarie fornite da A2A e un nostro
commento in grassetto.
“A2A Energiefuture ritiene che il progetto non debba essere coerente con le indicazioni del paragrafo 4.4.2 […] in quanto il TMV utilizzerà il CSS, che è un rifiuto speciale non pericoloso, e dunque non rientrante nell’ambito di applicazione del Piano”. Appare del tutto inventata la motivazione addotta da A2A, che ritiene il progetto dell’inceneritore non debba essere coerente con il Piano Regionale. Il fatto che il CSS da bruciare nell'inceneritore sia un rifiuto speciale non pericoloso non comporta l’esclusione dalla disciplina del Piano regionale. Il CSS come rifiuto speciale non è soggetto a vincoli di bacino. Ciò non vuol dire che non si debba applicare quanto prescrive il Piano regionale in ordine all’efficacia e alla sicurezza dell’impianto, oltre a quanto previsto dal Decreto legislativo n. 59/05 (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento). Infatti A2A non cita la norme o regole che legittimerebbero quanto da essa sostenuto e ritenuto.
“Si
ritiene altresì che le condizioni citate nel paragrafo 4.4.2 non siano
prescrizioni ma mere considerazioni di carattere generale, come riportato nel
titolo del paragrafo che le contiene: “Considerazioni economiche e tecniche di
carattere generale””. Appare del tutto pretestuoso da parte
di A2A ritenere le considerazioni tecniche di carattere generale del Piano
Regionale meno cogenti di eventuali particolari prescrizioni previste dal
Piano regionale, che nello specifico non esistono. Una distinzione, quindi, che
non trova applicazione e fondamento.
“Si
deve considerare inoltre che il Piano vero e proprio inizia dal Capitolo
successivo, Sezione III “Il nuovo Piano Rifiuti””. Come dire che
le prime 230 pagine del Piano regionale sono inutili (considerazione ridicola).
“Le
condizioni di esercizio del TMV di San Filippo del Mela sono state progettate
in modo da essere rispondenti alla normativa di settore vigente, ovvero il
Decreto legislativo 152/06, il Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133
(convertito in legge 11/11/2014, n. 164) “Misure urgenti per l’apertura di
cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche e l’emergenza del dissesto
idrogeologico – cosiddetto Sblocca Italia” e il Bref di settore (Integrated
Pollution Prevention and Control “Reference Docum,ent on Best Availabke
Techniques for Waste Incineration”, Euripean Commission, Directorate General
JRC, Joint Research Centre, Institute for Prospective Technological Studies
(Seville), Technologies for Sustanailable Development, European IPPC Bureau,
(agosto 2006))”. È bene ricordare che le Regioni, nell’esercizio delle
loro competenze, non possono violare i livelli di tutela ambientale posti dalle
leggi dello Stato, tuttavia possono pervenire a livelli di tutela più elevati
(sentenze della Corte Costituzionale nn. 104 del 2008, 12, 30 e 61 del 2009,
300 e 303 del 2013).
“Si
evidenzia in aggiunta che le considerazioni tecniche del Piano riportate al
paragrafo 4.4.2, in ogni caso, non potranno che essere esclusivamente
considerazioni di carattere puramente generale ed indicativo poiché non esiste ad
oggi alcuna tecnologia per cui un impianto possa rispondere pienamente e
contemporaneamente a tutte le condizioni indicate”. A2A sembra
dire: nel caso le nostre considerazioni finora espresse fossero erronee, a noi
risulta che ad oggi non esista alcuna tecnologia per cui un impianto di
incenerimento possa rispondere pienamente e contemporaneamente a tutte le
condizioni indicate. Questo discorso è fuorviante perché oggi esistono le
tecnologie alternative all’incenerimento dei rifiuti, verso le quali l’Europa
ci raccomanda di andare (http://ec.europa.eu/environment/waste/waste-to-energy.pdf).
“Si
deve inoltre considerare che il progetto costituisce
un’“ambientalizzazione" della Centrale Termoelettrica esistente di San
Filippo del Mela e che il contesto territoriale in cui andrà ad inserirsi il
TMV presenta uno stato di qualità dell’aria generalmente buono, per cui non si
ravvisa la necessità di porre limiti emissivi più restrittivi rispetto a quelli
stabiliti dalla normativa vigente”. Come al solito, A2A ravvisa ciò
che è utile e conveniente per la sua attività ed i suoi azionisti invece di ciò che è nell'interesse della comunità. E dunque, A2A dimentica che il comprensorio della Valle
del Mela è Area ad elevato rischio di crisi ambientale e Sito di interesse
nazionale per la quantità e la pericolosità degli inquinanti presenti. Ammesso
che lo stato della qualità dell’aria fosse generalmente buono (manco fossimo
sull’Etna) certamente non migliorerebbe con le emissioni del nuovo camino.
“Si
consideri che il TMV di San Filippo rispetta anche i limiti emissivi più
restrittivi fissati dalla Regione Lombardia per il proprio territorio, dove la
maggiore severità è dovuta alla situazione di criticità dello stato di qualità
dell’aria ivi presente, ben diverso da quello dell’area di Milazzo. Si vedano
al riguardo il documento Rapporto Qualità Aria Europa 2014, il Rapporto ISPRA
Qualità dell’aria 2015, il Rapporto !SPRA Qualità dell’aria 2011 di cui si
riporta un estratto in calce alla presente tabella.” È davvero
stravagante che A2A riconosca alla Regione Lombardia il diritto di fissare
limiti emissivi più restrittivi e non riconosca alla Regione Siciliana la
possibilità di tutelare meglio i propri cittadini con limiti emissivi ancora
più restrittivi.
“Per
mero esercizio si è comunque di seguito proceduto ad una disamina qualitativa
delle singole condizioni del paragrafo 4.4.2 valutando come il progetto si
ponga rispetto ad esse”. "Per mero esercizio" è davvero da
ridere.
Per una lettura integrale del documento di A2A cliccare (QUI)
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