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Una classe politica di showman e portatori di interessi privati insiste a tenere la Sicila, ancora per chissà quanto tempo, sotto scacco
dell’emergenza rifiuti e legata a un modello di gestione lineare del ciclo dei
rifiuti basato su discariche e inceneritori.
L’incenerimento dei rifiuti, più o meno
camuffato da recupero energetico, è ciò che l’attuale classe politica e
dirigente che ci governa riesce a concepire come soluzione alla mala gestione
dei rifiuti.
Invece di dirigere a tutta forza verso l’economia circolare
(reimmettendo le risorse contenute nei rifiuti nel ciclo produttivo, evitando
così di collocarle in discarica o incenerirle), e puntare sulla riduzione e
prevenzione dei rifiuti (anche legiferando per vietare o disincentivare la
produzione e la vendita di prodotti non compostabili, riusabili o riciclabili sul nostro
territorio), e mettere in atto (copiare)
le migliori strategie e pratiche di cui proprio l’Italia, in alcune aree del Paese, è all’avanguardia nel mondo, i vertici del governo nazionale e regionale si
accapigliano su come incenerire i
rifiuti.
Il presidente Renzi ritiene indispensabile che il Paese si doti di
una rete di impianti di incenerimento. Ed è stato già individuato il
fabbisogno. La Sicilia presenta, secondo lo schema di decreto del Presidente
del Consiglio, un fabbisogno residuo di
incenerimento pari a 699.404 tonn/anno. Due bei inceneritori (350.000 t/anno
ciascuno) sono quasi serviti, manca solo il fiocco, la fanfara e il taglio del
nastro.
Il presidente Crocetta è contro gli inceneritori di Renzi, ma
non è contro l’incenerimento. Crocetta è per la conversione delle centrali
elettriche a css (combustibile solido secondario) e per i piccoli inceneritori (stufe a pellet di
css?).
Prevedere, come
soluzione, all’ormai endemica emergenza rifiuti in Sicilia, impianti per l’incenerimento dei rifiuti, che
non potranno mai entrare in servizio prima di 5 anni, è un nonsenso. Gli
inceneritori come risposta ad una emergenza,
che esploderà a breve, non solo è insensata
e anacronistica, ma totalmente sbagliata perché distruggerà materia prima
seconda necessaria come il pane.
La strategia Rifiuti Zero è il modo più veloce ed economico
per una soluzione sostenibile della gestione dei rifiuti e per evitare il caos
che la saturazione delle discariche provocherà.
Nell’immediato è necessario: organizzare una raccolta porta a porta di tutte le frazioni di rifiuto
in tutti i comuni, con l’individuazione delle utenze e dei volumi; dotare ogni
comune di centri comunali di raccolta; introdurre la tariffazione puntuale.
La priorità per la Sicilia è la realizzazione di impianti di compostaggio
per la frazione organica e di trattamento meccanico biologico per il recupero
di materia dal residuo secco, le Fabbriche dei Materiali; l’urgenza è
quella di mettere in moto un modello di economia circolare, che è già a portata
di mano, praticabile a livello economico, tecnologico e ambientale.
Per piacere, spiegatelo a Renzi e Crocetta.
Ora, brevetto del 2011 dell'AMA di Roma, una volta chiusa la discarica di Malagrotta, con la giunta Marino, si sta dando esecuzione al progetto per la trasformazione della FOS, che altrimenti andrebbe in discarica, in sottofondo stradale e piste ciclabili.
RispondiEliminaIl processo avviene senza calore ma solo con mescolatrici e betoniere con l'aggiunta di pozzolana.
Credo che si debba puntare sul recupero di materia ... ed è quello che prevedeno le direttive europee!
Pippo Sturiale