In Sicilia il 90% dei rifiuti finisce, tutt’ora,
in discarica. Basse percentuali di raccolta differenziata (a Milazzo siamo
sotto il 5%) hanno saturato la maggior parte delle discariche in esercizio e i
rifiuti vengono “abbancati” fuori “colmatura”. È facilmente prevedibile che tra
pochi mesi ciò provocherà il caos. Oltre al danno ambientale c’è il danno
economico dell’aumento della tariffa rifiuti che inciderà pesantemente sui
bilanci delle famiglie. Come affrontare questa emergenza e questo inaccettabile
e costoso spreco di risorse che non ha giustificazioni? Occorre, innanzitutto,
una nuova politica di gestione dei rifiuti con al centro la strategia Rifiuti Zero. Una politica che consenta il rafforzamento della
filiera del recupero di materia e che incentivi l’utilizzo dei materiali
provenienti dal recupero.
Il Piano di intervento dell’Aro Milazzo (ancora
in attesa di approvazione da parte del competente Assessorato regionale) pur
prevedendo la raccolta domiciliare porta a porta, l’individuazione delle utenze
e del volume dei rifiuti conferiti e la rimozione dei cassonetti stradali -
tutte azioni fondamentali per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata
previsti dalla leggi, ma soprattutto dal buonsenso - avrebbe dovuto prevedere, in modo dettagliato, anche una
serie di pratiche, interventi di prevenzione e riduzione dei rifiuti ed azioni per iniziare a modificare, nella
direzione della sostenibilità e della responsabilità, il nostro modello di
consumo, il modo di progettare, produrre, distribuire e commercializzare
beni e prodotti.
Le Osservazioni al Piano di intervento dell’Aro
Milazzo (clicca QUI per leggere il
documento) esprimono il parere del Circolo Zero Waste Sicilia di
Milazzo e rappresentano l’occasione per una riflessione, un approfondimento e verifica dei contenuti
del piano. Il documento mette al centro dell’attenzione la
complessa questione della gestione dei rifiuti e i punti qualificanti di una buona organizzazione. Una buona organizzazione non può prescindere dal coinvolgimento dei cittadini, dalla conoscenza dei luoghi, delle abitudini delle persone e dagli aspetti tecnici e normativi, dalle competenze, dalla disponibilità di risorse, dall'attivazione di buone pratiche.
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