sabato 6 febbraio 2016

Terza lettera aperta al Procuratore della Repubblica di Messina

Egregio Signor Procuratore Guido Lo Forte,
nel 2010, 2011, 2012 e 2013 il mio nucleo familiare è stato vittima di inquinamento acustico causato dai trattenimenti musicali tenuti nella pertinenza esterna di un esercizio pubblico (un bar, gelateria, pasticceria, rosticceria), che si è insediato (giugno 2010) in una nuova costruzione accanto la nostra ex abitazione. 
Per ovviare all’inconveniente, chiamiamolo così, dopo l’ennesima perizia effettuata (settembre 2013) dall’ARPA, attestante l’intollerabilità dei rumori, anch’essa, come le precedenti, ignorata, ci siamo trasferiti (fine novembre 2013) in altra cittadina. Avremmo potuto andare via prima, forse. Ma abbiamo sempre sperato di trovare un onest’uomo nelle istituzioni e ancora ci speriamo.
Ingenuamente forse, crediamo nelle Istituzioni e nella loro funzione. Finora, purtroppo, l'etica ha ceduto il posto alla corruzione morale e al malcostume: almeno in questo specifico caso, l'amministrazione comunale (in particolare i due sindaci pro tempore), la prefettura, i tutori dell'ordine (polizia municipale e carabinieri), la magistratura (gli inquirenti) non hanno fatto bene il loro dovere.
Così, le nostre istanze sono state sistematicamente disattese, le perizie ignorate, le denunce archiviate e l’impunità dei responsabili assicurata.
Ce ne siamo andati per non compromettere ulteriormente la nostra salute. Ma, stiamo continuando una difficile battaglia perché trionfi la verità, la legalità e la Giustizia. Anche se tutto lascia pensare che non trionferà un bel nulla, non desistiamo: “non è necessario credere nella vittoria per combattere con onore, se la causa è giusta” (cit. Gugliemo d’Orange).
Ricorderà che in data 20/08/2015 ho avanzato al Signor Procuratore Generale richiesta di disporre l'avocazione delle indagini preliminari nel procedimento n. 1733/2013, contro ignoti, per l'inerzia del pubblico ministero, che non ha esercitato l'azione penale né richiesto l'archiviazione nel termine stabilito dalla legge.
Ricorderà anche che a 4 mesi dalla richiesta di avocazione avevo sollecitato, con una nota inviata a mezzo posta certificata, in data 10 dicembre 2015, la conclusione dell'iter di detto procedimento penale. La Procura Generale, a distanza di 6 mesi dalla mia richiesta, non ha potuto ancora disporre l'avocazione a causa della lentezza dell'Ufficio di procura nel trasmettere il fascicolo o le informazioni necessarie.
Chiedo, nell'ambito delle Sue prerogative di Procuratore Capo, di garantire correttezza ed efficienza, di dettare regole di condotta che non precludano il buon andamento ed il corretto, puntuale e uniforme esercizio dell'azione penale.
Nello specifico, Le chiedo di intervenire presso l'Ufficio del pubblico ministero cui è stato assegnato il procedimento n. 11733/2013 e presso l'Ufficio del pubblico ministero cui è stato assegnato il procedimento n. 6719/2012, Mod. 21, relativo alla denuncia-querela del 3 ottobre 2012 e del quale è presumibile siano state completate le indagini preliminari, ma del cui esito, ad oggi, nulla è stato comunicato in merito alla scrivente persona offesa.
Resto in attesa di un Suo eventuale gradito riscontro.
Con osservanza
Aldo Lenzo

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