Dopo
mesi di annunci il progetto definitivo del mega-inceneritore è stato depositato
venerdi da Edipower al comune di S.Filippo del Mela ed a breve verosimilmente
al Ministero dell’Ambiente per l’avvio della procedura autorizzativa chiamata
V.I.A. (Valutazione Impatto ambientale) [1]. Viene così confermata
definitivamente l’intenzione dei gestori della centrale elettrica di S.Filippo
verso la conversione ad uno degli inceneritori più grandi d’Europa.
Dopo
averci inquinato per decenni bruciando l’OCD, un combustibile derivato dal petrolio,
adesso che quest’ultimo non conviene più neanche a loro vorrebbero
continuare per altri decenni a inquinare bruciandoci sotto il naso milioni
di tonnellate di spazzatura. Se prima
la sigla era OCD, adesso è CSS (Combustibile Solido Secondario), un
combustibile costituito dai materiali combustibili dei rifiuti (in maggioranza
plastica, carta, pannolini, fibre tessili, ecc…) [2]. La sostanza è che hanno
in serbo per noi un cocktail micidiale di diossine, metalli pesanti e
nanopolveri.
La
presentazione del progetto è stata preceduta da una campagna stampa tesa a
prendere in giro cittadini ed amministratori (ad esempio parlando di
termovalorizzazione anziché di incenerimento, come se fossero due cose diverse,
sebbene basti consultare il dizionario per verificare che sono sinonimi), che è
stata già smentita nei dettagli dal nostro comunicato “Le bugie hanno le gambe
corte”[3].
Forse pensavano di scendere in Sicilia e trovare donne e uomini
pronti ad abboccare o a rassegnarsi a qualsiasi tipo di veleno, ma si dovranno
ricredere.
Il momento è storico, si decide del futuro del nostro territorio
per i prossimi decenni.
E’ più che mai importante scendere in piazza per la manifestazione di
domenica 27 alle 15.30 ad Archi contro questa grave minaccia ormai concreta
[4].
Ovviamente cercheranno di utilizzare
contro i cittadini il solito ricatto occupazionale, come se il lavoro e la
salute debbano essere dei diritti contrapposti, trattando i 150 dipendenti
della centrale come “scudi umani” in difesa dei loro profitti. Ma il ricatto
occupazionale non è che l’ennesimo inganno, visto che gli inceneritori non
producono ma distruggono posti di lavoro, oltre che soldi, salute e vite. Il
ciclo virtuoso dei rifiuti alternativo all’incenerimento, che passa da
differenziata e recupero dei materiali, crea infatti più di 10 volte tanto i
posti di lavoro degli inceneritori [5].
Nessun commento:
Posta un commento