venerdì 17 maggio 2013

"Raccolta rifiuti, nuovo corso"



È il titolo di un articolo di Giuseppe Puglisi pubblicato ieri sulla Gazzetta del Sud.
“Chiesta l’apertura della discarica di Ligoria, contatti con i centri limitrofi” recita il sottotitolo. L’apertura della discarica di Ligoria chiesta dall’Amministrazione comunale di Santa Teresa non può rappresentare  il “nuovo corso”. Sarebbe un ritorno al passato.
 La nostra deve diventare (obbligatoriamente) la società del riciclaggio, dove la produzione dei rifiuti viene ridotta al minimo e i rifiuti vengono considerati una risorsa, attraverso una gerarchia di interventi (spiegata molto chiaramente dalla legislazione comunitaria, nazionale e regionale) che prevede al primo posto la prevenzione, al secondo la preparazione per il riutilizzo, al terzo il riciclaggio, al quarto altri tipo di recupero e solo al quinto e ultimo posto, per una quantità minima (sino all’azzeramento), lo smaltimento in discarica.
Certamente i costi economici della gestione dei rifiuti sono un aspetto importante che va attentamente analizzato e valutato, ma il “costo” più importante da evitare è quello all’ambiente. Più buttiamo in discarica più sprechiamo e paghiamo in termini di costi economici e di qualità della vita.

Invece  di chiedere di riattivare la discarica di Ligoria dovremmo concentrare l’attenzione sulla strategia “Rifiuti Zero”. 

Si tratta di riorganizzare radicalmente l’approccio ai rifiuti con vantaggi non solo ambientali ed economici, ma anche occupazionali. Col nuovo approccio si riuscirà ad incidere, attraverso un sistema innovativo di pratiche già sperimentate nel mondo ed anche in Italia come la raccolta differenziata domiciliare (porta a porta), il compostaggio domestico, la riduzione degli imballaggi con l’introduzione di prodotti alla spina e sfusi, i pannolini ecologici, i mercatini di scambio e riuso, in maniera straordinariamente significativa non solo sulle modalità di raccolta e smaltimento ma sulla stessa produzione dei rifiuti.
Con i rifiuti ci troviamo adesso di fronte ad una scelta che segnerà il futuro della società e dell’ambiente. Non possiamo continuare come prima ma dobbiamo avere il coraggio di pensare ed agire in maniera nuova, rinunciando alla sicurezza di schemi obsoleti che perpetuano e aggravano i problemi che dovrebbero risolvere.

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