È il titolo di un articolo di
Giuseppe Puglisi pubblicato ieri sulla Gazzetta
del Sud.
“Chiesta l’apertura della discarica di Ligoria, contatti con i centri
limitrofi” recita il sottotitolo. L’apertura della discarica di Ligoria chiesta
dall’Amministrazione comunale di Santa Teresa non può rappresentare il “nuovo corso”. Sarebbe un ritorno al
passato.
La nostra deve diventare
(obbligatoriamente) la società del riciclaggio, dove la produzione dei rifiuti
viene ridotta al minimo e i rifiuti vengono considerati una risorsa,
attraverso una gerarchia di interventi (spiegata molto chiaramente dalla
legislazione comunitaria, nazionale e regionale) che prevede al primo posto la
prevenzione, al secondo la preparazione per il riutilizzo, al terzo il
riciclaggio, al quarto altri tipo di recupero e solo al quinto e ultimo posto,
per una quantità minima (sino all’azzeramento), lo smaltimento in discarica.
Certamente i costi economici
della gestione dei rifiuti sono un aspetto importante che va attentamente
analizzato e valutato, ma il “costo” più importante da evitare è quello
all’ambiente. Più buttiamo in discarica più sprechiamo e paghiamo in termini di
costi economici e di qualità della vita.
Invece di chiedere di riattivare la discarica di
Ligoria dovremmo concentrare l’attenzione sulla strategia “Rifiuti Zero”.
Si tratta di riorganizzare
radicalmente l’approccio ai rifiuti con vantaggi non solo ambientali ed
economici, ma anche occupazionali. Col nuovo approccio si riuscirà ad incidere,
attraverso un sistema innovativo di pratiche già sperimentate nel mondo ed
anche in Italia come la raccolta differenziata domiciliare (porta a porta), il
compostaggio domestico, la riduzione degli imballaggi con l’introduzione di
prodotti alla spina e sfusi, i pannolini ecologici, i mercatini di scambio e
riuso, in maniera straordinariamente significativa non solo sulle modalità di
raccolta e smaltimento ma sulla stessa produzione dei rifiuti.
Con i rifiuti ci troviamo adesso
di fronte ad una scelta che segnerà il futuro della società e dell’ambiente. Non possiamo continuare come prima ma dobbiamo avere il coraggio di pensare ed agire
in maniera nuova, rinunciando alla sicurezza di schemi obsoleti che perpetuano
e aggravano i problemi che dovrebbero risolvere.
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