sabato 12 gennaio 2013

Rifiuti e discariche


Le discariche  chiuse vanno bonificate e non riaperte.
Sono sorpreso e dispiaciuto per il fatto che il Sindaco De Luca guardi allo sviluppo della nostra comunità con un ottica di breve periodo e non, come dovrebbe un buon amministratore, con lo sguardo rivolto al futuro. Riaprire la discarica di Ligoria può venire in mente solo a chi ha una visione mercantile e di piccolo cabotaggio; a chi parla di fallimento conclamato dell’ATO4 senza averne mai analizzato il perché e il per come, e senza aver mai cercato di porvi rimedio.
Tutto ad un tratto il Sindaco De Luca è diventato anche esperto di munnizza. “Ne abbiamo discusso con i tecnici – dice il sindaco De Luca – e riteniamo che alla luce delle nuove direttive, il nostro progetto possa andare avanti. Non è possibile mantenere un sistema che si è rivelato solo mangiasoldi, i contribuenti sono allo stremo, è nostro dovere pensare a come potere risparmiare sui costi per alleggerire le bollette”.  Ma chi sono questi tecnici e cosa hanno detto esattamente? Vorremmo saperlo.
Il problema della riduzione dei costi delle bollette non si risolve infossando i rifiuti a Ligoria. Piuttosto, De Luca si attivi perché a Ligoria, casomai ce ne fosse la possibilità tecnica/ambientale, possa sorgere un moderno centro di compostaggio, per tutto il comprensorio.

Mi auguro che non venga concesso alcun nullaosta per la riapertura della discarica
Consiglio al Sindaco e a tutta l’Amministrazione di lavorare perché vengano messe in atto e fatte rispettare le direttive europee e nazionali in tema di rifiuti. Utilizzi gli esperti per avere lumi su come fare una raccolta differenziata degna di questo nome, che ci permetta di arrivare all’80%. Poi si attivi perché a livello regionale e nazionale si legiferi in modo da impedire ai produttori di beni e imballaggi che questi vengano costruiti con materiali tossici e non biodegradabili.
Inizi subito una campagna di sensibilizzazione dei cittadini volta ad implementare una raccolta differenziata porta a porta spinta, presso tutte le famiglie. Faccia lavorare i suoi tecnici. Faccia approntare un piano comunale per la raccolta differenziata:è previsto dalla legge. Faccia preparare il regolamento per la TARES  in modo tale che la parte variabile del tributo comunale sia basato su un “corrispettivo”, una misurazione puntuale dei rifiuti per famiglia e non in forma “presuntiva”. Faccia in modo che i cittadini paghino per quanto producono di indifferenziato.

4 commenti:

  1. I rifiuti solidi e la società

    Esistono, specialmente in Italia, numerose discariche abusive (inquinanti e pericolose), non controllate, spesso connesse con attività mafiose come la camorra per il lucroso traffico illegale dei rifiuti (ecomafie).

    Dal punto di vista energetico i rifiuti solidi sono molto più efficientemente trasformati se li si recupera e ricicla con tecniche moderne. Altra possibilità è l'incenerimento che comunque necessita di discariche per i residui (le ceneri, rifiuti pericolosi e pari a circa 10% in volume e 30% in peso del rifiuto introdotto) non riutilizzati e per il materiale non combustibile non recuperato (cosiddetto inerte). Dal punto di vista ambientale entrambe le tecniche di smaltimento (discarica e termovalorizzazione) possono essere considerate un male minore, da limitare in favore delle tecniche di recupero e riciclaggio. Tuttavia, anche una società educata alla minore produzione di rifiuti, al loro massimo riutilizzo e riciclaggio, non potrà mai fare a meno di un certo numero di discariche[senza fonte].

    In Italia l'onere della gestione e del trattamento dei rifiuti è caricato sui bilanci dei comuni, che finanziano questo servizio con un'apposita tassa per la spazzatura (la Tarsu). In genere essa è proporzionale ai metri quadrati dell'abitazione e al numero delle persone che vi risiedono, ma sarebbe più corretto valutare l'effettiva produzione di rifiuti differenziati/indifferenziati come avviene in alcuni comuni più virtuosi, dove la tassa è sostituita dalla Tariffa di igiene ambientale (Tia), a norma di legge.

    La spesa principale consiste nel costo di trasporto (operatori e camion) dalle utenze fino alla discarica, che di solito è sita in territorio demaniale, di proprietà dello stesso comune. Se la spazzatura è depositata nel terreno di un privato o di un altro comune, i rifiuti vengono pesati e viene pagato un corrispettivo proporzionale al volume e/o peso introdotto in discarica. Il costo è quindi proporzionale alla produzione di rifiuti.

    La permanenza dei rifiuti per lunghi periodi di tempo in discarica (su terreno demaniale) comporta pochi oneri economici di gestione, se non ci si preoccupa dell'impatto ambientale. La saturazione delle discariche, con la conseguenza di non potervi più conferire rifiuti, è una questione molto attuale che tra l'altro rappresenta una delle principali cause del cosiddetto "turismo dei rifiuti", che comporta spesso lunghi viaggi in attesa dello smaltimento finale: emblematico è ad esempio il caso della Campania che, in virtù di una «emergenza rifiuti» in corso da molti anni, ha esportato centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti in altre regioni italiane e all'estero, proprio mentre veniva ribadita l'importanza dell'autonomia delle singole province nella gestione dei rifiuti.

    Detto questo, bisognerebbe chiedere al Sindaco se la discarica è considerata dalla sua Amministrazione l'unico sistema di smaltimento dei rifiuti possibile a S.Teresa, sicuramente il più semplice, certo, non il più economico. Poi, se la discarica citata è quasi satura,per quanto tempo potrà essere utilizzata? E dopo saremo di nuovo col problema di trovare altra discarica idonea in zona, sia su terreno demaniale o privato. Ma quella prospettata sembra più una soluzione di comodo che una soluzione definitiuva (diciamo: come mettere la polvere sotto il tappeto). Si prega il Sig. Sindaco di valutare con molta attenzione la soluzione del problema prima di sprecare le risorse dei Cittadini di S.Teresa.
    Jack L.M..

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    1. Grazie per il commento.
      Non ho informazioni precise sulla discarica. Secondo l’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud, il cui ritaglio è leggibile cliccando sull’immagine che ho inserito nel post sostituendo la precedente immagine, ci sarebbe un terzo anello da 5000 metri cubi pronto ma, non autorizzato dalla Regione. Non conosco neanche la politica dell’Amministrazione comunale sui rifiuti e quale percorso hanno in mente per far si che la gestione dei rifiuti sia effettuata come Dio comanda.
      La riapertura della discarica, secondo me, sarebbe un grosso errore. Lo potrei giustificare solo in caso di emergenza estrema.
      L’utilizzo della discarica oltre al costo ambientale, frenerebbe gli sforzi che dovrebbero esser fatti per mettere in campo un nuovo progetto di gestione virtuosa dei rifiuti che coinvolga cittadini, associazioni e amministratori.

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    2. Siccome non è chiara la necessità e l'urgenza di riapertura della discarica, sarebbe interessante chiederlo al Sindaco, magari in un pubblico dibattito, o magari invitarlo a spiegare apertamente ai Cittadini di S.Teresa, come si è arrivati a questa decisione. Per esperienza, sappiamo che dietro le discariche ci sono sempre degli interessi, quindi, se l'Amministrazione dovesse continuare a gestire senza trasparenza questo tipo di servizio bisognerà prendere le contromisure ritenute più opportune.
      JLM

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    3. Da quanto ho potuto capire, il Sindaco giustifica la riapertura della discarica con la necessità rendere meno salata la tassa sui rifiuti per le famiglie. Speriamo che si possa organizzare presto un pubblico dibattito per capire quale politica sui rifiuti ha in mente l’Amministrazione e quali sono le reali intenzioni del nostro Sindaco.

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