mercoledì 13 luglio 2016

Solo se sei il presidente di A2A o n'ammucca lapuni puoi dire che gli inceneritori non fanno male.

Giovanni Valotti
Il presidente di A2A Giovanni Valotti le spara grosse, se il virgolettato di quest’articolo (clicca QUI per leggere) risponde al vero. Chi come Valotti guarda solo al profitto e a nient’altro, vede gli asini volare. Secondo il presidente di A2A bisognerebbe tacere il fatto che, nel raggio di circa 30 km dall’ubicazione degli inceneritori, aumenta l’incidenza dei tumori. E, addirittura, vorrebbe perseguire penalmente chi dice che gli inceneritori costituiscono una delle cause della maggiore incidenza dei tumori. Ma il punto non è questo. Anche se gli inceneritori fossero eserciti al meglio - A2A non eccelle e li esercisce all’italiana (non con l’eccellenza dei paesi del Nord Europa che cita, Danimarca e Olanda) -  incenerire i rifiuti è la strada sbagliata.
Il Valotti sa bene che bruciare i rifiuti non è conveniente dal punto di vista della sostenibilità economica e ambientale. È conveniente solo per A2A e i suoi azionisti.  Il Valotti (consapevolmente) distorce la verità quando afferma che gli inceneritori sono la migliore tecnologia per smaltire la fisiologica percentuale di rifiuti che non si possono riciclare, se non dice quant’è questa percentuale di rifiuti e quali sono le particolari categorie di rifiuti per le quali l’incenerimento è preferibile alla discarica. Inoltre l’invito del Valotti a prendere esempio da paesi come la Danimarca che ha circa una trentina di inceneritori con una popolazione di meno di 6 milioni di abitanti e una produzione procapite di 740 kg/ab anno di rifiuti urbani e non rispetta l’obiettivo del 50% di recupero di materia, stabilito dalla Direttiva Europea 2008/98, dato che incenerisce più del 60% (incluso l’organico che non viene separato, alimentando con esso gli inceneritori anziché il suolo), è del tutto fuori luogo. La Danimarca non è in cima alle classifiche virtuose. È in cima alla classifica delle nazioni con il più alto tasso di tumori.
I danesi hanno capito il grosso errore che hanno commesso ed hanno programmato una strategia di uscita dall’incenerimento: “Denmark without waste”. L’ex Ministro dell’Ambiente Danese Ida Auke (fatta fuori -  anche in Danimarca le lobby di settore sono molto potenti ed agguerrite) in una intervista pubblicata nell’articolo “A burning issue” definisce l’incenerimento una “wrong track” (una strada sbagliata) sottolineando che la strada va cambiata.
Solo se sei il presidente di A2A o n'ammucca lapuni puoi dire che gli inceneritori non fanno male.

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