Zero
Waste Sicilia plaude con entusiasmo alla realizzazione dell’impianto solare
termodinamico STEM, nell’area della centrale Edipower-A2A a S. Filippo del
Mela, come per tutti gli impianti che vengono progettati e realizzati con
l’orizzonte della sostenibilità, e finalizzati alla riduzione delle emissioni
nocive, tossiche, inquinanti e climalteranti, grazie alla riduzione delle
combustioni.
Con
meno entusiasmo ma con grande interesse, Zero Waste Sicilia guarda anche alla prevista
realizzazione di un impianto di digestione anaerobica, per la produzione di
biometano. La biodigestione può essere accettabile se vengono rispettate due
condizioni: i) venga usato umido di qualità (quello proveniente da raccolta
differenziata porta a porta) e ii) si produca metano “pulito” e non biogas “sporco”.
Perché la combustione del biogas non migliora moltissimo la qualità delle
emissioni, mentre bruciare il metano consente di emettere per lo più anidride
carbonica e vapore acqueo, con impatti quindi “solo” climalteranti. Ecco perché
secondo noi il compostaggio aerobico è preferibile da un punto di vista
ecologico e scientifico, non ideologico.
Quello
che non si capisce, però, nelle dichiarazioni di A2A (ai suoi massimo livelli,
col presidente Valotti), è perché si voglia condizionare la realizzazione di
questi impianti ed i relativi investimenti all’inceneritore, né si può
affermare che chi è contrario all’inceneritore (per motivi scientifici,
economici e di buon senso, cioè niente affatto ideologici) è contrario ad un
polo di energie rinnovabili. Tutt’altro.
Ma
il presidente Valotti fa molto peggio quando, in polemica con il presidente
Crocetta, afferma “Se la Sicilia è disponibile a ricevere i nostri investimenti
bene, altrimenti dirotteremo i nostri investimenti in altri posti ...”. Al di
là del tono, c’è una grande assente nella affermazione: la popolazione. È inaccettabile
lo sprezzo della volontà popolare, che è stata ed è assolutamente contraria
alla realizzazione dell’inceneritore, perché il prezzo già pagato in termini di
vivibilità, salute e financo vite umane è enormemente più grande di quanto A2A voglia
o possa investire. L’idea che un impresa che ha i soldi investe come vuole,
fregandosene di chi di tale scelta subisce le conseguenze, è proprio quella che
una politica industriale sostenibile dovrebbe aborrire. Non per ideologia, ma
per responsabilità e buon senso.
Meno combustioni, più lavoro, più salute.
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