Vi sembrerà un’esagerazione, ma
se leggete il Rapporto
Preliminare pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, relativo all’individuazione della capacità complessiva di
trattamento degli impianti di incenerimento …, non potrete non porvi la
stessa domanda.
Governo e Ministro vogliono
evitare la procedura di verifica ambientale strategica (Vas) - al programma che
individua la capacità complessiva di trattamento degli impianti di
incenerimento di rifiuti in esercizio o autorizzati a livello nazionale (6.575.479 t/a) e anche
il fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di nuovi impianti di
incenerimento (1.818.334 t/a) - con lo scopo di accelerare
i tempi e imporre, quale unico possibile scenario della gestione dei rifiuti,
l’incenerimento con recupero energetico, avendo individuato gli impianti di
incenerimento quali insediamenti e infrastrutture strategiche di preminente
interesse nazionale nel famigerato articolo 35 della legge n.164/2014.
E' evidente che l'individuazione della capacità complessiva e del fabbisogno residuo di incenerimento riportata nel Rapporto preliminare non è coerente con la politica comunitaria e nazionale della gestione dei rifiuti. Il recupero energetico (l'utilizzazione dei rifiuti come combustibile) è una opzione di gestione da preferire rispetto al conferimento in discarica, ma si trova nella gerarchia dei rifiuti al quarto posto, dopo prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. La gerarchia dei rifiuti pone giustamente il recupero di materia prima del recupero di energia. Questo a significare che l'eventuale incenerimento con recupero energetico dei rifiuti non può avvenire indiscriminatamente o dipendere dalla percentuale di raccolta differenziata che ogni macro-area o regione raggiunge, ma deve essere pianificato per particolari tipologie di rifiuti non altrimenti trattabili o problematici.
E' evidente che l'individuazione della capacità complessiva e del fabbisogno residuo di incenerimento riportata nel Rapporto preliminare non è coerente con la politica comunitaria e nazionale della gestione dei rifiuti. Il recupero energetico (l'utilizzazione dei rifiuti come combustibile) è una opzione di gestione da preferire rispetto al conferimento in discarica, ma si trova nella gerarchia dei rifiuti al quarto posto, dopo prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. La gerarchia dei rifiuti pone giustamente il recupero di materia prima del recupero di energia. Questo a significare che l'eventuale incenerimento con recupero energetico dei rifiuti non può avvenire indiscriminatamente o dipendere dalla percentuale di raccolta differenziata che ogni macro-area o regione raggiunge, ma deve essere pianificato per particolari tipologie di rifiuti non altrimenti trattabili o problematici.
Governo, Ministro e ministero per raggiungere il loro scopo (favorire il business
dell’incenerimento) non si preoccupano di gonfiare
i fabbisogni di incenerimento (ad uso e consumo della lobby degli inceneritori),
di posporre il recupero di materia
al recupero di energia ignorando la gerarchia dei rifiuti, di dimenticare che il Rapporto preliminare deve comprendere una
descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla
verifica degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione
del piano o programma ed è predisposto facendo riferimento ai criteri
dell’Allegato I alla Parte II del Decreto legislativo 152/2006. E infine, di inventarsi che “Gli impianti così individuati […] consentono
di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata
attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti
in discarica”.
L’Europa non ci sanziona perché mancano gli inceneritori e
si inceneriscono pochi rifiuti, ma per il mancato rispetto dell’obbligo di pretrattamento dei rifiuti che va in discarica. Gli
inceneritori non sono gli impianti che risolvono il problema della corretta
gestione dei rifiuti.
Come per qualsiasi altro programma riguardante i rifiuti, anche questo proposto dal Ministero dovrebbe evidenziare tutte le azioni pianificabili e tecnicamente percorribili, individuando ragionevoli alternative e lo scenario strategicamente ottimale per conseguire i maggiori benefici ambientali. L'alternativa agli inceneritori esiste.
Come per qualsiasi altro programma riguardante i rifiuti, anche questo proposto dal Ministero dovrebbe evidenziare tutte le azioni pianificabili e tecnicamente percorribili, individuando ragionevoli alternative e lo scenario strategicamente ottimale per conseguire i maggiori benefici ambientali. L'alternativa agli inceneritori esiste.
È tanta la supponenza di chi crede di poter decidere a
proprio esclusivo giudizio, da non rendersi conto che un ricorso al TAR costringerebbe
il ministero al rispetto delle procedure e svelerebbe il trucco.
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