martedì 6 ottobre 2015

L'incenerimento dei rifiuti non è una buona pratica

Bruciare i rifiuti è controproducente. Antieconomico. Costoso. Anacronistico. Crea inquinamento. Eleva il rischio sanitario. Mette in pericolo la salute delle persone. Non elimina le discariche, anzi le alimenta.
La termovalorizzazione (incenerimento con recupero energetico)  dei rifiuti  è uno spreco di risorse essenzialmente perché si brucia (si getta via) materia estremamente utile. In un Paese come il nostro, sprovvisto di materie prime, il recupero di materia è strategico.
Gli stessi rifiuti selezionati per produrre CSS (Combustibile Solido Secondario) - un mix di residui secchi non differenziati che costituiscono la frazione non riciclabile dei rifiuti urbani e speciali, composti principalmente da materiale plastico - possono essere sottoposti agli stessi trattamenti di selezione e riduzione, ad estrusione, granulazione, e trasformati in materia prima secondaria utilizzabile per arredi urbani, costruzioni edile, pavimentazioni antiscivolo ed altro.
Puntare sull’incenerimento/recupero energetico, quando, invece, si dovrebbero concentrare gli sforzi sul recupero totale di materia, è la scelta di una “politica” ignorante, quando non corrotta o serva. Il recupero e la valorizzazione delle materie prime seconde consente, oltre all’approvvigionamento di materia, un risparmio di energia doppio o triplo rispetto all’energia prodotta dal recupero energetico da CSS, il cui potere calorifero (PCI) è basso (19-25%). Il metano ha un potere calorifero di 50 MJ/Kg, cioè circa 5 volte il potere calorifero del CSS.
La "termovalorizzazione" dei rifiuti è inefficiente. L’energia prodotta è inferiore, e di molto, al risparmio di energia che gli stessi rifiuti consentirebbero se fossero re-immessi nel ciclo delle materie recuperate. Il bilancio del recupero di energia è a favore del riuso di materia. Giusto per fare un esempio, un kg di plastica recuperata fa risparmiare 3 litri di petrolio.
L’Italia è l’unico Stato al mondo che finanzia l’incenerimento dei rifiuti con il 7% della  “bolletta elettrica”. Nel resto d’Europa l’incenerimento è scoraggiato da tasse aggiuntive. Proprio perché inquina e distrugge materia. È facile intuire perché Edipower S.p.A. smania per bruciare i rifiuti (“non rifiuto”) nella centrale di San Filippo del Mela.
Le cattive pratiche vanno combattute. Tocca a noi cittadini farci sentire: partecipare attivamente al processo decisionale e utilizzare tutti i mezzi (leciti) possibili per contrastare decisioni controproducenti, calate dall’alto e contrarie al buonsenso e al pensiero della maggioranza della popolazione.

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