venerdì 20 febbraio 2015

Le alternative all’incenerimento dei rifiuti

“La truffa del CSS” è il titolo dell’incontro pubblico che si terra Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 ad ARCHI (S. Filippo del Mela) presso la Sala Parrocchiale. L’incontro è organizzato da Zero Waste Sicilia – Circolo Valle del Mela per fare chiarezza sul CSS (Combustibile Solido Secondario), ovvero la quota combustibile dei rifiuti, comunemente bruciata negli inceneritori, che l’Edipower ha recentemente avanzato l’ipotesi di utilizzare come combustibile nella centrale elettrica di San Filippo del Mela.
 Il problema dell’incenerimento dei rifiuti è legato essenzialmente alle emissioni di sostanze inquinanti sia nell’atmosfera che negli altri mezzi, all’insostenibilità e incompatibilità con altri sistemi di gestione dei rifiuti.
Le diossine sono gli agenti inquinanti più conosciuti prodotti dagli inceneritori. Sono  causa di una gran quantità di problemi di salute, incluso il cancro, danni al sistema immunitario, problemi riproduttivi e legati allo sviluppo. Le diossine “bio-ingrandiscono”, nel senso che, tramite la catena alimentare, passano da preda a predatore, concentrandosi nella carne e nei prodotti caseari, per raggiungere infine l’uomo. Le diossine destano particolare  preoccupazione perché sono presenti ovunque nell’ambiente (e nell’uomo) a livelli che è dimostrato causano problemi sanitari, ed oggi intere popolazioni soffrono degli effetti negativi di queste sostanze. In tutto il mondo, gli inceneritori sono la fonte primaria di diossine.
Il sistema di incenerimento è anche causa dell’inquinamento da mercurio. Il mercurio è una potente neurotossina che indebolisce le funzioni motorie, sensorie e cognitive; inoltre, la contaminazione da questo metallo sembra essere molto diffusa. Gli inceneritori sono una fonte importante anche di altri metalli pesanti inquinanti, come piombo, cadmio, arsenico e cromo.
Altre sostanze pericolose che suscitano timori includono gli idrocarburi alogenati (non-diossina), i gas acidi precursori delle piogge acide, il particolato, che ostacola le funzioni polmonari ed i gas serra. Tuttavia, la caratterizzazione delle emissioni di sostanze inquinanti da parte degli inceneritori non è ancora completa e molti composti non identificati sono presenti nelle emissioni atmosferiche e nelle ceneri.
La tecnologia dell’incenerimento è incompatibile con le altre forme di gestione dei rifiuti, in quanto compete per lo stesso finanziamento e per i medesimi materiali da smaltire, minacciando la pratica della separazione alla fonte che è alla base di una corretta gestione dei rifiuti.

Quali sono le alternative all’incenerimento?
Le discariche non sono un’alternativa percorribile in quanto non sostenibili e problematiche dal punto di vista ambientale. Le alternative devono orientarsi verso tre linee di principio:
  1. riduzione (minimizzazione) dei rifiuti
  2. separazione dei rifiuti (raccolta differenziata), così che ogni frazione può essere composta o riciclata
  3. riprogettazione dei prodotti per facilitare il riciclaggio del bene di consumo al fine del suo ciclo di vita.
La natura mista dei rifiuti urbani distrugge gran parte del suo valore: i materiali organici contaminano i rifiuti riciclabili e le sostanze tossiche distruggono l’utilità di entrambi. Inoltre, una parte sempre maggiore della corrente di rifiuti è costituita di materiali sintetici e prodotti sul mercato non ideati per un facile riciclaggio, che devono quindi essere riprogettati per essere compatibili con i sistemi di riciclaggio o altrimenti essere eliminati progressivamente dalla produzione.
Il trattamento dei rifiuti organici è la componente più importante nella gestione dei rifiuti urbani. I rifiuti organici dovrebbero essere compostati o dati da mangiare agli animali per far ritornare le sostanze nutrienti al suolo. Così facendo si assicurerebbe anche un flusso incontaminato di riciclabili, che è la chiave dell’economia di una gestione dei rifiuti alternativa. Il riciclaggio crea molti più posti di lavoro per tonnellata di rifiuto di qualsiasi altra attività e genera un flusso di materiali che può alimentare l’industria.
L’ostacolo più grande per il riciclaggio, comunque, è il fatto che la maggior parte dei prodotti non è progettata per essere riciclata al termine del ciclo di vita, e questo avviene perché i produttori hanno pochissimi incentivi economici. La Responsabilità Allargata del Produttore (Extended Producer Responsibility) è un approccio politico che richiede ai produttori di gestire i loro prodotti e gli imballaggi dopo l’immissione sul mercato. Ciò darebbe l’incentivo necessario per progettare nuovamente i loro beni di consumo, senza includere materiali pericolosi, allo scopo di indirizzarli al riciclaggio dopo il loro impiego.
L’applicazione della responsabilità allargata del produttore ed il divieto sulla commercializzazione di alcuni prodotti favorirebbero la riprogettazione industriale da una parte, mentre dall’altra la separazione del flusso dei rifiuti, il compostaggio ed il riciclaggio potrebbero favorire i sistemi alternativi, evitando lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica o negli inceneritori.



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