Le patologie del ciclo dei rifiuti ed un sistema di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli alla risoluzione delle decennali problematiche inerenti la gestione dei rifiuti in Sicilia sono state evidenziate nella "Relazione Territoriale sulla Regione Siciliana" del 19 luglio 2016 dalla Commissione
Parlamentare di Inchiesta. Tali illegalità continuano a trovare terreno
fertile poiché programmazione e controllo a livello regionale sono stati e sono
sostanzialmente inesistenti. L’attuale situazione, fatta di continue emergenze,
rivela l’incapacità politica e amministrativa della Regione siciliana di
portare avanti una qualsivoglia programmazione, procedendo invece con misure
straordinarie ed emergenziali senza alcuna prospettiva effettiva di sblocco
della situazione nel medio-lungo periodo. Alla mancanza di programmazione
corrisponde un approccio costantemente basato sull’emergenza, la contingenza e
l’approssimazione. Infatti, la raccolta differenziata è rimasta al palo e le
infrastrutture utili a governare l’intero ciclo dei rifiuti, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti e nel solco dell’economia
circolare, scarseggiano o sono inesistenti. Negativo è stato
anche il comportamento del Ministero dell’Ambiente che, giustamente, non ha permesso un nuovo commissariamento, ma il 31 maggio 2016, ha praticamente concesso la
possibilità di varare una nuova
ordinanza contingibile e urgente al Presidente Crocetta, subordinandola a una
serie di prescrizioni. Tra queste la scellerata realizzazione
degli inceneritori. Nei fatti non è cambiato nulla: si continua ancora oggi col
reitero delle ordinanze (Ordinanza n. 10 Rif e Ordinanza n. 11 Rif del 29 settembre 2017) e, dunque, a gestire la raccolta differenziata, il
trattamento dei rifiuti indifferenziati, le autorizzazioni di abbancamento in
discarica, l’adeguamento del piano regionale dei rifiuti, la costituzione delle
Srr e perfino la controversa questione inceneritori attraverso provvedimenti
derogatori che, oltretutto, escludono o comprimono la partecipazione dei
Comuni, dell’Assemblea regionale siciliana, e degli stessi cittadini e
portatori di interessi. Tutto questo impedisce corrette politiche di tutela
ambientale e sociale dei territori e ci costringe a vivere nel disordine, nell’illegalità,
nell’immondizia e nell’inquinamento. Diciamo basta inquinamento, corruzione
politica, pressapochismo, connivenze. No ad una Sicilia di discariche e inceneritori. Si all’autodeterminazione
dei territori e ad una economia sostenibile. Facciamo sentire la nostra voce, in modo diretto, senza infingimenti,
senza paura e senza riguardi verso una classe politica e amministrativa a dir
poco inconcludente. Martedì 10 ottobre
manifestiamo a Palermo. Manifestiamo la volontà di essere artefici del
nostro futuro, nel rispetto delle prerogative dei vari livelli istituzionali, la
cui azione, è bene ricordarlo, non può
prescindere dal rispetto di direttive e leggi, ovvero dal rispetto dell’ambiente e
della salute delle persone.
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