Ci
sono cose fatte bene e cose fatte male, sia in politica che in amore. L’espediente
delle due liste non collegate allo stesso candidato sindaco per ottenere il 100% dei consiglieri comunali alle
elezioni, che si terranno il prossimo maggio a Santa Teresa di Riva, è profondamente
antidemocratico. Ed è una pessima trovata di De Luca, che certamente non lo eleva al rango di statista: “Noi non vogliamo che questa volta altri
scelgano la minoranza”, ha tuonato nel suo comizio del 1° gennaio, “la minoranza non ci dovrà essere a Santa
Teresa di Riva!”
La
normativa nazionale che regola la materia delle elezione nei comuni con meno di
15.000 abitanti non consente che vengano presentate liste collegate al candidato
sindaco e non consente il voto disgiunto. Il voto disgiunto renderebbe la
scheda nulla.
In
Sicilia, regione a statuto speciale, invece le norme non prevedono la possibilità
di collegare più liste al candidato sindaco e ammettono il voto disgiunto “Ciascun
elettore può altresì votare per un candidato alla carica di sindaco, anche non
collegato alla lista prescelta”, cosa possibile solo nei comuni con popolazione
superiore a 15.000 abitanti in tutta Italia.
Dove
sta la scorrettezza di De Luca? Egli non presenta due liste collegate allo
stesso candidato sindaco (non consentito dalla normativa siciliana) ma due liste
collegate ciascuna ad un diverso candidato sindaco. La scorrettezza (furbizia) principale sta
nel fatto che il candidato sindaco della lista minore inviterà a votare il
candidato della lista principale. Un espediente questo che potrebbe consentire
il proposito che De Luca si è prefissato.
Noi
auspichiamo e invitiamo il Sindaco De Luca a desistere dal suo proposito, perché
vorremmo avere (tutti) un uomo politico esperto e capace ma anche
deontologicamente corretto e non un politicante di mestiere pronto a qualsiasi
sotterfugio. Il politico De Luca è persona intelligente e siamo certi che il
nostro invito sarà accolto.
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