Non è confortante, soprattutto per
la Sicilia, il quadro dipinto dall’Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale (Ispra) nell’Annuario dei dati ambientali e nel Rapporto rifiuti urbani, entrambi presentati ieri a Roma, Tra i tanti dati forniti dai
due report si evidenziano in particolare quelli legati al rumore e quelli relativi
alla raccolta differenziata dei rifiuti,
dove l'Isola si posiziona all’ultimo posto
L’Italia è un paese rumoroso,
dove l’inquinamento acustico rappresenta ormai uno dei maggiori problemi
ambientali. Una delle possibili risposte a questo problema è la classificazione
acustica del territorio che per legge deve essere approvata dai comuni. Solo il
51% dei comuni italiani hanno provveduto a zonizzare il loro territorio. In
testa tra le regioni italiane con la maggiore percentuale di comuni zonizzati permangono Marche e Toscana (97%) seguite da
Valle d’Aosta (96%), Liguria (84%), Lombardia (83%), mentre quelle che
registrano percentuali inferiori al 10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e
Sicilia (1%).
Sul versante della produzione dei
rifiuti urbani si conferma il trend in calo degli ultimi anni
dovuto essenzialmente alla crisi economica. Nel 2013 l’Italia ha prodotto 29,6 milioni di
tonnellate di rifiuti urbani, quasi 400 mila tonnellate in meno rispetto al
2012 (-1.3%). La raccolta differenziata cresce di due punti e raggiunge quota
42,3% a livello nazionale. Tuttavia la Sicilia, dove l'Ispra definisce il quadro degli impianti legati al ciclo dei rifiuti "carente e del tutto inadeguato", si piazza all’ultimo posto con un tasso di raccolta del 13,4 %, peraltro
non riscontrando significativi progressi rispetto al 2012, anno in cui il tasso
di raccolta si collocava al 13,2%.
In cattivo stato la salute dei nostri mari: su 35 siti analizzati dagli studiosi dell'Ispra in tutta la Sicilia, 31 sono risultati contaminati dall'Ostreopsis ovata, alga tossica di origine tropicale che ha fatto la sua comparsa nel 2007 nelle acque italiane.
Unica nota positiva riscontrata dall'Istituto riscontrata dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) è l'estensione dei terreni destinati a coltivazioni biologiche: la Sicilia si piazza in testa a livello nazionale per numero di produttori (9mila circa) e per superficie (oltre 200mila ettari), seguita da calabria, Puglia ed Emilia Romagna:
Unica nota positiva riscontrata dall'Istituto riscontrata dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) è l'estensione dei terreni destinati a coltivazioni biologiche: la Sicilia si piazza in testa a livello nazionale per numero di produttori (9mila circa) e per superficie (oltre 200mila ettari), seguita da calabria, Puglia ed Emilia Romagna:
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