Matita Allegra |
Il problema dei rifiuti ci riguarda tutti e non possiamo
rimanere inermi. Difficilmente la
questione rifiuti potrà avere soluzione nel nostro ambito territoriale e in gran parte
della Sicilia, in tempi congrui, se non si trova il modo di inchiodare alle
loro responsabilità tutti gli attori
istituzionali e far finire il balletto che va in scena ormai da anni, ovvero,
il continuo affibbiare le responsabilità della gestione fallimentare dei
rifiuti, da parte dei nostri politici e amministratori, gli uni agli altri: i
comuni alle società d’Ambito (Ato) e alla Regione, e viceversa. Spesso si
indica l'interesse mafioso come altra causa del fallimento, come se fosse
lo Spirito Santo a sostenere questo interesse. Ciò che in Sicilia è stato
definito “il non ciclo dei rifiuti” è scaturito dalla sostanziale inerzia di
tutti gli attori istituzionali responsabili (Regione, Provincie e Comuni) riguardo
le doverose attività o iniziative da intraprendere volte sia al miglioramento e
al costante monitoraggio del livello qualitativo e quantitativo del servizio di
raccolta differenziata sia ad una rigorosa e diligente gestione
politico-amministrativa finalizzata a ripristinare adeguati livelli di efficienza, di
efficacia e di economicità.
Ancora oggi i comportamenti degli attori istituzionali denotano
grave trascuranza nella cura dell’interesse pubblico che dovrebbe essere invece
tutelato attraverso l’esatto svolgimento, doverosamente esigibile, delle
funzioni istituzionali a ciascun soggetto attribuite. Alle pubbliche
amministrazioni spetta anche la responsabilità di perseguire iniziative dirette a
favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e
della nocività dei rifiuti.
Come fronteggiare questa inerzia e costringere
politici e amministratori a svolgere ciascuno il proprio ruolo? Esigendo, innanzitutto,
il rispetto delle leggi e l’assunzione di responsabilità. Promuovere un’azione
collettiva (class action) contro la pubblica amministrazione per il mancato
raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata al fine di
ripristinare il corretto svolgimento o la corretta erogazione di un servizio
come prevede il decreto legislativo 20 dicembre 2009, n.198 o, in alternativa, promuovere
un’azione collettiva civile risarcitoria introdotta dall’art.140-bis del codice delconsumo per il danno ambientale e erariale, forse, potrebbe indurre i nostri
amministratori a cambiare atteggiamento o mestiere.
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