mercoledì 10 aprile 2019

A proposito del nuovo Piano regionale gestione rifiuti e del “papello” di 35 pagine recapitato al Presidente della Regione Siciliana Musumeci


Il Presidente Musumeci e il "papello"
Il Ministero dell’Ambiente, nelle osservazioni del 19.03.2019 relative alla Valutazione Ambientale Strategica del nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti della Sicilia, bene ha fatto a rilevare l’inadeguatezza dei contenuti del Rapporto Ambientale, degli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti e della metodologia del processo di valutazione.
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è lo strumento preposto a disciplinare la gestione dei rifiuti e dettare gli indirizzi programmatici per l’attuazione del Piano da parte delle Autorità d’Ambito. Invece il Piano in discussione delega alle 9 Autorità d’Ambito scelte cruciali e decisive, in assenza di indirizzi definiti su scala regionale.
Nonostante l’attuale situazione della gestione rifiuti in Sicilia manifesti criticità gestionali ed ambientali mostruose, il governo regionale non ha ritenuto di dover proporre soluzioni gestionali drastiche e di mitigazione ambientale specifiche, proprio di competenza del Piano regionale gestione rifiuti (Prgr). Inoltre, non è per nulla chiaro come la Regione Sicilia intenda chiudere il ciclo dei rifiuti. In assenza, nel Piano rifiuti in questione, di specifiche e dettagliate alternative impiantistiche per il recupero di materia da opporre al recupero di energia attraverso il deleterio incenerimento dei rifiuti, il Ministero dell’Ambiente, anche in considerazione del fatto che non è stato ancora abrogato il dpcm 10.08.2016, ha avuto gioco facile nell’evidenziare l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno residuo, necessità non confermata dal Ministro dell'Ambiente Costa che ha dichiarato: "Contrario a questi impianti, avviata ispezione interna"

Il recepimento della direttiva europea per lo sviluppo dell’economia circolare ci obbligherà a ridurre la produzione dei rifiuti, a riciclare almeno il 65% dei rifiuti urbani e a ridurre lo smaltimento in discarica a non più del 10%. Per cui, il nuovo Piano rifiuti avrebbe dovuto come prima cosa prevedere provvedimenti o atti concreti per ridurre la produzione di rifiuti con particolare riguardo alla riduzione dello spreco alimentare, all’uso di prodotti e contenitori monouso e imballaggi non facilmente riciclabili o riusabili, contrastare l’obsolescenza programmata e puntare sui prodotti a più lunga durata, rafforzando la riparabilità e il riutilizzo. Il Piano rifiuti avrebbe dovuto disporre idonee misure per far crescere il riciclo, il recupero di materia e il trattamento della frazione organica con produzione di compost e di biometano, aumentando e migliorando la quantità e la qualità della raccolta differenziata, rendendo obbligatorio il sistema di raccolta porta a porta e soprattutto l’individuazione delle utenze e dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza. Il Piano inoltre avrebbe dovuto disporre idonee misure per la riciclabilità dei prodotti, e individuare le tecnologie e gli impianti più idonei di trattamento, riciclo e recupero di materia dai rifiuti residui.

Con l’implementazione di un appropriato e capillare moderno sistema di raccolta è possibile arrivare all’ 85-90% di RD anche in Sicilia. E tuttavia, anche se si arrivasse solo al 70-80% di RD, dal rifiuto urbano residuo (rur) è possibile continuare il recupero di materia dopo il trattamento meccanico biologico che separa l’umido dal secco indifferenziato. Quest’ultimo può essere ulteriormente sottoposto a selezione manuale spinta, che consente di recuperare ulteriori materiali creando nuovi posti di lavoro. La miscela di plastiche residue può essere trattata a freddo e mediante estrusione termodinamica trasformata in plasmix, un materiale composito che ha vastissime applicazioni e dunque grosse potenzialità di mercato. Questo a dimostrazione del fatto che il recupero dei materiali è la principale forma di valorizzazione dei rifiuti, che rende inutili e controproducenti gli inceneritori.

1 commento:

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