giovedì 25 ottobre 2012

Elezioni regionali siciliane …



una opportunità da cogliere per voltare pagina.
In questi giorni ho fatto volantinaggio per la lista Libera Sicilia, per farne conoscere le proposte ed il progetto. Tengo a precisare che non ho sparso volantini per strada, ed ho raccomandato alle persone che hanno accettato di prendere il volantino di non disperderlo nell’ambiente. È  stata un’esperienza nuova per me, sono contento di averla fatta. Mi sono guardato bene dal chiedere voti: non mi piace il “vota e fai votare…”. Ognuno deve essere libero e in grado, per suo conto, di decidere per chi votare.
Da quanto ho potuto verificare, il primo partito sembra essere quello dell’astensione. L’astensione sembra essere in forte crescita perché oltre alle persone che quasi mai vanno a votare, questa volta, si potrebbero aggiungere tutte quelle che ritengono che “u chiù pulito avi a rugna”, per dirla alla Cateno De Luca, l’esperto in “rugna”. In effetti, tante persone mi hanno manifestato l’intenzione di non andare a votare:  è il loro modo di dire “basta!”. Ho provato a spiegare che il non voto non  risolve i problemi e favorisce il ritorno dei soliti: BASTA si può e si deve dire votando la lista Libera Sicilia o il M5S. Anche se non dovessero vincere, la loro presenza nel Consiglio Regionale avrebbe un effetto sicuramente positivo.

Sapremo cogliere quest’opportunità e soprattutto sapremo far tesoro di una semplice verità detta da Piero Calamandrei 60 anni fa? “Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.”

1 commento:

  1. L'AMACA

    La maggioranza dei siciliani non è andata a votare, ma sarà ugualmente governata. Da un governo di altri, eletto da altri. Se il proposito di chi non vota è tirare una bordata alla politica, depotenziarla, dequalificarla, il risultato è (sempre) l'esatto contrario: nei suoi nuovi confini, più ristretti, la politica può ugualmente sommare i voti che le restano dentro il cerchio magico del cento per cento. Chi è andato a votare, per quanto minoranza, pesa come una totalità. E chi non ha votato, per quanto maggioranza assoluta, pesa meno della più insignificante delle listerelle del nostro comicissimo paese (per fare solo tre nomi Popolo dei Forconi, Piazza Pulita e Sturzo Presidente). Di peggio, nel bilancio di chi non vota, si può aggiungere questo: che grazie all'astensione di massa, per vincere e per governare bastano meno voti, sempre meno voti. Lo stesso numero di voti che non erano sufficienti, pochi anni fa, per arrivare secondi o terzi, oggi bastano per vincere. Ovviamente chi non va a votare ha le sue rispettabili ragioni, e il diritto di non farlo. Ma perde il diritto di lamentarsi per quanto accadrà, e acquisisce il dovere di tacere e subire, perché ha taciuto e subito nel giorno delle elezioni.

    MICHELE SERRA
    Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/10/30/lamaca.html?ref=search

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